LECCO – Abbiamo visto e letto di tutto sulle incredibili notti magiche iniziate a giugno con gli Europei di Calcio e diventate una vera favola con lel 40 medaglie di Tokyo.
Per noi lecchesi da sempre le Olimpiadi hanno un valore particolare, soprattutto per chi è cresciuto con le urla di Galeazzi per gli ori blucelesti di Rossi urlando a casa più dell’amatissimo “Bisteccone”.
Lo spettacolo olimpico permette di rimettere al centro il vero valore dello sport, di ogni disciplina, che con i 5 cerchi ci esalta facendo diventare il popolo di allenatori (e virologi) un popolo di corridori, saltatori o ciclisti su pista. Senza necessità di tirare per la giacca temi politici del momento sempre fuoriluogo, c’è un enorme valore educativo all’interno di ogni attività dal rispetto delle regole alla fatica ed il sacrificio, dal lavoro insieme ai compagni senza distinzioni di sorta, al rispetto per gli avversari. dal rapporto con un maestro (allenatore) a quello con chi verifica la regolarità delle attività (arbitri)…
Qui entra anche la responsabilità degli amministratori, quella necessità di valorizzare luoghi e realtà che permettono ai ragazzi di crescere ed in un contesto efficiente di raggiungere anche risultati di livello mondiale. L’inadeguatezza delle nostre strutture (la soap opera Bione, l’inadeguata palestra di arrampicata,la mancanza di attracchi a lago per il surf), sono un immenso limite e devono diventare un obiettivo prioritario di crescita. Bisogna intervenire ora senza attendere che la pandemia lasci completamente liberi gli spazi, o attendere l’entusiasmo delle olimpiadi di Parigi o invernali Lombarde, se proprio durante la pandemia lo sport italiano è esploso.
E’ il momento di far rinascere il sistema Lecco in un ambito in cui abbiamo illustri lecchesi che possono sostenerci, oltre a Rossi che ha fatto delle olimpiadi casa propria, non dimentichiamoci che il presidente del CONI Lombardia è il lecchese Marco Riva, che negli ori dell’atletica il lecchese dottor Righetti ha accompagnato gli ori della marcia.
Se oggi il territorio di Lecco è la quinta provincia per partecipazione di atleti ai giochi (come da ultima ricerca di Gianni Menicatti sul Sole24ore) significa che la nostra cultura sportiva non è seconda a nessuno. Ora lavoriamo perchè si possa tornare a cantare l’inno italiano commovendoci per atleti cresciuti e vincenti nelle nostre strutture, con la certezza di aver fatto qualcosa di buono anche per la drammatica emergenza educativa di questi anni.
Filippo Boscagli