Prelievo organi, Lecco all’avanguardia. Si potrà fare “a cuore fermo”

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Da sinistra: la Direttrice Sanitaria Flavia Pirola, la dottoressa Patrizia Fumagalli, il dottor Francesco Lusenti e il dottor Alessandro Dell’Oro

 

LECCO – Un’instancabile attività quella portata avanti per 36 anni dal Dottor Francesco Lusenti, ex responsabile della struttura semplice di neurorianimazione e direttore del Coordinamento Locale Prelievo Organi e Tessuti.

Il dottor Lusenti, dal 1981 in servizio presso l’ospedale Manzoni, è ufficialmente in pensione dal 1° marzo scorso ma nonostante ciò continua ad affiancare la struttura nella delicata attività di prelievo di organi e tessuti, affidata ora alla dottoressa Patrizia Fumagalli, al Manzoni dal 1985,

Un’attività che negli ultimi sei anni ha visto ben 353 pazienti ‘uscire’ dalle liste di attesa dei trapianti grazie ai prelievi effettuati a Lecco. Un dato significativo se si dà uno sguardo al numero dei donatori multiorgano, che a Lecco nello stesso periodo (dal 2011 al 2016) sono stati 127 in totale, di cui 90 effettivi e 19 non idonei. Incoraggiante anche la percentuale delle opposizioni che a Lecco si assesta sul 14,17% (nessun caso lo scorso anno, 5 nel 2015), mentre in Regione sul 30% e in tutta Italia sul 33%. “Questo è un aspetto sul quale dobbiamo continuare a lavorare promuovendo la cultura dell’Aido – ha spiegato il dottor Dell’Oro – per riuscire a diminuire i casi di opposizione alla donazione e al prelievo di organi”.

Per contro sono aumentate le persone che hanno effettuato una dichiarazione di volontà relativa alla donazione degli organi e dei tessuti: sono oltre 2 milioni in Italia, di cui 513.585 (pari al 26%) hanno effettuato la dichiarazione in Comune, 1 milione 330.390 tramite l’Aido e 167.045 tramite Asl. 

2 milioni su 60 milioni di abitanti non è un grandissimo numero – ha commentato il dottor Lusenti – e per esempio dei 353 prelievi di organi e tessuti effettuati qui a Lecco negli ultimi 6 anni nessuna donazione è stata fatta su consenso dichiarato prima della morte ma sempre su quello espresso dei familiari del defunto”.

Tra gli organi maggiormente prelevati i reni, 147 dal 2011, seguiti dal fegato, vasi, cuore, cute, polmone, pancreas e tessuti ossei. Per quanto riguarda le cornee, su 5.214 decessi in ospedale – sempre negli ultimi 6 anni – 587 sono stati i donatori (11,26%), mentre 154 quelli di epifisi ossea.

Un trend positivo insomma quello emerso negli ultimi sei anni anche se, come ricordato da Lusenti, il 2016 è stato l’anno meno proficuo dal punto di vista dei prelievi di organi e tessuti: “E’ un po’ il mio cruccio – ha confessato l’ex responsabile della Neurorianimazione – nel senso che è stato sicuramente l’anno con i numeri più ‘scarsi’ a livello di donazioni e prelievi e, coincidenza, il mio ultimo in servizio”.

In realtà come ricordato dalla direttrice sanitario Flavia Pirola, i passi in avanti sono stati fatti e anzi, “il dottor Lusenti ci lascia un’eredità non da poco”.

La struttura ospedaliera lecchese potrà infatti sviluppare la possibilità di effettuare prelievi di organi su donatori a cuore fermo, ovvero su donatori la cui morte è stata accertata per criteri cardiaci e non cerebrali. Un traguardo davvero all’avanguardia, di recente sperimentazione: a fine febbraio negli ospedali milanesi del Niguarda e del Policlinico è stato effettuato il primo trapianto multiorgano seguito ad un prelievo a cuore fermo avvenuto invece a Varese, dove un’equipe multidisciplinare ha lavorato per oltre 12 ore per prelevare gli organi. Il primo caso di prelievo a cuore fermo era avvenuto a Pavia. E ora, su autorizzazione di Regione Lombardia, anche Lecco ha avviato le procedure per l’abilitazione a questo tipo di prelievo.

Il procedimento prevede l’utilizzo di un macchinario all’avanguardia che permette di ricondizionare gli organi e quindi prepararli per il trapianto. “Di solito si procede al prelievo di organi solo quando la morte è celebrale ma il cuore batte ancora – ha spiegato la dottoressa Fumagalli, subentrata al Dottor Lusenti – con il prelievo a cuore fermo potremmo avere più organi a disposizione da utilizzare per i pazienti in lista di attesa”. Che in Italia, come calcolato, sono oltre 9 mila. Polmoni, reni e fegato gli organi prelevabili a cuore fermo per ora, il resto è nelle mani della scienza e della tecnica.

“Il trapianto – ha concluso Lusenti – è ad oggi l’unico rimedio efficace per le insufficienze d’organo. L’obiettivo che vorremmo raggiungere resta quello di diminuire il più possibile i casi di opposizione alla donazione di organi e diffondere l’importanza della scelta di diventare donatore”.