Ricordando Marco Anghileri di Ruggero Meles

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marco anghileri
Marco Anghileri

LECCO – All’indomani della serata dedicata all’alpinista Marco Anghileri, pubblichiamo il ricordo di Ruggero Meles, alpinista e scrittore grande appassionato di montagna.

“La serata di venerdì 27 giugno con il video su Marco Anghileri e la Grigna mi ha risvegliato il ricordo bello e doloroso dei mesi passati nel 2004 con Marco per realizzare il film “2177 s.l.m.” che ci aveva commissionato la Comunità Montana del Lario Orientale e Valle San Martino.
Ricordo la notte in cui è stato deciso il titolo del film che il giorno successivo avrebbe dovuto essere spedito a Trento per essere ammesso in concorso al Film Festival. Avevamo stabilito di chiudere il film sulla Grignetta che avevo girato con Ferruccio Ferrario e Floriano Castelnuovo con il concatenamento che Marco aveva realizzato qualche anno prima e che aveva raccontato, utilizzando anche delle diapositive, in una sua serata. Marco era entrato decisamente a far parte della squadra.
Non si riusciva a trovare un titolo un po’ innovativo e un po’ provocatorio capace di soddisfarci, eravamo a casa di Vasco Bovolenta e confesso che per ispirarci avevamo saccheggiato alcune bottiglie di rosso. Ormai a notte fonda Marco mi dice “…non hai il coraggio di indicare come titolo la quota della vetta della Grignetta, perché è bassa e tutti parlano di ottomila metri… ma la Grignetta vale come un ottomila”.

Ruggero Meles
Ruggero Meles

Avevamo a disposizione due guide delle Grignetta: Claudio Cima e il suo Scalate nelle Grigne indicava la vetta a quota 2186, Eugenio Pesci nel suo volume le Grigne della collana Guida ai Monti d’italia, CAI-Touring indicava quota 2177 s.l.m. . Marco disse “scegliamo la più bassa…”. Quando aprì il suo locale ai Resinelli e lo chiamò “2184” gli feci notare l’incongruenza e finì con una risata e un brindisi…
Nessuna risata, ma un po’ di magone sentendo la sua voce presentarsi nella parte finale del film. Marco era un perfezionista in tutto e abbiamo passato un lunghissimo pomeriggio di una lontana domenica a rifare la registrazione. Lui aveva voluto presenziare al montaggio e di solito si finiva all’alba…Non lasciava niente al caso, la musica doveva essere la stessa che aveva usato nella sua serata sul concatenamento, così per avere i diritti dovemmo cercare l’autore che mi pare fosse un musicista californiano. Marco arrampicava slegato e questo ci preoccupava, ma lo faceva con una tale sicurezza e naturalezza che ti faceva dimenticare tutto. Nonera mai un’ esibizione, era una fusione con le rocce della Grignetta.
Il film andò bene, venne selezionato per il Trento Film Festival e vinse una sezione della prima edizione dell’Orobie Film Festival.
Seguirono molte serate, mai banali con Marco.
Poi quella maledetta sera che non riesco a dimenticare. Ero a casa di un amico e dai messaggi che erano arrivati dal Pilone Centrale del Bianco sembrava che tutto fosse finito bene e avevo brindato. Più tardi arrivò l’altra telefonata. Credo che anche le guglie della Grignetta si chiedano dove sia finito Marco e che manchi anche a loro”.
Ruggero Meles