“La stampa oggi scrive dell’aumento del credit cruch, cioè la stretta sul credito, che famiglie e imprese stanno subendo sempre di più da parte delle banche. C’è sempre bisogno di prestiti/fidi/mutui ma sempre meno lo concedono. E, quando lo fanno, i tassi sono sempre più alti. L’ultimo bollettino della Banca d’Italia segnalava, già in dicembre, la frenata nello stock di prestiti alle imprese: 894 miliardi di euro dai 915 del mese precedente. Un’enormità. Resta in sottofondo, inevasa, la domanda: a cosa è servito il generoso maxi-prestito all’1% (!) da oltre 200 miliardi della Bce alle banche italiane? Dove sono finiti quei soldi? Come sono stati utilizzati? Perché non arrivano all’economia reale?
Il motivo, semplice e allarmante è che le banche li usano per sé. Per riacquistare i propri debiti – si chiama buy back – e per comprare Bot e Btp. Gli rende molto di più e senza rischi che darli ai clienti. Imprese e famiglie. Un esempio concreto? Le Banche hanno preso in prestito questa montagna di soldi, a quel topolino di tasso, (1%) e, dopo aver investito un po’ in Bot/Btp, li hanno usati, li stanno usando, per ricomprare, a prezzi di saldo, il loro stesso debito sul mercato, le loro obbligazioni, che avevano, anni prima, offerto al mercato, per aver soldi freschi, pagando tassi elevati, anche l’8-9%. Questa operazione migliora i loro conti patrimoniali e uccide l’economia reale. Perché prestare soldi ai clienti con i rischi connessi, quando la BCE glieli presta all’1% quando può usarli per comprare BTP e Bot, anche al 4-5%, e, risparmiando anche il 30-40%, ricomprare i propri Bond, ora sul mercato? Non pensavate mica veramente che i soldi chiesti alla BCE, dalle banche, venissero utilizzati per finanziare le imprese, agevolarne l’accesso al credito, aiutare l’economia reale, vero? Le banche non si fidano dei loro clienti”.
Leo Ranieri