Giornata internazionale del Soccorso Alpino: nel 1932 nasceva la squadra del Cai Lecco

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In questa speciale data rievocati gli albori del soccorso in montagna nel nostro territorio

“La nostra mission è trasmettere quel ‘modo di andare in montagna’ consapevole dei rischi e attento alla fragile bellezza dei nostri straordinari ambienti montani”

LECCO – In occasione della Giornata internazionale del Soccorso Alpino che viene celebrata oggi, 28 agosto, il Cai Lecco Riccardo Cassin ha spulciato nei propri archivi e raccontare un piccolo pezzo di storia legata al nostro territorio e alla nascita del soccorso in montagna.

“Sul numero di marzo del 1932 della “Rivista del C.A.I.”, troviamo questa notizia: ‘Anche la Sezione di Lecco ha formato una squadra di soccorso alpino con una ventina di giovani soci, esperti alpinisti, ai quali vengono aggregati altrettanti giovanissimi rocciatori’.
Nell’estate dell’anno precedente, sulla vetta del Resegone, si era svolta la cerimonia inaugurale della “squadra di pronto intervento in montagna” con la benedizione delle attrezzature ed un discorso del prof. Fermo Magni, in cui si esaltava l’impegno morale di quegli uomini disposti ad operare correndo anche notevoli rischi, per i caduti, i feriti ed i dispersi in montagna.
Questo “impegno” viene poi portato avanti dai soci alpinisticamente più preparati del CAI Lecco, con un’autonoma organizzazione, con un’efficienza tecnica via via migliorata nel tempo e con un responsabile eletto dai componenti della squadra, fino al 1964.
Nel 1965, dopo la costituzione del Corpo Nazionale di Soccorso Alpino, Lecco diventa sede della XIX Delegazione Lariana, da allora passione, impegno e professionalità hanno guidato uomini e donne che ogni volta accorrono in aiuto sui nostri monti.
Non possiamo però non ricordare che oggi purtroppo il Soccorso Alpino è spesso mobilitato per interventi dovuti ad escursioni improvvisate, senza attrezzature adeguate ne preparazione fisica.
Riamane nostra la mission di trasmettere grazie e soprattutto all’attività dei nostri Gruppi, quel ‘modo di andare in montagna’, consapevole dei rischi e attento alla fragile bellezza dei nostri straordinari ambienti montani”.