Accoglienza diffusa, scontro tra Comunità Montana e Pirellone

Tempo di lettura: 5 minuti

profughi ex convento (15)
BARZIO – “Se la comunità montana della Valsassina vuole entrare nel business dell’immigrazione (per 438.000 euro), la Regione Lombardia è pronta a rivedere i finanziamenti all’ente. L’accoglienza dei clandestini non rientra tra le funzioni delle comunità montane”.

Sono le ultime dichiarazioni dell’assessore regionale Simona Bordonali sul ‘caso’ che da sabato ha innescato la polemica tra Pirellone e Comunità Montana della Valsassina Valvarrone, Val d’Esino e Riviera: la vicenda verte sul bando emesso dall’ente lecchese per l’accoglienza diffusa dei migranti sul territorio. La Comunità Montana, alla fine dello scorso anno, è stata infatti incaricata dai sindaci di farsi carico della gara d’appalto per l’ospitalità dei richiedenti asilo, che dai centri di accoglienza verrebbero successivamente trasferiti, in numeri ridotti, in strutture più piccole su tutta la Provincia.

L'assessore regionale Simona Bordonali
L’assessore regionale
Simona Bordonali

In tutto 1200 richiedenti asilo, suddivisi per comune in base alla quota indicativa del tre per mille per numero di residenti. Il bando è stato emesso lo scorso 21 luglio e la notizia, giunta al Palazzo della Regione, ha provocato la reazione critica del governo leghista.
“La Regione Lombardia stanzia ogni anno 10,5 milioni di euro alle comunità montane per permettere loro di svolgere le funzioni ed erogare servizi e tra le loro funzioni non rientra sicuramente la partecipazione al business dell’immigrazione. Verificheremo questa vicenda e valuteremo quali ripercussioni possa avere anche sull’erogazione dei fondi regionali” ha fatto sapere Bordonali in una nota condivisa con il sottosegretario Ugo Parolo.

Roberto Maroni ha rincarato la dose: “Se le comunità montane si occupano di clandestini e non dei servizi ai nostri cittadini, meglio chiuderle”.

Carlo Signorelli, presidente della Comunità Montana, ha respinto le accuse: “La Comunità Montana della Valsassina, aprendo il bando sull’accoglienza diffusa, ha dato attuazione alla volontà dei Sindaci di tutta la provincia, in qualità di soggetto erogatore dei servizi sociali per gli adulti. Ogni diversa decisione sarebbe stata una grave omissione di atti d’ufficio”.

Carlo Signorelli
Carlo Signorelli

“D’altronde questa attività rientra nell’ambito di una delle gestioni associate , tanto auspicate anche dalla Regione Lombardia – di cui si sta facendo carico il nostro Ente – ha proseguito Signorelli – Non comprendo quindi le scomposte reazioni, frutto evidentemente di una mancata conoscenza del tema in discussione ovvero della volontà di strumentalizzare ad ogni costo un serio problema dell’Italia e dell’Europa. Inutile sottolineare che non stiamo utilizzando risorse della nostra Comunità montana”.

Anche al Pirellone, il gruppo Lombardia Popolare, è intervenuto a difesa dell’ente lecchese: “Rimango sorpreso e attonito rispetto alle dichiarazioni di due esponenti della Giunta regionale sostenuta dalla maggioranza di cui faccio parte in merito alla gestione dei profughi da parte della Comunità Montana della Valsassina. Sono certo che le stesse siano frutto di un fraintendimento o di una scarsa conoscenza della questione” ha commentato Mauro Piazza riferendosi alle dichiarazioni di Bordonali e Parolo.

“Anche perché sarebbe inimmaginabile trasformare un ente autorevole e prestigioso come Regione Lombardia in uno strumento di propaganda, sulla scorta di scaramucce locali del segretario provinciale della Lega Nord”, chiosa Piazza.

Il consigliere regionale Mauro Piazza
Il consigliere regionale Mauro Piazza

Interviene anche il capogruppo di Lombardia Popolare, Angelo Capelli, : “Innanzitutto governare i fenomeni e non subirli, anche quando riguardano questioni sulle quali siamo apertamente critici come il fenomeno dell’immigrazione clandestina. Quindi aiutare i comuni a distribuire i carichi di accoglienza determinati dal Prefetto, in una logica di condivisione dei problemi e di coordinamento. Il presidente Carlo Signorelli ha già trasmesso una nota al presidente Maroni per delineare chiaramente i termini della vicenda e ci faremo carico di accertarci che tutto venga chiarito a breve, nel rispetto dei rispettivi ruoli amministrativi”.

“Se il presidente Maroni vuole chiudere le Comunità Montane (ma noi siamo contrari) – concludono Piazza e Cappelli – non prenda a pretesto quella della Valsassina: è un ente ben gestito, che gode della massima condivisione da parte dei comuni e che è solito – come in questo caso – trovare soluzioni e non lagnarsi inutilmente”.

Flavio Nogara
Flavio Nogara

La Lega Nord lecchese si schiera con Maroni:   “Con il bando  di fatto la comunità montana della Valsassina scarica la Prefettura di Lecco dalla gestione dei richiedenti asilo, per il 95% ca. clandestini, assumendo un compito non proprio – attacca il segretario provinciale Flavio Nogara –  Ribadisco che le comunità montane se devono servire per gestire l’immigrazione clandestina è meglio chiuderle! Ma non è così! Le comunità montane devono occuparsi delle problematiche relative al proprio territorio prevalentemente montano, e regione Lombardia ha sempre destinato risorse finanziarie a tal fine, nonostante i continui tagli da Roma. Mai avrei pensato che per 1 euro al giorno per immigrato, pari a 438.000 euro all’anno, Signorelli svendesse il nostro territorio”.

“Il Presidente della comunità montana – ha proseguito Nogara  – come i sindaci con un po’ di testa e amore per il proprio territorio, dovrebbero opporsi con tutte le proprie forze a questo folle disegno politico di Renzi e Alfano. Invece tranne i sindaci della Lega e del vero centrodestra (quindi non di NCD o Lombardia popolare) nessun altro si sta opponendo, ritenendo di fatto più importante occuparsi di immigrati potenzialmente pericolosi per il nostro territorio,che della nostra gente bisognosa”.