Berlusconi: il giorno dopo la condanna, rabbia dal PDL Lecco

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LECCO – Una condanna che peserà sulle sorti del governo, ma soprattutto sul futuro politico di Silvio Berlusconi: quattro anni di reclusione ( tre coperti dall’indulto e uno ai domiciliari o affidato ai servizi sociali) per frode fiscale; una condanna definitiva, confermata dalla Cassazione che ha invece rispedito alla Corte d’Appello la decisione sull’interdizione ai pubblici uffici.

All’indomani della sentenza, il PDL lecchese condanna la scelta dei giudici e fa quadrato intorno al proprio leader.

Il consenso di milioni di cittadini non si cancella con una sentenza. E per quanto mi riguarda, l’amarezza è troppo grande per commentare” ha spiegato l’ex ministro del Turismo, l’onorevole Michela Vittoria Brambilla.

Dichiarazioni che, almeno questa volta, la vedono d’accordo con il consigliere regionale Mauro Piazza:

“La sentenza è un colpo durissimo – ha sottolineato Piazza – La parabola di libertà e di politica che ha fatto Berlusconi in questi 20 anni non può essere giudicata con una sentenza e l’accanimento giudiziario si dimostra dai numeri delle perquisizioni, delle intercettazioni, degli accessi che dal 94 si gli si è scatenata addosso. Una trappola che ha portato al risultato che si voleva raggiungere. Colpisce Berlusconi ma riguarda tutti, perché se viene meno la fiducia nella giustizia, viene meno uno dei pilastri democrazia”.

Il presidente della Provincia, Daniele Nava, ha ragionato sul processo: “Abbiamo una persona condannata perché secondo i giudici non poteva non sapere, pur non avendo cariche societarie, al contrario delle tante assoluzioni che ci sono state in casi analoghi. Lo stesso per il processo Ruby, dove la parte offesa si dice non offesa e i concussi che negano la concussione. Quando c’è una forzatura giuridica non è più una questione privata, riguarda tutti”.

“Al di la dei 57 milioni di cassazionisti che abbiamo in Italia, credo che la sentenza sia più frutto di un pregiudizio politico che di reali motivazioni – ha voluto commentare l’ex vicecoordinatore provinciale, Antonio Pasquini – Detto questo, credo che sia il momento di porre fine a questa guerra civile che è durata vent’anni fra magistratura e Berlusconi. Se fossi inel PD non gioirei, gli avversari politici, in democrazia, si battono con i voti e non con i giudici della Cassazione”.

E a parlare di “guardare avanti” sono anche gli ex-PDL, come Giacomo Zamperini, passato Fratelli d’Italia: “Il tempo di coloro che si schierano pro o contro Berlusconi è finito… rassegnatevi. Ma questa sentenza che condanna il nostro paese all’ingiustizia più grande: ritrovarci, chissà per quanto tempo, senza nessuno che governi e che faccia le riforme ormai non più rinviabili per il bene degli italiani”.

Si, perché ora a preoccupare è la tenuta del governo Letta e c’è chi già ipotizza scenari inediti:

“Credo che l’obbiettivo della sentenzia sia chiaro – ha spiegato il presidente Nava –  mettere il più possibile in difficoltà il governo. Così una parte del PD potrebbe allearsi con Vendola e Grillo. E’ vero che bisogna toccare il fondo del vaso per ricominciare, ma così rischiamo di spaccarlo il vaso”.