Caso Leuci, schermaglie tra Castelli e Piazza

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LECCO – Le tensioni che si respirano in questi giorni tra Lega Nord e Popolo delle Libertà a proposito della situazione certamente non facile in Regione Lombardia, si sono manifestate anche all’interno del Consiglio comunale di ieri sera, lunedì.

Al termine della seduta straordinaria voluta per esaminare nello specifico il caso Leuci, c’è stato un piccolo diverbio che ha visto coinvolti il consigliere Mauro Piazza (PdL) e il senatore Roberto Castelli (Lega Nord). Oggetto del contendere è stato un particolare dell’emendamento modificativo proposto al testo dell’ordine del giorno approvato ieri sera, richiesto dalla Lega Nord e condiviso dagli altri gruppi consiliari. Il documento finale, con il quale il Consiglio ha espresso, tra le altre cose, “la propria solidarietà a tutti i lavoratori coinvolti, l’apprezzamento per le misure messe in campo da istituzioni e sindacati e la volontà a destinare risorse e servizi in collaborazione con CNR e Politecnico”, conteneva però un altro punto fondamentale, sul quale si sono scaldati gli animi all’interno dell’opposizione: l’impegno formale da parte del Consiglio di favorire in futuro quelle scelte che salvaguardino le aree di produzione del territorio lecchese, quindi anche della Leuci, in contrasto alle volontà, più o meno celate, dei proprietari di operare in quelle stesse aree speculazioni edilizie di vario genere.

A tal proposito, con gli interventi di Roberto Castelli e Cinzia Bettega, la Lega Nord ha voluto focalizzare l’attenzione su un aspetto a suo avviso fondamentale: “vanno bene la solidarietà ai lavoratori, le azioni proposte e le risorse destinate al progetto” – ha osservato la consigliere Bettega – “ma oggi ai lavoratori della Leuci dobbiamo dire con assoluta chiarezza che quell’area resterà destinata alle attività imprenditoriali produttrici di posti di lavoro: anche nel testo del documento va precisato che quell’area resterà a produzione industriale”. Da qui la proposta leghista di un emendamento modificativo per “contrastare etiche speculative e ribadire invece l’impegno verso scelte finalizzate alla salvaguardia delle aree lavorative”. Il testo della delibera è stato dunque modificato, introducendo per tutte le aree industriali lecchesi coinvolte nei processi di riconversione la definizione di “destinazione produttiva di tipo industriale-artigianale”.

Di fronte a questa ulteriore specificazione, è intervenuto il coordinatore provinciale del PdL, Mauro Piazza: “Mi spiace constatare che la discussione di questa sera sia avvenuta sempre oltre i limiti sostenibili della retorica, nella speranza di ottenere con i propri interventi l’applauso facile da parte dei lavoratori”. “Per disciplina di partito voterò a favore della modifica e della delibera” – ha continuato Piazza – “ma il lavoro delle persone è qualcosa di sacro: non si può andare oltre un tasso accettabile di retorica e quest’ultima modifica, con la quale si vuol far credere che mettendo un vincolo di tipo urbanistico si possano salvare posti di lavoro, va decisamente oltre”. Secondo il consigliere di centro-destra, “il vincolo di tipo urbanistico approvato dal Consiglio non serve a molto, anzi, rischia in futuro di ritorcersi contro: cosa succederebbe se un domani arrivasse un imprenditore disposto a costruire una struttura in grado di dare lavoro a 100 persone? Cosa risponderemmo, che non possiamo accettare la modifica?”.

Piccata e un po’ risentita è arrivata a stretto giro la replica di Roberto Castelli (Lega Nord): “Eccolo il partito dei palazzinari che naviga sotto traccia, finalmente inizia a mettere fuori il naso”. Per il senatore leghista, “l’unico strumento nelle mani del Consiglio comunale per bloccare gli speculatori edilizi è proprio quello di specificare al meglio il vincolo urbanistico, in modo da poter contrastare i cambi di rotta degli imprenditori che intervengono nelle aziende in crisi”. “E’ un metodo rozzo” – ha ammesso Castelli – “ma data l’ormai cronica assenza di serie politiche industriali da parte dei governi centrali, ai quali mancano gli strumenti necessari per attuarle, oggi il vincolo urbanistico è l’unico sistema che abbiamo”.

Ancora più amara la conclusione del consigliere Antonio Pasquini (PdL), intervenuto in sostegno di Piazza: “La serietà di una classe politica si misura con le scelte più difficili. Se un ragazzo della mia generazione avesse assistito ad alcuni interventi sentiti questa sera – ha concluso Pasquini – “avrebbe preso il primo aereo per andarsene”.