Elezioni. Brivio vs Negrini. L’intervista ai due candidati

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LECCO – Manca meno di una settimana al voto che deciderà il nuovo sindaco di Lecco: la sfida al ballottaggio è tra l’attuale primo cittadino Virginio Brivio del centrosinistra (PD, Appello per Lecco, Vivere Lecco) e Alberto Negrini, sostenuto dal centrodestra (Lega Nord, Forza Italia, Fratelli d’Italia, Viva Lecco). 

Dopo le precedenti interviste tematiche a tutti i candidati sindaci, ecco l’ultimo confronto tra i due avversari che domenica 14 giugno, giorno del voto, si contenderanno soprattutto le preferenze degli indecisi e degli elettori che il 31 maggio avevano votato per altri candidati. Potrebbero infatti essere questi ultimi  il vero ago della bilancia del risultato elettorale. 

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– Perché i lecchesi dovrebbero volere lei come sindaco?


BRIVIO – “Perché c’è un’esperienza di cinque anni che ha rappresentato un elemento di novità rispetto alle precedenti amministrazioni, quindi un dato di conoscenza importante ed una determinazione maggiore di poter continuare di questo percorso. Un cammino che è consistito nell’essenzializzare l’azione dell’amministrazione sulle cose fattibili e non sui grandi proclami. Abbiamo una squadra sicuramente più coesa di altri e pronta a dialogare con tutte le forze positive che in consiglio comunale vorranno contribuire ad un rilancio complessivo della città”.

NEGRINI – “I lecchesi dovrebbero votare me perché Lecco ha bisogno di qualcuno che prenda a cuore la città, serve un lecchese che la conosca, la frequenti e la viva e, quindi, la possa amministrare avendo il punto di vista di chi abita la città e la usa, rispetto a quello di un sindaco chiamato a dirigerla dall’alto. A votare per me saranno quei lecchesi che vogliono riscoprire l’orgoglio e la coesione della nostra città”.

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– Quali sono le differenze sostanziali del suo programma rispetto a quello del suo avversario?

BRIVIO – “Nel nostro programma c’è più coraggio. L’esperienza è il nostro punto forte, non dico che non debba esserci una prima volta per cominciare, ma in un momento così delicato partire con una squadra ex novo è difficoltoso e la frammentazione politica che Negrini ha alle spalle potrebbe condizionarlo non poco. Il tener conto di questi equilibri sarà l’elemento faticoso per lui, lo è già in questa campagna elettorale. Si vedono pochi contenuti e vediamo i partiti lanciare un candidato che invece aveva fatto del civismo la sua cifra principale”.

NEGRINI – “Io mi sono presentato all’inizio della campagna elettorale con il mio programma definito che, poi, è stato integrato con quello che ho imparato durante i vari dibattiti e incontri avvenuti nei giorni prima della votazione, mentre per quello che ho potuto osservare il programma di Brivio è stato tutto in divenire e sembra anche che abbiano dimenticato di aver amministrato la città per questi ultimi cinque anni, preferendo un linguaggio di politica demagogica. Nei giorni scorsi, ad esempio, Brivio ha ribadito i suoi primi tre o quattro punti inserendo ‘il piano Marshall’ di asfaltatura delle strade che era del candidato Lorenzo Bodega e ha anche parlato di politiche del lavoro che da subito sono state una mia prerogativa, cosa che mi è apparsa come un paradosso. Oltre a questo aspetto i nostri programmi sono diversi anche per le visioni differenti che abbiamo circa il futuro della città, infatti secondo Brivio per poter far sviluppare il turismo vanno create le strutture ricettive, ma mettere alberghi in città senza prima aver strutturato le giuste proposte sarebbe come voler aiutare il commercio semplicemente costruendo nuovi negozi, è una ricetta che non funziona perché prima bisogna pensare a plasmare la vocazione turistica che richiami a Lecco i turisti e solo dopo si può pensare a creare gli alberghi”.

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Se eletto cosa farà nei primi cento giorni di governo? 

BRIVIO – “Abbiamo delle questioni che devono essere risolvere all’interno della macchina comunale, certamente c’è esigenza di una maggiore attenzione alle manutenzioni quotidiane e al decoro e la necessità dello sblocco di cantieri delle opere pubbliche più importanti a partire dal Palazzo di giustizia. Soprattutto mi vorrei concentrare su due aspetti: il tema del lavoro e quello della casa che continuano ad essere al centro delle preoccupazioni delle famiglie. Non pensiamo di risolverlo con delle deleghe ad hoc ma queste permetterebbero di prendere subito in mano i problemi per costruire nei primi mesi un piano di interventi in collaborazione con altri enti locali. Lo stesso vale per le risorse economiche da trovare altrove, attraverso bandi europei, invece che con le tasse pagate dai cittadini o dai trasferimento dello Stato. Il reperimento di questi fondi deve diventare una dimensione normale e non eccezionale”.

NEGRINI – “Il sistemare le strade non è una delle prime cose da fare, ma addirittura deve essere la premessa da cui partire, fatto questo uno dei primi provvedimenti che intendo prendere è la riapertura di piazza della Stazione, è anche un gesto simbolico perché la mia proposta è contro il proibizionismo e a favore delle regole. L’altro progetto a cui mi dedicherò sarà la lotta alla burocrazia: ci occuperemo dei regolamenti comunali e costruiremo all’interno del Comune nuovi sistemi operativi che rendano la macchina comunale più produttiva ed efficiente per i cittadini”.

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– Si aspettava di arrivare al ballottaggio? Secondo lei per quali motivi i lecchesi l’hanno preferita ad altri candidati?

BRIVIO – “Sì e mi aspettavo di essere di poco sopra rispetto a quanto abbiamo preso. L’area riformista del centro sinistra, insieme alla sinistra che non ha corso con noi, ha ottenuto complessivamente il 45%, un dato politico non secondario, anche se frutto di candidature di tipo diverso. Penso che la città, pur non premiando immediatamente il governo di questi anni, non ha dato quel giudizio così negativo che in maniera strumentale ci veniva dato contro e quattro cittadini su 10 hanno confermato l’idea di un certo tipo di governo cittadino”.

NEGRINI – “Si, mi aspettavo di arrivare al ballottaggio. Per i candidati del M5s e della sinistra esistevano già dei limiti di consenso, dato che avevano scelto di correre da soli, mentre per quanto riguarda Bodega credo sulla sua candidatura abbia prevalso il fatto che io sono una figura nuova e che voglio fare l’interesse del cittadino con le competenze che ho acquisito nella mia esperienza nel mondo dell’impresa e ritengo anche che i lecchesi abbiano apprezzato il mio programma perché ha saputo accompagnare alle proposte delle risposte su come si può agire per attuarle”.

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– Quale fetta di elettori punterà a convincere? Ai sostenitori di quali liste rimaste escluse dal ballottaggio intende rivolgersi?

BRIVIO – “Si riparte da zero, dobbiamo rivolgerci non solo ai nostri sostenitori ma anche a coloro che non sono andati a votare e a quegli elettori che non hanno più il loro candidato sindaco. L’impegno che voglio prendermi, e lo dico prima dell’elezione senza retorica, è quello di essere sindaco di tutti e non di una sola parte della città. Io mi rivolgo a tutti i lecchesi con parole semplici e vere: in noi possono trovare un’esperienza di governo che è stata temprata dalle difficoltà di questo particolare periodo storico e che ora può esprimere il meglio. Nostra è una logica di coesione e di squadra che ci ha sempre contraddistinto. Attenzione a lasciare un’esperienza che si conosce per scegliere un elemento di incertezza. Ci rivolgiamo agli elettori di sinistra, dei Cinque Stelle e del Nuovo Centro Destra, senza dimenticare che c’è una fetta di elettori che domenica scorsa non è andata a votare. Alcune delle proposte sono in anche nei programmi di altre forze politiche, magari con altre risposte. Poiché nel ballottaggio, dovendo scegliere non ciò che più ci rappresenta in assoluto ma ciò più avvicina alla propria idea, dico agli elettori delle altre liste di valutate la nostra proposta, la nostra esperienza, le accelerazioni che vogliamo dare, le priorità, il metodo e il contenuto, perché alcune risposte con noi le potranno trovare”.

NEGRINI – “Io credo esistano due filoni di lecchesi a cui posso offrirmi con legittimità, gli elettori del mi hanno già votato e quelli del centrodestra che prima hanno votato Bodega. I ciellini hanno annunciato che voteranno per Brivio, ma ora io mi chiedo come potrà mettere insieme realtà così diverse tra loro: Comunione e Liberazione, ad esempio, porta avanti idee limitanti per i diritti civili degli omosessuali, cosa in contrapposizione con la sinistra oppure per quanto riguarda la scuola Cl è portatrice di interesse delle scuole private paritarie, quando esistono le scuole pubbliche a cui crolla il tetto e mi chiedo come dialogare insieme al centrosinistra su temi di questo tipo, a me viene da pensare che la loro sia una scelta incoerente e di semplice opportunismo, voteranno per puro interesse chi pensano sia il candidato più forte. Il M5s, invece, tende ad autolimitarsi quando sceglie di non essere al governo e di assumere il ruolo di osservatore guardiano esterno, con gli elettori M5s forse ho il peccato originale di essere supportato da partiti con cui loro non vogliono stare, ma io ho profondo rispetto delle loro proposte e alcune di esse sono in grado di rappresentarmi, per questo credo che l’affinità ci sia”.

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– In caso di vittoria come comporrà la squadra di governo? Ha già individuato personalità adatte al ruolo di assessore? Se sì, quali?

BRIVIO – “I criteri per la scelta degli assessori saranno quelli della competenza, dialogando anche con le liste che mi hanno sostenuto. Due nomi sono già stati annunciati: quello di Stefano Gheza e di Simona Piazza, due professionisti capaci che hanno scelto di mettersi al servizio della città senza badare troppo agli steccati ideologici o alle differenze culturali. Lo sport credo meriti di essere valorizzato con un assessore esclusivo in quell’ambito perché siamo alla vigilia di un appalto importante, quello del Bione, che va seguito da vicino. Due nuovi assessorati non esclusivi avranno come obiettivo lavoro e casa. Ci saranno alcuni affinamenti da compiere per dare risposte funzionali alle esigenze dei cittadini; non è solo un problema di assessori ma anche di risistemazione della struttura amministrativa. Il tempo che gli assessori potranno mettere a disposizione sarà importante così come lavorare in una logica di squadra”.

NEGRINI – “Ho iniziato a pensare a come vorrei comporre la squadra di governo nel caso in cui venissi eletto sindaco, è una situazione delicata e importante perché io non voglio fare banali concessioni alla politica, a meno che non ci siano posizionamenti legittimi. Ci saranno cariche legittime che arrivano dalla politica, ma saranno integrate anche da figure che provengono dalla società civile come me, ho già individuato un paio di nomi e sto riflettendo sul terzo, nella prossima settimana comunicherò la mia decisione”.

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– Come si relazionerà con le altre forze politiche? Quale il rapporto con i Cinque Stelle? E con il Nuovo Centrodestra?

BRIVIO – “Vorremo che il consiglio comunale torni ad essere il luogo sostanziale delle decisioni, che non ratifichi ciò che la maggioranza e la giunta propongono ma che, senza nulla togliere alle dialettiche e ai voti diversi, sia un luogo di crescita complessiva della città. Con le altre forze politiche punteremo ad una condivisione forte di un metodo per preparare al meglio il consiglio comunale e per far sì che le commissioni diventino opportunità per istruire adeguatamente le delibere. Io penso che l’emergenza del lavoro sia un tema che riguarda tutti e sul quale trovare dialogo con la sinistra, così come con i Cinque Stelle sul tema della partecipazione dei cittadini, con NCD e Bodega su tematiche concrete come le manutenzioni e decoro cittadino”.

NEGRINI – “Fare un apparentamento con il Nuovocentrodestra è sembrato da subito una cosa non possibile per le dialettiche preesistenti che non mi coinvolgevano in prima persona, ma di cui non se ne poteva negare l’esistenza, mentre per quanto riguarda il M5s i dirigenti mi hanno chiesto un appuntamento dopo la scadenza per la presentazione degli apparentamenti, quindi il messaggio è stato chiaro. Aldilà delle alleanze ufficiali, io resto aperto a qualsiasi tipo di collaborazione, in particolare con le strutture di centrodestra vorrei si ragionasse nell’ottica della creazione di un laboratorio per un centrodestra unito perché credo non abbiano senso i governi condivisi con il centrosinistra, un esempio è la campagna elettorale che Ncd ha fatto contro Brivio”.