Non è passata la mozione di Sei Merate che chiedeva la convocazione di Favini in consiglio comunale
Tanti gli interventi registrati in aula e una consapevolezza: “Il futuro del Mandic si gioca in Regione”
MERATE – C’è chi, come Ernesto Sellitto ha bollato il tutto come una fake news chiedendo di attenersi alla veridicità dei fatti e chi, come Silvia Villa, ha invece raccontato di anni di promesse, ancora sulla carta, relative al potenziamento del presidio di via Cerri. Ha tenuto banco per più di un’ora, aprendo diverse chiavi di lettura, la discussione in merito alla mozione sul futuro dell’ospedale Mandic di Merate. Il testo, presentato dal consigliere di Sei Merate Alessandro Pozzi, chiedeva la convocazione di un consiglio comunale aperto alla cittadinanza in cui parlare, alla presenza del direttore generale dell’Asst Lecco Paolo Favini e magari anche dell’assessore regionale alla sanità Giulio Gallera, delle intenzioni e delle progettualità in merito al Mandic.
La mozione di Sei Merate
“Questa mozione nasce da due fatti – ha puntualizzato Pozzi -. Il primo, la delibera regionale di fine 2018 che parla di un’apertura minima di 12 ore per i Pronto Soccorsi con utenze medie giornaliere inferiore alle 100 persone. Il secondo, le dichiarazioni di Favini a margine di una conferenza stampa che andavano nella stessa direzione della delibera regionale. Sappiamo che poi lo stesso Favini ha rassicurato i sindaci sul futuro del Mandic e si è impegnato a investire risorse per la struttura. Notizie di cui siamo ben lieti. Resta il fatto che negli ultimi anni abbiamo assistito a un depauperamento del presidio”. Il rischio, paventato dallo stesso Pozzi, “è che tra Manzoni di Lecco e Mandic di Merate si crei lo stesso rapporto che c’è tra macchina e muletto”.
Villa: “Da anni sentiamo solo promesse”
Un timore che va confutato, questa l’opinione di Silvia Villa, con i fatti e non più solo con le promesse. Consigliere di Sei Merate, ma soprattutto oncologa in pensione da pochi mesi, Villa ha raccolto l’invito a non fare del terrorismo mediatico sulla vicenda, aggiungendo però che il primo a mettere benzina sul fuoco sia stato proprio lo stesso Favini. “Le risorse umane del Mandic sono ai minimi storici. Basta pensare che le Oss non hanno potuto godere le ferie perché non avevano cambi. Mi permetto di aggiungere che la valorizzazione di un ospedale passa dalla creazione di reparti appetibili. Merate ha avuto un passato fulgido. Non possiamo permetterci che, come avvenuto di recente, una famiglia venga dirottata a Lecco perché a Merate manca l’otorino”.
Villa ha poi passato in rassegna tutte le promesse di investimenti e valorizzazioni ricevute dal 2009 a oggi. “In questi anni ci sono stati fior fiore di incontri alla presenza di diversi dg. E ora i 950mila euro preventivati adesso per l’ampliamento del Pronto Soccorso sono gli stessi di cui si parlava anni fa. Sia chiaro, la mia non è mancanza di fiducia nei sindaci, ma vogliamo che sia il dg a rassicurare la popolazione e il consiglio comunale”.
Sarà il sindaco a fare il punto sulla situazione
Una richiesta che non è stata accolta dalla maggioranza di Più Merate che ha voluto proporre, tramite il capogruppo Alfredo Casaletto, un emendamento per impegnare il sindaco Andrea Massironi a rendere conto, a cadenza prestabilita, sugli sviluppi delle rassicurazioni fornite dallo stesso Favini ai sindaci.
Vivenzio: “La vera partita si gioca in Regione”
Non sono mancati però i distinguo. L’assessore Massimiliano Vivenzio ha infatti ammesso: “E’ ovvio che questa partita si gioca in altri contesti che non sono il consiglio comunale di Merate. Il Mandic paga alcune situazioni come l’essere sotto organico al Ps, la difficoltà a coprire i posti mancanti e le specialità che purtroppo sono andate a perdersi. Per questo dico che bisogna battere i pugni in Regione per il nostro ospedale e tenere monitorate le problematiche che emergono dalla struttura”. Vivenzio ha aggiunto: “Anche i tempi di attesa sono inaccettabili. Sicuramente da questa mozione ci sono spunti da prendere, ma garantisco che tra Casatenovo e Merate si è creato un asse capace di fornire risposte immediate ai problemi”.
L’assessore ai Servizi sociali John Patrick Tomalino ha sottolineato che esistono già organi intermedi, come il consiglio di rappresentanza e il distretto, capaci di mediare tra azienda ospedaliera e territorio: “Penso che il metodo di prevedere costanti monitoraggi alla situazione sia il più opportuno”. Una posizione condivisa dal consigliere Ernesto Sellitto ben più duro nel contestare la deriva presa dall’intento “seppur pregevole” di difendere l’ospedale. “Favini non deve rispondere al consiglio comunale di Merate. Si è costruito un caso senza verificare quello che era successo. Purtroppo senza questa verifica, passa il messaggio che l’ospedale chiude. E non è così” ha concluso richiamando al concetto di fake news. Da qui la proposta poi scritta da Casaletto di impegnare il sindaco a comunicare al consiglio comunale entro il 30 settembre lo status quo sulle promesse avanzate da Favini. Il sindaco Andrea Massironi ha sospeso per 5 minuti il consiglio per ragionare intorno agli emendamenti proposti.
Bocciato l’emendamento di Robbiani
Bocciato invece l’emendamento presentato da Andrea Robbiani della Lega Nord che chiedeva di integrare le richieste di Sei Merate allargando l’invito all’incontro con Favini anche ai sindaci del territorio e ai consiglieri regionali. “E’ vero, la partita si gioca su altri tavoli. Per questo il progetto di creare a Merate una cittadella della salute andava e va ripreso anche oggi. Dobbiamo remare tutti nella stessa direzione. Il futuro del Mandic non può diventare una bandiera di uno schieramento politico o di un altro”.
Una posizione condivisa, almeno a livello di voto, anche dal collega di partito Massimo Panzeri, candidato in pectore della lista di Forza Italia e Lega alle elezioni del 26 maggio. Il suo intervento in aula (il primo di quelli registrati tanto che Pozzi ha avuto gioco facile a ironizzare con un “ora Panzeri parla per la maggioranza”) è stato decisamente più blando. Riportando l’ottima esperienza personale vissuta solo qualche giorno prima al Mandic, Panzeri ha detto di “condividere la mozione di Sei Merate”, sottolineando però l’esistenza di un documento ufficiale rassicurante. “Su questa vicenda – ha aggiunto – i toni si sono notevolmente accentuati”.