Larghe intese a Lecco: Appello chiede spazio, IDV delusa

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Corrado Valsecchi di Appello per Lecco - Ezio Venturini dell'Idv
Corrado Valsecchi - Ezio Venturini
Corrado Valsecchi – Ezio Venturini

LECCO – L’annuncio della ricandidatura di Brivio alla poltrona di sindaco di Lecco? “Un punto di partenza essenziale per definire orientamenti, strategie e pianificazioni anche di carattere programmatico che dovranno essere all’altezza del necessario cambiamento” .

Commenta così Corrado Valsecchi, portavoce di Appello per Lecco, facendo sapere che l’associazione da alcune settimane aveva chiesto al primo cittadino di sciogliere le riserve sulle sue reali intenzioni.

“Occorre preparare, per il futuro, un programma vincente e convincente, un progetto di squadra dove il talento, la competenza e il merito prevalgano sulle logiche di spartizione partitiche e si imprima un deciso cambio di passo nella realizzazione di tutti i progetti rimasti inevasi” prosegue Valsecchi facendo ben capire che nella prossima tornata elettorale Appello per Lecco, “non più l’associazione neo-costituita del 2010”, punterà ad avere un peso maggiore dell’attuale nella futura amministrazione.

“La notizia vera è che il Sindaco ha deciso di restare in campo, per le alleanze, senza alcun pregiudizio, verrà il tempo giusto per le valutazioni e l’assunzione delle responsabilità – spiega Valsecchi riferendosi all’apertura del sindaco verso il Nuovo Centrodestra – Resta inteso che Appello per Lecco non pone steccati ideologici che oltre a non aver senso per una competizione amministrativa, rappresentano spesso una colpevole degenerazione nelle relazioni politiche e amministrative. L’unico elemento discriminante che rivendichiamo è quello che la coalizione, alla quale aderiremo per la competizione 2015, abbia come unico valore ideale: il bene della città e l’interesse della nostra comunità”.

Dichiarazioni di tutt’altro tenore dall’IDV e dal suo capogruppo, Ezio Venturini, che si è detto “sconcertato , sbigottito e deluso” sull’ipotesi di alleanza PD-NCD:

“Si era forse già capito da tempo , dai diversi e troppi voti di astensione del nuovo Centro Destra su certe determinate delibere , al continuo e persistente bocciatura di alcune mie proposte non valutate dai contenuti, ma da una disciplina, ahimè , di partito. Una fiera promiscua, somma, nella quale c’era e c’è ancora tutto e di più, tranne la preminenza delle due forze essenziali che caratterizzano una democrazia compiuta: cioè una vera destra moderata, liberale, e una sinistra autenticamente riformista”.

Poi una domanda diretta al sindaco Brivio: “Le chiedo: il Nuovo Centro Destra di Alfano quanto è lontano ideologicamente e politicamente dal ceppo originario? E qualora il distacco dalla casa Madre si nutrisse di idee e acquisisse i tratti di una vera destra quanto sarebbe compatibile uno spostamento a sinistra a meno che la sinistra si sposterebbe a destra compatibilmente , o vuoi che si potesse creare una nuova coalizione che passando attraverso una lavatrice creerebbe un raggruppamento autenticamente moderato? “