Il caso del prof. Carlo Gilardi in consiglio comunale. Valsecchi: “Il Comune non ha difeso la casa di riposo”
Zamperini: “Come sta il professore?”. Il sindaco: “Niente legna sul falò delle polemiche. Gilardi non è nostro cittadino, sul suo caso non abbiamo alcuna competenza”
LECCO – Il caso del prof. Carlo Gilardi torna in consiglio comunale a Lecco: a proporlo sono stati i consiglieri comunali Giacomo Zamperini di Fratelli d’Italia, con un’interrogazione al sindaco, e Corrado Valsecchi di Appello per Lecco con un intervento in aula.
Quest’ultimo ha tirato le orecchie sia a chi “alimenta la bagarre politica, occupandosi delle vite degli altri pur con informazioni parziali” sia al Comune di Lecco per “il silenzio totale nel difendere la nostra Rsa, non ci voleva molto – ha detto Valsecchi – nel prendere carta e penna e sottolineare che la nostra Airoldi e Muzzi non è quella dipinta dai manifestanti e dalla trasmissione Le Iene, ma una struttura di eccellenza riconosciuta da tutti i cittadini. Far passare l’idea nell’opinione pubblica che sia poco meno di un lager è offensivo e lontano da ogni realtà”.
Zamperini aveva già annunciato nei giorni scorsi la sua interrogazione (qui l’articolo precedente) volta ad avere informazioni sulle azioni intraprese dal comune a salvaguardia dell’attività dell’Airoldi e Muzzi, in particolare la serenità di lavoratori e ospiti, e sulle condizioni del prof. Gilardi.
Una situazione “ingombrante” quella generata dal caso mediatico dell’anziano professore di Airuno “per un istituto importante per la nostra città, quali sono gli Airoldi e Muzzi – ha risposto il sindaco Mauro Gattinoni – siamo sempre stati in costante contatto con gli organi direttivi della casa di riposo, ci siamo raccordati con prefettura e questura per contemperare il legittimo diritto di manifestazione con l’attività dell’istituto”.
Il sindaco ha ricordato “fastidi e vessazioni subite dai dipendenti, spesso aggrediti verbalmente mentre si recavano sul posto di lavoro, il centralino subissato da chiamate da tutta Italia. Tutto questo ha generato un disturbo insostenibile. Non abbiamo preso una posizione pubblica – ha detto Gattinoni – in accordo con la dirigenza per non gettare altra legna sul falò delle polemiche e delle supposizioni. La RSA non ha bisogno delle parole del sindaco per difendersi” ha detto Gattinoni riferendosi alla denuncia sporta contro l’ex consigliere della Lega, Giovanni Colombo, che aveva consegnato al programma di Italia Uno (vedi qui) la missiva anonima di un presunto dipendente della casa di riposo.
Quanto alle condizioni del professore e il suo futauro ritorno a casa “c’è solo una risposta – ha detto Gattinoni – non è cittadino lecchese, di conseguenza non è sotto la tutela del sindaco e i nostri servizi sociali non hanno avuto a che fare con questo caso. Anche le tempistiche di dimissione e percorsi alternati non sono di nostra competenza”.
Una risposta che non è piaciuta a consigliere di Fratelli d’Italia: “Non è un cittadino lecchese e quindi ce ne disinteressiamo? Non si è sentito in dovere di andare a trovarlo o di fare un’ispezione?”