Il sindaco di Pescate fa chiarezza sui ruoli: “La sicurezza dei cittadini lecchesi non è in capo al sindaco”
“Credo stia facendo quello che il suo ruolo gli consente e non può essere preso a capro espiatorio”
PESCATE – Il sindaco di Pescate Dante De Capitani, sulla questione sicurezza, prende le difese del collega Mauro Gattinoni: “Credo stia facendo quello che il suo ruolo gli consente e non può essere preso a capro espiatorio per la situazione delle gang e delle bande che imperversano nella città di Lecco spaventando i cittadini”.
Un intervento puntuale quello di De Capitani che ha sottolineato come i sindaci abbiano poteri molto limitati se non nulli: “La sicurezza dei cittadini lecchesi non è in capo al sindaco di Lecco che nel frangente ha meno potere anche del sindaco di Pescate. Io, infatti, sono autorità locale di pubblica sicurezza e posso intervenire, come già ho fatto nel mio paese, mentre Mauro Gattinoni non lo può fare perché a Lecco ci sono già presidi di Pubblica sicurezza a cui spetta intervenire. Questo i cittadini magari non lo sanno, ma la legge e il Testo unico delle leggi di Pubblica sicurezza sono chiari”.
In qualità di presidente della Conferenza dei Sindaci del circondario di Lecco, Dante De Capitani ha sottolineato di non poter più tollerare i continui attacchi a un collega “che per legge non ha responsabilità sull’Ordine pubblico. Volete che siano i sindaci i responsabili dell’ordine pubblico invece che i Prefetti? Bene, allora dateci il potere di farlo e di coordinare le forze dell’ordine. Certo non è facile perché ormai anche Lecco si è riempita di gentaglia senza patria e senza rispetto e le leggi attuali non sono in grado di contrastare il fenomeno. Un sindaco per il suo territorio è disposto a lottare fino alla fine, ma deve avere dalla sua parte gli strumenti per agire”.