Gettoni e indennità: ecco quanto costa la politica, dai Comuni alla Regione passando per la Provincia

Tempo di lettura: 7 minuti

Il caso dei furbetti del bonus ha riacceso i riflettori sui costi della politica

Viaggio tra gettoni di presenza e indennità di carica percepiti da chi amministra Comuni, Provincia e Regione

 

LECCO – Il caso dei furbetti del bonus, ovvero dei parlamentari che hanno chiesto il contributo da 600 euro previsto dal decreto Cura Italia e rivolto ai liberi professionisti titolari di partita Iva, ha riacceso i riflettori sui costi della politica. Un fuoco incrociato di polemiche, critiche e indignazione popolare che ha finito con il mettere nello stesso calderone tutti gli amministratori, dai consiglieri di Comuni di nemmeno mille anime a senatori e deputati, che avrebbero richiesto il sussidio all’Inps. Un gioco al massacro facile, in cui la sacrosanta questione dell’opportunità di chiedere un bonus quando si gode di una situazione reddituale agiata e tranquilla, ha portato ancora una volta sotto accusa la “casta”.

Ma è davvero possibile mettere tutti (al netto che il decreto lo ha fatto non prevedendo soglie di accesso) sullo stesso piatto della bilancia? Quanto “guadagna” un consigliere di un piccolo Comune della Valsassina rispetto a un Parlamentare? E cosa cambia, a livello di indennità percepita, tra indossare una fascia tricolore e sedersi sui banchi del Consiglio regionale?

Domande che ci hanno guidato in questo viaggio tra circolari, decreti e delibere passando in rassegna le sezioni dell’Amministrazione trasparente, obbligatorie per legge sui siti internet degli enti locali.

I COMUNI

Iniziamo dai Comuni. Qui, come ribadito da una nota esplicativa dell’Anci Veneto del 2019 (valida comunque a livello nazionale), a fare fede, così come previsto dall’articolo 82 del testo unico enti locali, è il decreto interministeriale 119 del 4 aprile 2000 in cui sono fissate le indennità di sindaci, assessori e consiglieri comunali. La normativa sarebbe dovuta essere rivista ogni tre anni, ma in realtà ciò non è avvenuto. Le cifre indicate (convertite nel frattempo in euro) vanno però ritoccate al ribasso del 10%, in base a quanto previsto dalla legge 266 del 2005 di contenimento della spesa pubblica e sono ulteriormente passibili di “revisione” in base alle legge Delrio del 2014 che ha consentito modifiche al numero di consiglieri e assessori comunali a patto dell’invarianza della spesa pubblica.

I gettoni di presenza per i consiglieri comunali

Al di là di norme e cavilli, però, i conti sono presto fatti. E portano i nostri consiglieri comunali (dal capoluogo manzoniano in giù visto che le fasce di indennità sono calcolate in base al numero di residenti) a potersi concedere ben pochi sfizi grazie alla loro attività amministrativa.
A Lecco infatti il gettone di presenza è di 32,54 euro e viene percepito per ogni seduta di Consiglio o di commissione. Lo stakanovista del Consiglio comunale, ovvero Alberto Anghileri, recordman di presenze negli ultimi due anni, ha chiuso l’anno con un “bottino” di 3.286,54 euro lordi nel 2018 e di 2.864,02 euro lordi nel 2019 (dati disponibili fino al 30 settembre, come possibile vedere da questa tabella: clicca qui).

A Merate, secondo Comune per abitanti della Provincia, si viaggia a 20,99 euro a seduta, ma il gettone non viene riconosciuto per le commissioni consiliari. Calolzio, Comune a sua volta poco sotto i 15mila abitanti, riserva ai propri consiglieri 19,99 euro per ogni riunione di consiglio o commissione. Scendiamo di un altro girone e arriviamo ai paesi sotto i 10mila abitanti. Qui il decreto del 2000 parla di 18,08 euro a seduta, ma la cifra, per forza della riduzione del 10% e del ricalcolo dovuto alla legge Delrio, scende ai 13,56 euro di Olginate, ai 15,78 euro di Calco e ai 9,76 euro di Barzago, comune con meno di 3mila abitanti. Cifre lorde, da cui dovranno essere trattenute le tasse.

Le indennità dei sindaci

Così come per i consiglieri comunali, anche le indennità di sindaci e assessori sono stabilite in base al numero di abitanti.

Per un sindaco di un Comune sopra i 30mila abitanti è prevista un’indennità di 3.460,26 euro lorde al mese. Anche qui la cifra va ridotta del 10% e andrebbe diminuita della metà qualora il sindaco fosse un dipendente non in aspettativa. Il caso di Lecco rappresenta comunque un’eccezione visto che, essendo capoluogo di Provincia, al primo cittadino viene corrisposto l’indennità di funzione per i sindaci con popolazione compresa tra i 50mila e 100mila abitanti ovvero 4.131,66 euro. Il che, calcolatrice alla mano, porta l’indennità percepita dal sindaco uscente Virginio Brivio a 54.104,16 euro lordi all’anno. Giusto per fare altri esempi e parlando di cifre sempre al lordo, a Merate il primo cittadino Massimo Panzeri percepisce 1.464,15 euro al mese mentre a Calolzio il collega di ruolo e partito Marco Ghezzi incassa 2.788,87 euro euro. A Olginate si parla, considerate le dodici mensilità, di 30.119,76 euro per il sindaco Marco Passoni mentre a Mandello di 34.470,36 annui per Riccardo Fasoli.

Per i Comuni sotto i 3mila abitanti va segnalato inoltre quanto previsto dall’articolo 57 quater del decreto legge 124 del 2019 con cui è stata data la possibilità ai sindaci di incrementare dell’85% la misura dell’indennità spettante ai sindaci dei Comuni con popolazione fino ai 5mila abitanti.

Gli assessori

E gli assessori? Viaggiano con il sindaco. L’importo viene infatti calcolato in percentuale rispetto all’indennità del primo cittadino con scaglioni in base ai residenti. E’ il 10% per i Comuni sotto i mille abitanti, del 15% per quelli tra i mille e i 5mila e del 45% per quelli tra i 5.001 e 50mila abitanti. La vicesindaca di Lecco Francesca Bonacina ha percepito per tutto il 2019 29.757,24 euro lordi mentre il vice sindaco di Merate Giuseppe Procopio ha uno stipendio di 1.610,57 euro lordi al mese. La differenza sta nel lavoro svolto, visto che per i dipendenti è previsto una riduzione del 50% dell’indennità (per la tabella con le indennità percepite a Lecco clicca qui)

Nota a parte per i presidenti dei Consigli di Comuni superiori ai 15mila abitanti (solo Lecco nella nostra Provincia): a loro è corrisposta un’indennità mensile di funzione pari a quella degli assessori di Comuni della stessa classe demografica.

LA PROVINCIA

Profondamente rivista nella sua organizzazione della legge 56 del 2014 Delrio, la Provincia è un organo elettivo di secondo grado, in cui rappresentanti sono eletti da sindaci e dai consiglieri dei comuni della provincia. In origine era stato previsto che tutti gli incarichi fossero a titolo gratuito.

Una seduta di consiglio provinciale

Solo con il decreto legge 124 dell’ottobre 2019 è stato introdotta, all’articolo 57 quater, l’indennità di carica per il presidente. L’importo è determinato in misura a quello del sindaco del Comune capoluogo e non è cumulabile con l’indennità percepita in qualità di sindaco.
Il che vuol dire, calato sulla realtà lecchese, che il numero uno di Villa Locatelli Claudio Usuelli può percepire fino a un massimo di 3.718,49 euro lordi mensili. Nella cifra sono compresi i 1.863,49 euro lordi “guadagnati” indossando la fascia di primo cittadino a Nibionno con quindi 1.855 euro lordi in quota alla Provincia.

Solo il rimborso per i consiglieri provinciali

Nessun emolumento per i 12 consiglieri provinciali, neppure per quelli che si sono visti assegnare una delega. Per loro è previsto un mero rimborso spese per la partecipazioni ai Consigli provinciali o alle “missioni” per cui abbiano ricevuto apposita delega firmata dal presidente. L’ammontare del rimborso è da ricostruire tramite i biglietti del treno (o dei mezzi di trasporto su gomma) o attraverso il riconoscimento di un quinto della benzina spesa. In questo caso le cifre in discussione difficilmente raggiungono la doppia cifra e lo stanziamento annuo a bilancio è, complessivamente, di circa 3mila euro.

LA REGIONE

Diverso il caso dei consiglieri e degli assessori regionali. In questo caso le somme si alzano sensibilmente, arrivando a superare i 10mila euro lordi al mese. Il testo di riferimento è la legge regionale 24 giugno 2013, numero 3 che disciplina il trattamento economico dei Consiglieri regionali, dei componenti la Giunta e dei sottosegretari. E’ previsto il riconoscimento dell’indennità di carica pari a 6.327 euro lordi per dodici mensilità.

I consiglieri regionali di maggioranza Mauro Piazza e Antonello Formenti

A questo si aggiunge il rimborso forfettario per l’esercizio del mandato pari a 4.218 euro netti visto che la cifra non è soggetta a tassazione. Per ogni assenza alle sedute di cui il consigliere è componente, è però prevista una decurtazione del rimborso pari a un quindicesimo.
Una somma a cui va aggiunta l’indennità di funzione per chi la ricopre. Giusto per fare qualche esempio al presidente Attilio Fontana sono riconosciuti 2.700 euro in più così come al presidente del Consiglio Alessandro Fermi. Agli assessori spetta invece un’indennità di funzione di 2.160 euro.

I nostri consiglieri regionali

E i nostri consiglieri regionali cosa percepiscono? Il leghista Antonello Formenti, già sindaco per due mandati di Castello Brianza, 10.545 euro, da cui bisognerà togliere le tasse relativa all’indennità di carica. Stesso importo percepito anche da Raffaele Straniero, consigliere regionale di minoranza in quota Pd. A questa cifra vanno invece aggiunti, nel caso del consigliere forzista Mauro Piazza, i 1.080 euro lordi dovuti in quanto presidente della Commissione speciale – Autonomia e riordino autonomie locali per un totale quindi di 11.625 euro al mese. Per l’elenco completo relativo ai consiglieri regionali è possibile consultare questo link:  http://pubblicazioniweb.consiglio.regione.lombardia.it/pubblicazioniweb/trasparenza/trasparenzareport.aspx?mode=c&

Abolito, dal 2013 in avanti, l’assegno vitalizio che, introdotto dalla legge regionale 20 marzo 1995, n. 12, è stato riconosciuto ai Consiglieri in carica fino alla IX legislatura, (marzo 2013).