Il centrodestra propone di rivedere aliquote ed esenzioni dell’addizionale Irpef
Ad unanimità approvato un emendamento per una diminuzione della tassa dal 2024 o interventi a sostegno delle famiglie in difficoltà
LECCO – Un confronto politico aspro, come nelle previsioni, quello sull’aumento addizionale Irpef a Lecco ma in Consiglio Comunale, se il provvedimento ha trovato il voto contrario delle opposizioni, si è riusciti a trovare un’intesa sulle prospettive future, ovvero sulla possibilità di allentare la pressione fiscale sulla cittadinanza appena sarà possibile.
L’aumento dell’addizionale, ricordiamo, è destinato a colmare il fabbisogno di risorse del Comune di Lecco, in difficoltà a causa dei rincari – in particolare per costi di energia e incremento dei prezzi legato all’inflazione – che pesano il bilancio dell’ente pubblico. Da un lato taglio, fino a 3,5 milioni di euro, e dall’altra l’aumento dell’Irpef per un analogo importo: questa è la strada percorsa dal Comune.
Riguardo all’addizionale, si abbandona il sistema a scaglioni e si propone un’aliquota unica allo 0,8% per tutti i contribuenti, con esenzione per i redditi fino a 16 mila euro l’anno.
Dopo gli attacchi degli ultimi giorni, è stato il centrodestra, lunedì in aula, a farsi avanti proponendo due ordini del giorno (il primo a firma dei consiglieri Zamperini, Caterisano, Boscagli, Ciresa e Rossi, il secondo di Minuzzo, Brigatti e Caravia) per chiedere che fin dal prossimo anno, con l’eventuale discesa dei prezzi, si possa tornare al precedente sistema di aliquote Irpef e che si possa modificare l’aspetto legato all’esenzione. “E’ soprattutto il ceto medio ad essere colpito dagli aumenti della tassa” hanno fatto presente i consiglieri della minoranza.
Bocciati entrambi gli emendamenti, una terza proposta pronunciata per voce di Emilio Minuzzo ha trovato concorde il centrosinistra: il documento chiede al Comune di adoperarsi dal prossimo anno per una diminuzione delle aliquote e, nel caso non lo fosse, di intervenire in favore dei ceti in difficoltà anche tramite l’innalzamento delle soglie di esenzione. Una breve pausa del Consiglio ha permesso di affinare il testo, condiviso anche dalla maggioranza con un piccola modifica, chiesta da Pietro Regazzoni per conto del PD, e approvato ad unanimità da tutte le forze politiche.