Lecco, l’ex Pd Tagliaferri: “Ogni critica costruttiva vista più come un ostacolo”

Tempo di lettura: 3 minuti
Giovanni Tagliaferri
Il consigliere comunale Giovanni Tagliaferri

Giovanni Tagliaferri è uscito dal gruppo Pd in occasione della discussione sul bilancio

“Coerenti e leali verso i cittadini, più ancora che obbedienti nei confronti di un partito o di una maggioranza”

LECCO – Non un fulmine a ciel sereno, ma “perplessità” già esplicitate con trasparenza e serietà nelle riunioni di maggioranza e di gruppo, dove però la “costruttiva autocritica” sarebbe stata colta più come un ostacolo che come occasione di miglioramento.

Dopo la presa di posizione di Clara Fusi, anche Giovanni Tagliaferri, consigliere comunale uscito dal Pd in occasione della manovra di bilancio (con incremento dell’addizionale Irpef), è voluto intervenire nel dibattito precisando la genesi e i motivi alla base dalla decisione e del conseguente voto di astensione sul bilancio.

“Ho letto le dichiarazioni del sindaco, di altro tenore rispetto alle affermazioni sostanzialmente offensive del segretario cittadino del PD (qui l’articolo con il commento di Alfredo Marelli), con il quale non intendo partecipare ad alcun torneo dialettico né replicare con la stessa moneta”.

Effettuata la premessa, Tagliaferri continua: “Mi preme però ricordare che non è certo da considerare un fulmine a ciel sereno la mia scelta di astenermi sul Bilancio. Un provvedimento che, come sottolineato in Consiglio comunale, alleggerisce le buste paga di più della metà dei lecchesi con un’addizionale IRPEF che in un anno avrà incrementi complessivi tra gli 80 e i 170 euro a seconda delle fasce di reddito, con un aggravio che raddoppia ulteriormente in una famiglia con due lavoratori”.

Il consigliere comunale sottolinea: “Le mie perplessità le avevo esplicitate con trasparenza e serietà nelle riunioni di maggioranza e di gruppo. Il mio orientamento verso un’astensione motivata, dunque non pregiudiziale o a sorpresa, è stato ritenuto inaccettabile e l’uscita dal gruppo PD non sono stato io a prospettarla.
Del resto, le criticità e gli inviti alla riflessione in questi mesi sono stati numerosi e puntuali su molte tematiche ed espressi in riunioni di maggioranza e di gruppo, addirittura attraverso un documento molto chiaro sottoscritto anche da me nell’estate scorsa”.

Richieste che sarebbero cadute nel vuoto. “Tentativi di sollecitare Giunta, maggioranza e gruppo a una costruttiva autocritica, colta purtroppo però più come ostacolo che come occasione di miglioramento e adeguamento della nostra azione amministrativa. Ritengo, infatti, che il rispetto del programma che abbiamo sottoscritto, presentato ai lecchesi, e che ancora condivido, sia fondamentale, ma che le priorità possano e debbano essere di volta in volta discusse e, se necessario, adeguate. Ciò significa dunque, laddove opportuno, anche avere la disponibilità a mettere in discussione tempi e modalità di realizzazione di un obiettivo, tenendo conto di tutti i fattori. Non tutto ciò che è utile e desiderabile è infatti anche immediatamente e opportunamente realizzabile”.

Quanto al futuro l’ormai ex consigliere Pd ha le idee chiare: “Da parte mia, continuerò in piena libertà, visto che il vincolo di mandato non esiste in Italia dai Parlamentari in giù, a sostenere la Giunta e i suoi provvedimenti, purché siano coerenti con il programma presentato agli elettori, sostenibili nelle condizioni date e accompagnati da un reale ascolto e da una sana, ancorché faticosa, verifica di ogni passaggio. Questo per me è essere coerenti e leali verso i cittadini, più ancora che obbedienti nei confronti di un partito o di una maggioranza. Come ho imparato nei miei studi e come cerco di trasmettere ai più giovani: Amicus Plato, sed magis amica veritas”.