Intervista al sindaco Mauro Gattinoni sulla futura sede del comune e l’ipotesi ex Bpl
“In corso un supplemento di istruttoria. Nessuna sorpresa, valuteremo alla fine di tutti gli accertamenti”
LECCO – Sono di questi giorni le indiscrezioni sul rapporto predisposto dalla commissione tecnica del Comune di Lecco sull’ex Banca Popolare di Lecco e che porrebbe in evidenza forti criticità in merito all’ipotesi di trasferimento del municipio in quello storico stabile di Piazza Garibaldi.
Criticità legate agli interventi che sarebbero necessari per rendere idoneo l’edificio, dall’impiantista alla rimozione dell’amianto, che graverebbero in modo importante sul costo della riqualificazione.
Una “sentenza” quella dei tecnici che potrebbe dunque stroncare l’opzione ex banca per la futura sede del Comune. Non una buona notizia per l’amministrazione comunale del capoluogo che aveva già scartato la precedente soluzione, ovvero il trasferimento del municipio nella vecchia sede del Politecnico in via Marco D’Oggiono, per il quale erano stati assegnati oltre 7 milioni euro con fondi statali del Pnrr, oggi sfumati.
Sindaco Gattinoni, il giudizio sull’immobile è negativo dunque?
“In verità l’istruttoria non è ancora conclusa, quindi chi ha rilasciato dichiarazioni o addirittura ha fatto trapelare documenti che sarebbero serviti ai singoli consiglieri per documentarsi, in realtà non ha fatto un gran servizio perché si basa su dati parziali, non completi. C’è un supplemento di istruttoria che si sta svolgendo in queste settimane e quando si chiuderà, finalmente, anche io dirò il mio pensiero e quali sono le traiettorie e le prospettive che il Comune si dà per operare questa scelta”.
Vi ha sorpreso questo riscontro della commissione?
“Assolutamente no, nei requisiti dell’avviso pubblico c’erano diverse richieste, compreso l’arredamento, quindi il 100% – di soddisfazione – si sarebbe raggiunto con un immobile praticamente perfetto, dove poter fare il trasloco già domani mattina. E’ evidente che l’unico immobile che si è presentato non ha queste caratteristiche, le verifiche che stiamo facendo oggi sono per capire quale potrebbe essere integrazione tecnica, economica e logistica necessaria per rendere performante l’immobile, una cosa assolutamente di buon senso”.
Un report che secondo l’assessore Maria Sacchi, finita al centro delle polemiche, sarebbe rimasto nel cassetto per settimane, senza che ne abbiate discusso. Possibile?
“Quando l’assessore Sacchi ha riferito in commissione consiliare che la Giunta non aveva ancora esaminato la questione ha detto il vero. Chi invece ha voluto montare una telenovela su menzogne, documenti nascosti, credo abbia dato caratura di un modo di fare politica che non è assolutamente proprio di questa amministrazione”.
Cosa succederà se si dovesse definitivamente scartare l’opzione dell’ex banca?
“Si può tornare all’ipotesi precedente o se ne possono formulare di altre, non ci sono preclusioni da parte nostra. Una cosa che però sta emergendo in maniera scorretta è la questione della copertura economica: nel bilancio preventivo del 2022 non abbiamo messo cifre per nessuna nuova sede del municipio, altrimenti avrebbe voluto dire che abbiamo fatto una scelta, cosa che oggi non è. In bilancio c’è una riserva importante, ancora non specificatamente destinata per il nuovo municipio, quindi un po di accortezza nel leggere le cifre e nel trasferire alla cittadinanza delle informazioni parziali”.
Nel frattempo si sono persi i 7,2 milioni che il Pnrr avrebbe concesso per i lavori nell’ex Politecnico. Un peccato, no?
“Come sapete la valutazione non lo fa certo il Comune, fosse per noi li avremmo accolti a braccia aperte. Il bando ministeriale non ha ritenuto adeguato l’indirizzo di queste risorse su uno stabile in fase di alienazione, come ovvio che sia. Ma anche se li avessimo ricevuti, avremmo avuto l’obbligo di eseguire l’intervento entro il 2026 e questo sarebbe stato come sconfessare l’ipotesi di perlustrazione di un’alternativa”.
Qual è la soglia che renderà accettabile la proposta dell’ex BPL?
“Dobbiamo considerare tre ordini di grandezza: la logistica, ovvero la possibilità di avere un unico spazio capace di ospitare il Comune, il secondo è il costo quindi delle cifre che rendano sostenibile l’iniziativa e infine l’aspetto organizzativo. Avere una sede unica, oppure due o tre non indica di per sé una migliore efficienza organizzativa ma per ottenerla, e noi vogliamo che lo sia per la cittadinanza, serve una struttura adatta”.