I due consiglieri regionali chiedono spiegazioni all’assessore
“Le famiglie avevano i 200 euro sulla tessera sanitaria, ma non lo sapevano, perché la email era finita nello spam”
LECCO – “Le famiglie avevano i 200 euro delle doti Merito o Materiale didattico sulla tessera sanitaria, ma non lo sapevano, perché la email della società privata a cui Regione Lombardia aveva affidato il compito di occuparsi della comunicazione, era finita nello spam. E né la società stessa, né, tanto meno, Regione sapevano rispondere alle richieste telefoniche di informazioni degli interessati. Risultato? Soldi importanti e necessari per molti cittadini lombardi sono andati persi”, lo denunciano Raffaele Straniero e Fabio Pizzul, consigliere e capogruppo regionali del Pd, che ieri pomeriggio hanno discusso di tutto il tema del sistema dotale per la scuola, in IV Commissione Istruzione, durante un’audizione, chiesta dai dem, con l’assessore Sala.
E lui ha confermato che “parecchie famiglie hanno ricevuto la dote e non l’hanno spesa. Insomma, c’è stato un cortocircuito informativo. E noi vogliamo andare a fondo per sapere quante famiglie hanno lasciato lì quei soldi che gli spettavano ed erano necessari”, incalzano i consiglieri Pd.
Non solo: “Tutte le misure per la scuola, Dote Merito, borse di studio statali, Dote materiale didattico, 0-6 anni, partono terribilmente in ritardo: Dote Merito ha aperto oggi (ieri, per chi legge, ndr), guarda caso, e questo significa che i soldi arriveranno all’inizio del prossimo anno, se tanto mi dà tanto. L’anno scorso, infatti, è stata avviata a novembre e i soldi sono arrivati a maggio – aggiungono i dem –. Le borse di studio statali hanno un margine che va dall’1 al 31 marzo, la misura per il materiale didattico è partita ad agosto e i primi casi di problemi segnalati risalgono a gennaio febbraio, cioè in forte ritardo”.
“A nostro giudizio occorre una maggiore certezza sulle tempistiche: quest’anno ci hanno spiegato che l’apertura della Dote Merito è avvenuta più tardi per motivi ‘tecnici’, diciamo. Ma c’è sempre incertezza su queste date, le misure non si sa mai quando partono – insistono Straniero e Pizzul –. Ma noi abbiamo detto che è fondamentale essere chiari: la gente deve sapere con sicurezza se e quando riceverà quel denaro. Anche perché il rischio grosso è che le scuole paritarie, per le quali alcune doti sono fondamentali, potrebbero davvero chiudere senza la certezza delle entrate”