In un atto politico il Comune di Lecco avanza le proposte migliorative (e vincolanti?) al progetto di teleriscaldamento
Contenere le emissioni inquinanti, gestione condivisa e attenzione ai cantieri, garanzie ai cittadini
LECCO – Sette punti, contenenti altrettante proposte migliorative, per ‘correggere il tiro’ su quello che sarà il futuro piano di teleriscaldamento: è l’atto di indirizzo politico avanzato dall’amministrazione comunale di Lecco che è stato votato a maggioranza nel consiglio comunale di mercoledì sera.
La giunta di Mauro Gattinoni ha evidenziato quelle che sono le proprie condizioni per dare il via libera al progetto (ancora riservato) presentato da Varese Risorse, unico operatore del settore che si è presentato al bando di Silea per la realizzazione e la gestione del teleriscaldamento nel lecchese, la cui rete interesserà i comuni di Valmadrera, Malgrate e parte della città di Lecco.
Un documento che giovedì sarà portato all’assemblea dei comuni soci di Silea per essere sottoposta al voto delle altre amministrazioni comunali in modo che la società possa negoziare con Varese Risorse le condizioni proposte.
Gattinoni: “Progetto con significative innovazioni”
Il progetto di Varese Risorse per Gattinoni ha apportato “significative e innovative soluzioni tecnologiche, migliorative rispetto al bando e alla proposta iniziale”.
“Si apre ora una fase interlocutoria, Silea ha la possibilità di verificare la convenienza o meno di procedere”. Il progetto dovrà essere valutato secondo tre principi, ha spiegato il sindaco: “La convenienza economica, la sostenibilità ambientale e il beneficio sociale per i cittadini”.
Nell’incontro con i consiglieri, lo scorso 24 febbraio, in cui è stato illustrato il progetto (pur garantendone il segreto industriale richiesto in questa fase di assegnazione) “sono nate delle considerazioni importanti, se non addirittura vincolanti – ha detto il sindaco – affinché questa fase che si aprirà possa apportare ulteriori migliorie a quel progetto”.
L’obiettivo è sia tutelare l’impatto sull’ambiente, con la riduzione delle emissioni inquinanti, sia garantire un maggiore controllo dei Comuni sulla gestione del teleriscaldamento e porre la dovuta attenzione sui lavori per la posa delle tubature lungo le strade dei comuni interessati, perché i cantieri che rischiano di avere ripercussioni decisamente importanti sulla viabilità locale.
Meno emissioni e più vantaggi economici per Silea
Nello specifico, l’atto di indirizzo del comune di Lecco ribadisce il “no” all’utilizzo di fonti fossili a partire dal 2032 (anno di scadenza dell’autorizzazione ambientale per il forno inceneritore), già esplicitato nel bando di gara e vi aggiunge un piano strategico di decarbonizzazione con un cronoprogramma di riduzione delle emissioni della CO2.
L’amministrazione Gattinoni chiede di collegare ed utilizzare cascami termici già disponibili sul territorio ad integrazione della futura rete, in un’ottica di prossimità generatore-fruitore di energia termica al fine di ampliare la disponibilità del servizio. Una puntualizzazione che guarda all’utilizzo di fonti termiche già presenti e sfruttabili, riducendo il ricorso ad altre fonti energetiche.
Questo perché il progetto presentato affiancherebbe al forno inceneritore di Valmadrera altre centrali termiche alimentate in maniera indipendente dalla combustione dei rifiuti. Un aspetto che, da un lato, va incontro alla necessità di non vincolare il futuro dell’inceneritore al teleriscaldamento così come previsto dal bando di Silea, dall’altro (forse) lo svincolerebbe un po’ troppo.
Per questo Lecco chiede di “assicurare un maggior vantaggio economico per Silea anche attraverso il massimo acquisto di calore disponibile” dal termovalorizzatore, affinché non venga sprecato, e l’acquisto del bio metano che sarà prodotto dall’impianto di compostaggio di Silea ad Annone.
Inoltre si chiede di verificare ed accedere ad ogni eventuale opportunità di finanziamenti per tecnologie e combustibili utili a ridurre le emissioni.
Più controllo sulla gestione
Per gestire i processi, la richiesta del comune di Lecco è quella di istituire “un comitato tecnico-scientifico ad hoc”, con il compito di mantenere allineati gli obiettivi emissivi del teleriscaldamento a eventuali obiettivi “che emergano dalla redazione di ulteriori piani energetici regionali, governativi e comunitari” oltre che per “contribuire all’indirizzo delle scelte industriali fondamentali allineandole a quelle più performanti che saranno rese disponibili sul piano scientifico, tecnico, economico, ambientale”.
Un passaggio importante, tra le richieste, è quello di garantire “una governance industriale condivisa tra i comuni soci di Silea” e Varese Risorse che potrà avvenire attraverso la partecipazione di Silea alla società di progetto e con la strutturazione di patti parasociali, “che assicurino adeguati poteri in ordine al piano industriale ed alle tariffe applicate, oltre che incorporare statutariamente obiettivi di sostenibilità ambientale”. Questo dovrebbe rappresentare un’assicurazione per i comuni lecchesi di un maggiore controllo sulla gestione e sulle scelte future.
Attenzione ai cantieri, lavori al via dal 2022
Decisamente delicata sarà la fase di realizzazione della rete del teleriscaldamento che costringerà alla cantierizzazione di interi tratti di strada nei comuni interessati a partire dal 2022.
Per questo il Comune di Lecco chiede “un coordinamento funzionale tra tutti i soggetti coinvolti” che dovrà essere a carico di Varese Risorse e “una progettazione integrata con i gestori dei sottoservizi” per sostituire o migliorare gli impianti esistenti o predisponendone di nuovi e la “co-progettazione dei passaggi tecnici più impattanti sulla città”.
Si chiede inoltre “massima cura ai ripristini in superficie”, adeguata “attività di comunicazione alla cittadinanza” e “adeguata copertura assicurativa per tutelare cittadini, la mobilità e le proprietà immobiliari e adeguate penali per eventuali ritardi nell’esecuzione dei lavori o per progettazioni e/o esecuzioni non conformi rispetto al mandato dei comuni”.
Il dibattito in aula, la maggioranza approva
Lega e Fratelli d’Italia votano contro l’atto di indirizzo, Forza Italia e Lecco Ideale si astengono. Il “sì” di Appello per Lecco
Corrado Valsecchi (Appello per Lecco) – “Tutte le tracce finora confermano la mia idea, che si stia imbastendo la tavola per i nuovi commensali. In questa serie di operazioni industriali, solo una grande società con tutti i titoli e risorse può essere l’ente gestore. La segretezza è un segnale di debolezza della politica, dovremmo poter spiegare a tutti ciò che si sta proponendo. Sono d’accordo con il progetto, più decentrato rispetto al forno inceneritore, e con le indicazioni date. Ma stiamo attenti: intervenire a posteriori di un bando di gara può causare un contenzioso ed essere un elemento franante”.
Giacomo Zamperini (Fratelli d’Italia): “La trasparenza con cui è stato affrontato questo argomento è ai limiti dell’accettabilità, ci sono associazioni e comitati di cittadini che avrebbero voluto partecipare al dibattito e non hanno potuto avere parola. Ci sono benefici in bolletta per i cittadini? Non si sa. Ci saranno disagi per i lavori? Sicuramente si. E’ un progetto innovativo? No, è un progetto che nasce vecchio. Vantaggi ambientali? Pare di no, non lo sappiamo. Ci sarà un aumento di rifiuti da bruciare all’inceneritore? Si. Di fronte a queste semplici osservazioni, siamo contrari al progetto. Questa città non ne ha bisogno. C’è un problema di coerenza, finora avete fatto finta di nulla, qualcuno in maggioranza si era espresso contro, oggi ci si dimentica il passato?”
Alberto Anghileri (Cambia Lecco): “Sulla questione della riservatezza ho chiesto a degli esperti di legge fosse davvero un obbligo oppure no: due mi hanno detto di si, uno di no e uno dipende. Il fatto è che oggi ci troviamo a votare un progetto che conosciamo appena. Ha ragione Zamperini a parlare di coerenza ma l’Aia è di Regione Lombardia, basterebbe che i suoi colleghi in Regione intervenissero per cancellare questa prescrizione. Detto questo eravamo e saremmo contrari ad un teleriscaldamento fatto solo con i rifiuti. In questo caso credo che per la rete di teleriscaldamento su Lecco non servirà la combustione dei rifiuti”.
Stefano Parolari (Lega): “Nel nostro territorio c’è auto-razzismo e volontà di farsi colonizzare, affidandoci a chi ci sembra più bravo. L’ipocrisia è nel dire che faremo qualcosa di più verde: a quello che mi risulta faremo un teleriscaldamento con centrali a turbogas, quindi con combustibile fossile fino al 2032. Sappiamo quante caldaie ci sono a Lecco? Perché una turbo caldaia è meglio di mille caldaie a gas? Non si tratterà poi di fare uno ‘scavetto’ ma di sventrare le nostre strade, con tutte le conseguenze che questo avrà, così come accaduto in passato quando è stato realizzato la galleria dell’attraversamento. Oggi il nostro voto sarà fiduciosamente contrario, in attesa di conoscere meglio il progetto”.
Alessio Dossi (Ambientalmente): “Con questo atto di indirizzo proviamo a mettere ordine, partendo dai vincoli che il bando poneva sull’utilizzo delle fonti non fossili dopo il 2032. Questo teleriscaldamento, nel sostituire le caldaiette domestiche o dei grossi edifici, deve garantire gli obiettivi di decarbonizzazione richiesti dall’Unione europea. Siamo felici che l’atto di indirizzo recepisca l’istituzione di un comitato tecnico scientifico. Da parte nostra auspichiamo che il forno nel 2032 venga superato e quindi spento grazie alle politiche riduzione dei rifiuti, a partire da raccolta puntuale dei rifiuti. Questo non significa che non sia utile il recupero del calore del forno ma è necessario politicamente separare le due cose. Il progetto potrebbe essere interessante se sarà capace di fruire dei cascami termici del territorio e investire sulle rinnovabili. Il tema non è il teleriscaldamento si/no ma il teleriscaldamento come?”.
Emilio Minuzzo (Forza Italia): “Non abbiamo potuto vedere il project financing, il cuore e la struttura di quest’opera e i numeri che sono la parte più importante per dare una valutazione completa del progetto. Abbiamo operato ai minimi della nostra funzione. In questo atto di indirizzo, inoltre, mancano le premesse politiche, vogliamo sapere la posizione del primo cittadino su questo tema che finora non ha espresso una posizione chiara. La nostra sarà un’astensione sul provvedimento”.
Vittorio Campione (PD): “Oggi si produce energia termica che viene dissipata totalmente, l’inceneritore fa solo il recupero dell’energia elettrica. Il teleriscaldamento non è una tecnologia modernissima ma è applicata nei paesi più moderni, in tutta Europa hanno appena aperto nuovi termovalorizzatori come Copenaghen. Certa è la riduzione delle emissioni: accendere un’unica caldaia e spegnerne mille è sicuramente un bilancio ambientale positivo. Togliamo inoltre rischio di fumi o esplosioni nelle case, togliamo costi e oneri di manutenzione delle singole caldaie, andiamo ai ridurre i costi per l’utenza cosi come successo altrove, come a Brescia. Cosa succederà nel 2032? Si potrà ricorrere alle fonti rinnovabili, non fossili, utilizzare i cascami termici… Disagi per la realizzazione infrastruttura, certo che ce ne saranno, allora vogliamo dire no anche alla fibra o al digitale perchè è necessario effettuare degli scavi? Certo bisognerà prestare attenzione e vigilare ma possiamo sfruttare l’occasione per sistemare i nostri sottoservizi”.
Filippo Boscagli (Lecco Ideale): “Quest’aula, negli anni, non è mai entrata nel merito del teleriscaldamento. Dobbiamo stare attenti che questo atto presentato non diventi un libro dei sogni. Ci sono dei problemi oggettivi, la città può sostenere questo tipo di lavori? In passato cantieri come questi hanno avuto conseguenze negative anche sulle attività. Abbiamo deciso di astenerci dal voto auspicando che i benefit di questo indirizzo, che compensano alcuni danni oggettivi che potrebbero sorgere, non restino nel vuoto”.