La lettera del consigliere comunale Filippo Boscagli sul cambio di capolinea da Centrale a Rogoredo del 7.19
“Restano solo due diretti la mattina. Un’offerta al limite dell’insulto. Lecco con i suoi rappresentanti nelle istituzioni deve tutelare i pendolari”.
LECCO – “Come un pessimo pesce d’aprile a inizio mese scomparirà il treno delle 7.19 per Milano Centrale. Treno mai troppo amato per ritardi ed eccesso di soste, ma che almeno portava a Milano i lecchesi entro le 8.30, con destinazione Centrale e le sue due linee metropolitane per raggiungere lavoro e università.
Ora quello che tutti abbiamo sempre considerato come un diretto, pur limitato, vedrà il suo arrivo a Lambrate (metro verde) dopo oltre 50 minuti salvo ritardi e terminerà il viaggio a Rogoredo (estremo sud metro gialla), dopo 1 ora e 3 minuti di viaggio.
Per la stragrande maggioranza dei pendolari della città di Lecco che si recano a Milano, con molta probabilità, il nuovo 7.19 (tecnicamente 2895) sarà derubricato a “inutile regionale” oppure – peggio – costringerà per chi non ha alternative a drastiche modifiche della già complessa routine quotidiana.
Rimangono così, in pieno orario di punta solo due reali diretti per il pendolariato lecchese, all’alba il 6.55 oppure l’8.01, ad oltre un’ora di distanza uno dell’altro. Un’offerta che la dignità di Capoluogo non può che ritenere al limite dell’insulto.
La Città di Lecco con i suoi rappresentanti cittadini in Comune, Provincia, Regione e Parlamento deve creare una forza istituzionale territoriale che non solo tuteli i pendolari lecchesi, ma che rilanci immediatamente i collegamenti diretti tra capoluoghi Sondrio Lecco Monza Milano, in un sistema che sembra invece frazionare sempre più gli spostamenti.
È necessario pretendere la riapertura dei tavoli territoriali di confronto tra Regione, Trenord e Territori, incontri regolari che nei primi 15 anni del 2000 hanno permesso di valorizzare le richieste arrivate dalla vita quotidiana del pendolare lombardo e la cui conclusione ha invece posto le basi per ogni scelta potenzialmente dannosa cui assistiamo.
Senza inutili rimpalli di responsabilità (pur coscienti che ce ne siano nei gestori di linea e soprattutto rete e stazioni), con polemiche sempre facilmente cavalcabili dalla politica senza che però risolvano nulla, è giunto il momento di dimostrare che il Sistema Lecco può ancora dare risposte e presentarsi a testa alta e con voce unanime dove si prendono decisioni che riguardano il futuro di decine di migliaia di Lecchesi”.