Bitumi all’Andegardo, il Comitato La Vittoria del Parco: “Il pasticcio della Giunta”

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La lettera del Comitato La Vittoria del Parco sulla vicenda della produzione di bitumi all’Andegardo

Il gruppo di cittadini ricostruisce la vicenda criticando l’amministrazione comunale per il “pasticcio” compiuto

CERNUSCO – Una lettera inviata al sindaco Giovanna De Capitani e alla Giunta, ai sindaci dei Comuni limitrofi di Merate e Osnago, ma anche ad Ats, all’Arpa e alla Provincia per ribadire la propria contrarietà all’avvio della produzione di bitumi nell’area dell’Andegardo, al confine tra Cernusco e Merate. A scriverla è il Comitato La vittoria del parco che ha ricapitolato la vicenda, bollandola come il “pasticcio” della Giunta cernuschese.

Ecco la lettera integrale.

Nel Consiglio Comunale del 14 maggio 2020 è stata approvata la Variante n.1/2019 al PGT (Piano di Governo del Territorio), che permetteva, nel sito di Cernusco Lombardone, località Andegardo ambito AT2, l’attività di produzione di conglomerati bituminosi a caldo, richiesta dalla ditta Valagussa Cave & Calcestruzzi srl.
Durante quel Consiglio Comunale non sono stati presi in considerazione i due pareri negativi dell’ATS (Agenzia per la Tutela della Salute) e sono state respinte tutte le osservazioni presentate dal nostro Comitato “La Vittoria del Parco” e dalle Consulte Ecologia e Ambiente. Le opposizioni hanno votato contro.
Appena due mesi dopo, nel Consiglio Comunale del 23 luglio 2020, a causa della nascita di un movimento che univa cittadini dei paesi di Cernusco, Merate e Osnago e mentre si svolgeva un partecipato flash-mob, la maggioranza di “Insieme per Cernusco” cambiava idea e, con il voto unanime di tutti i Consiglieri, è stato approvato un atto di indirizzo alla Giunta Comunale per l’adozione di una procedura che sancisse la non ammissibilità di attività di conglomerati bituminosi sull’intero territorio del Comune, coinvolgendo anche quelli limitrofi.
In data 31 ottobre 2020 con deliberazione della Giunta si è dato avvio al procedimento della Variante n. 2/2020 con l’obiettivo di sopprimere dal PGT la funzione “U30.1.2 – Produzione di conglomerato bituminoso” e si è stabilito “…il periodo per presentare contributi, suggerimenti e proposte ai fini della tutela dei propri interessi”.

Entro il termine del 4 dicembre sono state presentate le osservazioni (dal contenuto identico o quasi), dove la ditta Valagussa, con il contributo di altri 5 soggetti, rivendica il diritto acquisito, con la Variante del 14 maggio 2020, di avviare la produzione di conglomerati bituminosi, e fornisce alcuni dati a riprova della salubrità dell’attività che intende svolgere.
La Giunta Comunale con delibera del 23 gennaio 2021 comunica di trasmettere all’ATS e all’ARPA le segnalazioni presentate all’avvio del procedimento da parte della ditta Valagussa, per avere un parere tecnico sulla “presunta nocività” derivante dalla lavorazione a caldo e all’aperto di bitumi e le “implicazioni ambientali”. Pareri, negativi, già dati e rispediti al mittente il 14 maggio 2020. Nella delibera si sottolinea che “le più recenti pronunce giurisprudenziali sanciscono il bilanciamento tra le esigenze dell’ambiente e quelle connesse all’attività imprenditoriale privata”.

NESSUN RIFERIMENTO, NELLA DELIBERA DEL COMUNE, ALLA TUTELA DELLA SALUTE DEI
CITTADINI.

La tutela della salute e dell’ambiente non è demandata solo ad Enti specifici, quali l’Agenzia di Tutela della Salute (ATS) e l’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente (ARPA) ma, nella fattispecie, all’Amministrazione ed in particolare al Sindaco che è la massima autorità sanitaria locale. Il problema non è solo di Cernusco, ma Cernusco ha, in primis, gli strumenti per risolverlo.
Il principio di precauzione ambientale non deve essere confuso con il principio costituzionale di tutela della salute, contenuto nell’art.32 Cost.: mentre il diritto alla salute assume carattere precettivo, capace di produrre diritti soggettivi insuperabili, il principio di precauzione rappresenta, di contro, un principio di carattere generale, rivolto al legislatore. Quando sono in competizione aspetti produttivi, anche legittimi, con la tutela della salute, è quest’ultima che dovrebbe prevalere.
Oggi siamo a questo punto, per cui, ribadendo la nostra contrarietà all’avvio dell’impianto per la lavorazione di bitumi, chiediamo all’Amministrazione di Cernusco se ha ricevuto dall’azienda Valagussa Cave&Calcestruzzi srl le seguenti informazioni che riteniamo
fondamentali. perché nella documentazione in nostro possesso, non risultano molti dati che, oltre al contesto urbanistico, impattano sull’ambientale e sulla salute:

-Le caratteristiche dell’impianto e il dimensionamento dei componenti il ciclo produttivo
– Una planimetria dell’insediamento con le parti produttive e di stoccaggio
– Le modalità di stoccaggio delle materie prime e dei prodotti
-Le eventuali parti mobili dell’impianto
-Una descrizione del ciclo di produzione del conglomerato bituminoso corredata da schema a blocchi e descrittiva delle varie fasi di produzione
-L’attività continua o discontinua e le rispettive durate medie
– La movimentazione degli automezzi in entrata ed uscita dal comparto
-L’elenco delle materie prime, dei conglomerati bituminosi e gli eventuali additivi specifici che verranno utilizzati, la loro quantità annua; la potenzialità massima nominale dell’impianto e la stima delle produzioni annue previste nei primi anni di funzionamento
-L’utilizzo eventuale di materie prime seconde (ad esempio vecchio manto stradale scarificato, scorie di fonderia, gomma da pneumatici)
– I flussi degli effluenti gassosi e la loro composizione
– Eventuali effluenti liquidi e rifiuti solidi
– I sistemi di abbattimento di polveri, fumi, rumore per tutelare i lavoratori, e le matrici ambientali interne ed esterne specifiche dell’impianto che si intende realizzare. (vedi documento “Impatti ambientali nei siti produttivi di conglomerati bituminosi” e per quanto riguarda l’esposizione degli addetti “Linee di indirizzo per la valutazione e la gestione del rischio da esposizione a Idrocarburi Policiclici Aromatici nelle opere di asfaltatura in Regione Lombardia” e “Asfaltatura e rischio cancerogeno da idrocarburi policiclici aromatici” a cura di Ettore Brunelli, medico del lavoro in “E BOOK Rischio Chimico e Cancerogeno” pg. 89-97)
– L’ impatto acustico
-Occorre ricordare che, spesso, sono sottovalutati i contributi delle polveri (talvolta silicotigene), dell’impatto acustico, del disagio termico, del disagio olfattivo.

– L’impatto olfattivo – Nota sulla composizione chimica e origine degli odori
Le caratteristiche chimico fisiche dei bitumi ottenuti dal petrolio, dipendono dal tipo di greggio di partenza, e dal tipo di raffinazione, dal processo di produzione utilizzato.
I componenti principali:
– asfalteni, generalmente presenti in concentrazioni comprese tra il 5% ed il 25% in peso,
rappresentano la componente specifica costituita da macromolecole ad alto peso molecolare, responsabili della consistenza ed alta viscosità dei bitumi.
– resine, presenti in concentrazioni comprese tra il 5% ed il 25% in peso svolgono una azione disperdente degli asfalteni nel corpo oleoso del bitume e le proprietà elastiche hanno struttura molto simile a quella degli asfalteni.
Lo studio approfondito della chimica del bitume è stato condotto a partire dagli anni’80, negli Stati Uniti, all’interno dello Strategic Highway Research Program (SHRP). La complessità dell’analisi chimica del bitume risiede nella sua composizione variabile in funzione del tipo di greggio.
Asfalteni e resine contengono composti eterociclici che costituiscono la fonte odorigena: si tratta prevalentemente di composti di natura fenolica, composti pirrolici, piridinici, solfidrici, solfossidici chinolonici. Queste molecole nelle lavorazioni a caldo passano in fase vapore e diffondono in atmosfera direttamente, sotto parziale forma di aerosol o supportati da particelle di polvere fine e provocano sensazione olfattiva molesta.

Ma quali sono gli altri impatti potenziali?

Si tratta, non solo di potenziale inquinamento atmosferico da agenti chimici, per non parlare di quello indotto dall’andirivieni degli automezzi di trasporto.
La produzione del conglomerato bituminoso (“asfalto”) comporta, tra i possibili impatti,
l’emissione di Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA) che sono stati classificati dall’Agenzia
Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) come “probabili o possibili cancerogeni per le l’uomo”; fra essi il benzo(a)pirene è stato dichiarato, nel 2008 cancerogeno certo. Ovviamente l’impianto deve prevedere i relativi abbattitori.

Bibliografia di riferimento

“Impatti ambientali nei siti produttivi di conglomerati bituminosi” a cura di SITEB.
“Linee di indirizzo per la valutazione e la gestione del rischio da esposizione a Idrocarburi Policiclici Aromatici nelle opere di asfaltatura in Regione Lombardia”.
“Asfaltatura e rischio cancerogeno da idrocarburi policiclici aromatici” a cura di Ettore Brunelli, medico del lavoro in “E BOOK Rischio Chimico e Cancerogeno” pg. 89-97) a cura della Consulta Interattiva Italiana per la Prevenzione a cura della Regione Lombardia.

Comitato La Vittoria del Parco