Casatenovo dice sì alla liquidazione di Retesalute: “Dobbiamo restare uniti”

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Filippo Galbiati
Il sindaco Filippo Galbiati

La discussione ieri sera, martedì, in consiglio comunale a Casatenovo

Galbiati: “La formula della liquidazione in continuità è quella che ha trovato il maggior favore tra i soci e per questo va perseguita”

CASATENOVO – Restare uniti per continuare tutti insieme, pur nel percorso tutt’altro che facile della messa in liquidazione con possibilità di revoca, l’esperienza di Retesalute. E’ l’auspicio e anche la ragione per cui l’amministrazione di Casatenovo ha approvato ieri sera, martedì, in Consiglio comunale, con il voto contrario della minoranza, la delibera con cui viene dato mandato al sindaco Filippo Galbiati di esprimersi a favore della messa in liquidazione di Retesalute nel corso della prossima assemblea dei soci dell’azienda speciale che gestisce i servizi alla persona del territorio del Meratese e del Casatese (dal 2019 anche per alcuni Comuni dell’Oggionese). Originariamente in calendario per oggi, 14 aprile, la riunione è stata annullata a seguito dell’indisponibilità del notaio Brini, colpito nei giorni scorsi da un malore.

Un annullamento dell’assemblea straordinaria, avvenuto a pochi giorni di distanza dalla notizia della richiesta da parte del Comune di Olgiate di chiedere un nuovo parere tecnico alla Corte dei Conti sulla legittimità del percorso intrapreso, che ha creato un certo marasma tra le amministrazioni comunali, chiamate in questi giorni ad esprimersi sulla messa in liquidazione.
Alcuni Comuni, come Osnago, Calco e Oggiono, hanno ad esempio portato il punto in discussione votando a favore (a Osnago solo la maggioranza che ha tra l’altro discusso il punto giovedì, prima dell’annullamento dell’assemblea) della delibera mentre altri, come Cernusco e Lomagna hanno ritirato il punto all’ordine del giorno, ritenendo più corretto discuterlo quando la situazione sarà più chiara. Merate invece, il cui sindaco Massimo Panzeri è anche presidente dell’assemblea dei soci di Retesalute, ha trattato l’argomento venerdì in assise, scegliendo comunque di rimandare la votazione al prossimo consiglio comunale.

Un puzzle molto articolato di scelte e posizioni differenti (basti pensare anche al caso di Airuno dove la maggioranza si è espressa contro la delibera di messa in liquidazione con il voto contrario del suo capogruppo Simone Tavola) evidenziato anche dal consigliere Fabio Crippa ieri in Consiglio comunale a Casatenovo parlando di una “battuta d’arresto” nel percorso di Retesalute che ha provocato un certo “disorientamento che potrebbe aprire una pericolosa divisione nel territorio e potrebbe pregiudicare il percorso individuato congiuntamente”.

Un riferimento, quello all’importanza di tenere unito il territorio, valore di forza della stessa azienda speciale nata a Merate nel 2005, già sottolineato dal sindaco casatese durante l’ultima assemblea dei soci di Retesalute quando di fatto ci si era orientati per il percorso di messa in liquidazione della società con possibilità di revoca una volta in bonis. “Questa sera confermiamo la nostra posizione auspicando che una scelta analoga a questa venga compiuta a breve anche da chi ha sospeso il percorso” ha ribadito Crippa, rivolgendo chiaramente il messaggio ben al di fuori dell’aula (virtuale) casatese. Consapevoli della difficoltà del percorso liquidatorio e soprattutto di revoca, Casatenovo ha approvato all’unanimità nell’ultima commissione ai Servizi alla persona la nascita di un gruppo di lavoro indirizzato a svolgere azioni di controllo e verifica della qualità servizi erogati da Retesalute anche nel periodo liquidatorio.

Il no di Più Casatenovo

Una posizione, quella ribadita dalla maggioranza casatese, che non è stata sposata dalla minoranza di Più Casatenovo. Marcello Paleari ha infatti puntato il dito sulla serie di contraddizioni che stanno emergendo su questa delibera e stanno deflagrando. “Crediamo in Retesalute e nei servizi resi dall’azienda speciale fino a oggi. Riteniamo che l’accordo della liquidazione con revoca stia già manifestando ora tutte le sue problematiche. Quello che si sarebbe dovuto fare era approvare i bilanci e ripianare le perdite pro quota già accantonate dal nostro Comune. Questo non è stato possibile per una questione di volontà, di mancanza di coraggio o di mancanza di presa di responsabilità. E noi votiamo contro perché crediamo in Retesalute e non ci interessano i giochetti politici”.

Favorevole invece alla messa in liquidazione il consigliere del Movimento 5 Stelle Christian Perego che ha ricordato di aver sempre chiesto, anche in passato, maggiori controlli sui conti economici dell’azienda speciale.

Dopo l’intervento del vice sindaco Marta Comi, che ha rimarcato il valore dell’esperienza territoriale di Retesalute, il sindaco ha sintetizzato il percorso portato avanti dall’assemblea dei soci per risolvere il buco di bilancio di quasi 4 milioni di euro emerso a fine 2019. “In questo anno e mezzo i rapporti sono stati intensi e non sono stati sempre facili” ha riconosciuto Galbiati, proiettando lo sguardo in avanti. “Per andare avanti serve mettere le risorse economiche che non sono state messe in passato, quando sono stati pagati sottocosto i servizi erogati a causa di un atteggiamento diffuso di tentare di risparmiare garantendo servizi di qualità. E noi questo l’abbiamo fatto quando abbiamo accantonato 400mila euro”.

A servire, insieme ai soldi, è anche la volontà politica: “I tecnicismi che hanno caratterizzato questo percorso, fatto di pareri, richieste e consulenze, sono importanti perché sono le basi da cui iniziare il ragionamento. Ma poi deve emergere una volontà politica forte di andare avanti insieme. Un’unità che negli ultimi anni si è un po’ persa e che abbiamo ritrovato, intorno a ottobre e novembre 2020, dietro l’ipotesi, portati avanti da Merate e dal suo consulente, della liquidazione in continuità, un percorso all’interno del quale si generano le condizioni di legittimità per l’impiego delle risorse superando il timore del debito fuori bilancio e del danno erariale”.

Retesalute non può prescindere da Merate

Una strada che, all’inizio, aveva trovato lo stesso Comune di Casatenovo scettico: “La riteniamo difficile e faticosa, ma quello che ci ha convinto è che abbiamo capito che quello poteva essere il punto di ritrovo di tutto il Meratese”. Chiaro e diretto il messaggio di Galbiati: seguire altri percorsi, magari anche più suggestivi, vorrebbe dire far morire prima Retesalute.
Perchè, altro punto fisso posto da Galbiati, “Retesalute non può prescindere da Merate. Il percorso va fatto insieme, condividendo l’obiettivo. Casatenovo ha sempre creduto, coi fatti, in Retesalute. E un futuro sostenibile per l’azienda c’è” ha concluso il sindaco, parlando del budget e del piano industriale portato avanti dall’azienda per mettere (finalmente) in equilibrio i conti.