Merate, in Consiglio i due documenti sul Mandic. Giallo sull’approvazione della mozione

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Giallo sull’approvazione della prima mozione  sul Mandic: respinta per il sindaco, sarebbe stata approvata secondo la minoranza che cita il regolamento

In Consiglio la discussione sulle due mozioni presentate a sostegno dell’ospedale di Merate

MERATE – Consiglio comunale con “giallo” sull’approvazione della mozione presentata dalla minoranza e dal consigliere Robbiani quello andato in scena ieri, giovedì, in sala consiliare quando all’ordine del giorno, dopo il minuto di silenzio per Giulia Cecchettin e le donne vittime di violenza, figuravano ben due mozioni aventi a oggetto la salvaguardia dell’ospedale San Leopoldo Mandic.

Due documenti simili nella finalità, ma diversi nella forma e nella nascita su cui il consiglio comunale si è confrontato a lungo in un dibattito non privo di ironia, sarcasmo e frecciatine reciproche.
A catalizzare però l’attenzione è stata però la paralisi creata dall’intervento del consigliere Roberto Perego, che, regolamento comunale alla mano, ha fatto notare come la mozione presentata dal suo gruppo e supportata dall’ex sindaco Andrea Robbiani, dichiarata dal sindaco respinta, fosse stata, a suo dire, approvata perché approvata con i voti favorevoli dei sei proponenti e l’astensione della maggioranza.

Una contestazione, supportata citando gli articoli 58, 42 e 22, comma 4 del regolamento comunale, che ha creato molto imbarazzo al centro dell’emiciclo con il sindaco Massimo Panzeri e la segretaria Maria Vignola apparsi in difficoltà nel trovare l’argomentazione giusta da contrapporre all’avvocato di Cambia Merate.Il primo ha cercato di suffragare la propria tesi citando il caso della votazione della mozione sulla lingua italiana presentata dalla maggioranza e respinta poi dal Consiglio mentre la seconda ha spostato l’attenzione sul quorum da raggiungere. Dopo vari tentativi di mettere meglio a fuoco la situazione, il sindaco ha troncato la discussione promettendo un approfondimento della questione a livello tecnico.

Un focus che nulla cambia in merito alle posizioni registrate ieri sera in aula dove i promotori della “prima” mozione a difesa del Mandic, hanno difeso a spada tratta il proprio documento ritenendolo più efficace e incisivo rispetto a quello “partorito” poi dalle conferenze dei sindaci del Meratese e del Casatese.
Dopo aver dato lettura del testo, il capogruppo di Cambia Merate Aldo Castelli ha riconosciuto come sull’argomento si sia creato confronto e dibattito tanto da sollecitare la curiosità regionale, sfociata nell’incontro di mercoledì pomeriggio con l’assessore al Welfare Guido Bertolaso. “Nel report dell’incontro non ho trovato alcun riferimento però al mantenimento del Mandic come Dea di primo livello e questo non è un fattore positivo”.

Incalzato dall’intervento del capogruppo di maggioranza Alessandro Vanotti, il consigliere Andrea Robbiani ha preso parola per ribadire di aver scritto personalmente la mozione, consapevole dell’urgenza di un intervento di tutto il territorio a difesa dell’ospedale. Il sindaco Panzeri ha però contestato il maldestro tentativo di far passare il documento, presentato in una conferenza stampa al bar, come trasversale e condiviso, quando non lo era: “Basterebbe quello a non farlo votare. Poi sui contenuti condivido quello che dice Castelli. La situazione del Mandic è seria e le dimissioni di massa hanno allarmato tutti. I sindaci però contano più degli ex sindaci: da Bertolaso abbiamo ricevuto rassicurazioni che tutte le scelte che verranno redatte nel nuovo piano socio sanitario verranno condivise con il territorio”.

Una presa di posizione, quella con cui il primo cittadino ha annunciato il voto di astensione sul documento, che non è piaciuta alla minoranza. “La invito a parlare di contenuti e non della forma. Vedremo cosa si riuscirà a portare a casa dalla Regione Lombardia per fare in modo che l’ospedale non venga ulteriormente declassato” le parole di Patrizia Riva seguite da quelle di Marco Giumelli che si è dichiarato basito di come l’argomento della difesa dell’ospedale di Merate fosse trattato in maniera divisiva e non unitaria. “Atteggiamenti come questi non contrastano lo smantellamento dell’ospedale” ha concluso.
Parole che hanno provocato l’intervento del vice sindaco Giuseppe Procopio che ha voluto ricordare il “peccato originale” della prima mozione, che spacciata come trasversale, è stata redatta invece senza aver coinvolto tutti gli attori politici del territorio. “Perché nessuno di noi era stato chiamato? É sembrata una speculazione, al netto dell’importanza dell’obiettivo. Proprio consapevoli dell’importanza dell’argomento, ora sta passando una mozione condivisa. E proprio perché siamo qui a fare politica, ora la cosa fondamentale è darsi un metodo di lavoro per tutelare l’ospedale insieme all’assessore regionale”.

La votazione si è poi chiusa con 6 voti favorevoli e 11 astenuti e ora va capito se la mozione verrà dichiarata approvata o respinta in base all’interpretazione del regolamento comunale che verrà data dal Comune (la “sentenza” è attesa in giornata).
E’ stata invece approvata all’unanimità, dopo un lungo dibattito, la mozione presentata dai consiglieri di Più Prospettiva (tranne Robbiani), ricalcando il testo del documento inviato in Regione a Bertolaso. La minoranza ha chiesto un piccolo emendamento proponendo di sostituire il termine “vigilare” con “supportare” le conferenze dei sindaci nell’attività di difesa dell’ospedale di Merate.
“Trovo singolare che quando si condividano gli obiettivi, ci si astenga. E per questo noi abbiamo votato a favore della nostra e di questa mozione” ha concluso Castelli.