Sanità: “Meno attese e più offerta sul territorio”. Oltre 360 risposte al sondaggio del Pd Merate

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Presentati in auditorium i primi risultati del sondaggio #la salute per tutti

Un questionario promosso raccogliendo il vissuto dei pazienti che, nel 54% dei casi, hanno bocciato il servizio ricevuto

MERATE – Ridurre le liste d’attesa e migliorare l’offerta di esami e prestazioni nell’ospedale territorialmente più vicino. Ma anche potenziare la possibilità di effettuare controlli periodici preventivi programmativi con il medico di famiglie e una maggior chiarezza nel sistema di prenotazione degli esami.

Sono queste le richieste emerse dalle oltre 360 persone che hanno compilato il questionario #la salute per tutti promosso dal Pd Merate con l’obiettivo di scattare una fotografia il più possibile esatta dell’esperienza vissuta dai cittadini quando si trovano a indossare i panni dei pazienti. Un vissuto (negativo, stante la bassissima soddisfazione raccolta dagli utenti) dal quale è emersa con un’evidenza lampante la dicotomia pubblico /privato con quest’ultimo più lesto nel soddisfare le richieste di prestazioni urgenti e rapide.

I risultati del sondaggio, ideato a Merate all’interno del neocostituito tavolo della sanità, subito allargato a livello provinciale e diventato ora una proposta anche del Pd regionale, sono stati presentati ieri sera, martedì, in Auditorium a Merate. Presenti in sala alcuni sindaci di centrosinistra, il segretario provinciale Pd Manuel Tropenscovino e diversi operatori del campo sociosanitario.

Franco Tortorella, Ausilia Fumagalli e Mattia Salvioni

Al tavolo dei relatori, moderati da Ausilia Fumagalli, Mattia Salvioni e Franco Tortorella a cui si sono aggiunti poi, per le conclusioni politiche, i consiglieri regionali Gian Mario Fragomeli ed Emilio Del Bono, arrivati a Merate in ritardo per via delle lungaggini del consiglio regionale convocato proprio ieri.

Salvioni ha ricordato come lo strumento della patient experience sia un sistema già in uso in altri ambiti sanitari mentre Franco Tortorella, da poco in pensione dopo 40 anni vissuti in prima linea nell’Ats Brianza, ha evidenziato, con una certa ironia come “la sanità lombarda non sia brillante già per chi è dentro, figurarsi per chi è fuori”.

 

Una complessità che si manifesta subito ai pazienti, quando, con in mano la ricetta medica (prescritta nella stragrande maggioranza dei casi da un professionista della sanità pubblica), devono trovare la struttura dove effettuare il controllo richiesto. “Inizia insomma quello che io, per semplificare, chiamo il giro delle sette chiese” ha rimarcato Tortorella, tour che si conclude nel 51% dei casi rivolgendosi ai privati.

Dove? Non certo sotto casa, visto che solo un quarto dei pazienti del Meratese ha trovato risposta nel presidio di Merate e l’Asst di Lecco ha garantito l’offerta per meno del 50% delle prestazioni.

Non solo. Dal sondaggio lanciato il 1° maggio dal Pd Merate ( e sempre aperto proprio per continuare a mappare la situazione) trova conferma anche la “vulgata” comune per cui la risposta al bisogno urgente di cure arriva più veloce qualora venga messa mano al portafoglio. “Dalle risposte emerge con chiarezza che il privato in solvenza, e non quello accredito, risponde meglio alle necessità di cura veloce. I due sistemi, pubblico e privato, si allineano poi”.

Il risultato conclusivo del questionario è disarmante: il 54% delle persone coinvolte non è soddisfatta del percorso di cura effettuato (46% nel pubblico, 61% nel privato), imputando questa carenza di offerta di servizi alla cattiva gestione e programmazione da parte della classe politica (63%), alla carenza del personale sanitario (58%) e all’incremento dell’offerta privata rispetto a quella pubblica (57%).

Emilio Del Bono, Gian Mario Fragomeli e Ausilia Fumagalli

Dati e indicazioni importanti su cui ha posto l’accento Fragomeli, ricordando la difficoltà a reperire informazioni dalla Regione. “Sono ancora in attesa di aver una risposta in merito alla richiesta di poter visitare i Pronto Soccorsi di Lecco, quello in servizio e non i lavori dell’ampliamento; e Merate. In Consiglio regionale abbiamo chiesto conto delle case di comunità e la risposta è sempre la stessa, ovvero che sono state attivate tutte e 102. Ma non sappiamo niente sullo stato di avanzamento dei servizi lì erogati o da erogare”.

Emilio del Bono, vice presidente del Consiglio regionale e già sindaco di Brescia

Parole a cui hanno fatto eco quelle del vice presidente regionale Del Bono che si è complimentato per il bel lavoro svolto dal Pd Merate. “In questi anni è mancata l’intuizione di associare una mancata prestazione sanitaria a una scelta politica, continuando a ripeterci che la sanità lombarda funzionava bene. Senza dire invece che stava invece perdendo terreno: la Lombardia è stata per anni il punto di riferimento per efficienza, qualità e livello di assistenza. Ora siamo quinti dietro Veneto, Piemonte, Toscana ed Emilia Romagna, ma questo dato non ha provocato una reazione severa nei confronti di chi ha fatto perdere questo primato”. Ricordando il milione e mezzo di prestazioni evase molto oltre i termini, l’ex sindaco di Brescia ha poi voluto citare delle affermazioni pronunciate dall’assessore al Welfare Guido Bertolaso in consiglio regionale: “Ha detto che la sanità lombarda ha tre problemi, ovvero che è anarchica, disorganizzata e diseconomica. Penso che bastino questi tre aggettivi per decretare il fallimento di chi la guida”.
L’incontro si è chiuso dando poi la parola al pubblico con gli interventi di Giuditta Pacchiarini (operatrice sanitaria in pensione, presidente del comitato di difesa del Mandic), Federico Dusi, capogruppo di maggioranza a Osnago e Lara Ghibello, infermiera del dipartimento di salute mentale dell’Asst Lecco che hanno acceso i riflettori sulle tematiche locali, come il destino dell’ospedale Mandic e la mancata riapertura del reparto di psichiatria del presidio di via Cerri.