Parolari (Lega): “Cosa dovete sapere sulla vendita di Linee Lecco”

Tempo di lettura: 13 minuti

LECCO – A poche ore dal Consiglio Comunale che potrebbe decretare la vendita da parte del Comune di Lecco della società di trasporti Linee Lecco, ora completamente a capitale pubblico, il consigliere della Lega Nord, Stefano Parolari,  interviene denunciando come tale alienazione non avvenga per salvare l’azienda ma al contrario per “salvare la maggioranza che sostiene Virginio Brivio”.

Tra le ragioni che spingono Parolari a sottolineare la propria contrarietà al provvedimento, il bilanci della società pressoché in attivo nell’ultimo decennio e con perdite negli ultimi due anni che secondo il consigliere leghista non avrebbero influito sulla scelta di vendere Linee Lecco, una decisione “decisa, ben prima e al di là degli effettivi risultati di Bilancio”.

Lo sguardo del consigliere va poi ai lavoratori dell’azienda, per i quali ci sarebbe sì “la garanzia di essere riassunto e non di proseguire su quel posto di lavoro per anni a tempo indeterminato” e ad obblighi di legge sulle società partecipate, più volte citate dall’Amministrazione come la motivazione della vendita di Linee Lecco, la cui normativa è “entrata in crisi e tutti i comuni attraverso ANCI e attraverso le sentenze stanno opponendosi”.

Un lungo intervento quello di Stefano Parolari che vi pubblichiamo integralmente:

“LINEE LECCO SI SALVA DA SOLA NON HA BISOGNO DI SALVATORI ESTERNI

In questo intervento, purtroppo lungo per il lettore, spiego i motivi che mi inducono , come Consigliere Comunale del gruppo Lega Lombarda Lega Nord , a combattere contro la decisione del Sindaco Brivio e della Sua maggioranza + P.D. + altri di procedere con la vendita della nostra ( nel senso di cittadini di Lecco ) Azienda pubblica trasporti ora Linee Lecco.

Questa ipotesi di vendita non serve a mio parere a salvare Linee Lecco ( come sostenuto dal Presidente del consiglio comunale Alfredo Marelli) , ma a salvare la maggioranza che “sostiene” Virginio Brivio.

Non intendo certo sostenere che la società sia perfetta e non abbia bisogno di interventi di razionalizzazione e miglioramento, questo è scontato in qualsiasi ambito che abbia rilevanza industriale e commerciale.

Mi si permetta di affermare, che fra le società di servizio pubblico locale di cui il comune di Lecco ha piena proprietà o partecipazioni rilevanti, Linee Lecco non è la più preoccupante ce ne sono altre, come vedremo nelle prossime settimane che hanno necessità di interventi, rapidi ed urgenti.

I Bilanci dal 2001 al 2010.

Se la società è in gravi difficoltà e deve essere salvata, come sostenuto dal centro sinistra, vuol dire che presenta Bilanci sempre negativi; invece dal 2001 al 2010 Linee Lecco ha terminato l’esercizio in attivo, ance se marginale per sei volte su dieci.
Se consideriamo il quadriennio 2007 – 2010 il risultato netto, dichiarato a pagina 3 del piano industriale presentato da Linee Lecco è sempre stato positivo , non richiedendo mai l’intervento finanziario dell’ Amministrazione comunale.

Nel 2010 sono arrivati i risanatori; il Bilancio di Linee Lecco segna una perdita nell’ anno 2011 di 199.635 € e prevede per il 2012 una perdita di 576.000 € ( o 142.000 € dopo l’ intervento del piano industriale) . Per onestà intellettuale bisogna segnalare che i tagli dei decreti 2010 per rispondere alla crisi finanziaria greca hanno colpito tutte le società di trasporto pubblico locale peggiorando le economie di scala, anche se il comune ha consentito incrementi tariffari puntualmente applicati.

Io come consigliere comunale ho votato contro quel piano industriale proprio perché poco convinto dei numeri di prospettiva sull’ anno 2012 e nel mio ruolo di consigliere ho richiesto la convocazione della commissione di controllo e garanzia.

La mia convinzione, che al di la degli aspetti di legge che vedremo in seguito è che la vendita di Linee Lecco sia stata decisa, ben prima e al di là degli effettivi risultati di Bilancio.

Chiarisco che questa scelta è pienamente legittima in termini di Legge, se il Sindaco Brivio vuole privatizzare un monopolio come il servizio di trasporto pubblico locale e un mercato su appalto pubblico con tariffe regolamentate come il servizio di gestione dei parcheggi, faccia pure ma lo dichiari apertamente e se ne assuma la responsabilità.

Non si nasconda dietro obblighi di Legge o altre mistificazioni .

COSA FA LINEE LECCO :

La società è operativa dal 1 gennaio 1973, quando rilevò due Linee di trasporto cittadine da SAL ( la 6 e la 8, assumendo anche autisti e bigliettai operativi sulle Linee) un’altra linea l’attuale n°1 ( Chiuso -Laorca ) dalla società STECAV.

Da allora le Linee sono state ampliate raggiungendo, anche i comuni contermini, anche se solo recentemente e per problemi non attribuibili alla gestione ma al regime di concessione regionale.

In pratica si trattò del percorso inverso ovvero una pubblicizzazione del servizio.

Di quell’ epoca rimane a ricordo la pensilina circolare in ghisa verniciata in verde ancora situata nel giardino pubblico di piazza Mazzini, a fianco del Teatro della Società e circondata da due meravigliosi esemplari di Cedro del Libano di valore monumentale.
Linee Lecco è operativa anche nel settore della gestione e custodia nonché infrastrutturazione delle aree di sosta e parcheggio.
Questo servizio non è un regalo del comune, ma un ramo di azienda, costruito negli anni e che oggi ha un buon livello di redditività a fronte di tariffe mediamente inferiori a quelle dei capoluogo di Provincia della Lombardia.

Il ramo di azienda in parola ha un valore immateriale, che è costituito dall’ avviamento commerciale e dalla conoscenza unica dei dati e delle tendenze e abitudini dell’utente del servizio in città di Lecco, dati che valgono oro a livello commerciale.

Questo avviamento detto anche Know how, più che valorizzato, è stato quasi deriso.

Inoltre a proposito di regali a Linee Lecco, nelle pieghe dei bilanci della società ci sono anche investimenti in fase di ammortamento importanti come gli indirizzatori ai varchi cittadini per i parcheggi liberi in citta’, solo uno esempio dei tanti interventi di infrastrutture delle aree a parcheggio realizzati direttamente a spese di Linee Lecco e risparmiati dal comune.

A mio parere, in prospettiva futura, come nel passato, Linee Lecco può auto sostenersi come società gestendo i due rami di azienda sopra citati.

IL CENTRO SINISTRA (PD) APPOGGIA IL REFERENDUM PER CONSENTIRE L’ AFFIDAMENTO DIRETTO SENZA GARA DEI SERVIZI PUBBLICI LOCALI, POI PROPRIO QUESTO REFERENDUM VIENE NEGATO.

Nella primavera 2011, si celebra la solita farsa del centro sinistra, da una parte, si scaglia contro il Governo Berlusconi , appoggiando il REFERENDUM, perché a loro dire Berlusconi sta svendendo i beni dei Cittadini, con la privatizzazione dell’ acqua e dei servizi pubblici locali; dall’ altra si comporta come questi fossero già privatizzati .

LA GARA DEI PARCHEGGI

Le amministrazioni comunali di Lecco hanno sempre suddiviso le aree di parcheggio pubblico, con l’ affidamento diretto a LINEE LECCO in cambio di un corrispettivo di gestione per alcune, soprattutto quelle bisognose di investimenti in infrastrutture ( parcometri, barriere, indirizzatori di traffico e particolari condizioni di abbonamento) e gara pubblica per altre aree, sempre in cambio di un corrispettivo di gestione.

In sostanza Linee Lecco non ha mai gestito tutti i parcheggi , ma solo una parte.

Sottolineo inoltre, che non era necessario l’intervento del Governo Berlusconi per “privatizzare” o spogliare i cittadini dei beni sacri, nel periodo Repubblicano è sempre stato legittimo affidare la gestione del servizio idrico in appalto a privati, affidare la gestione dei parcheggi ai privati , cosi come del servizio di trasporto pubblico locale in concessione o in appalto dalla Regione anche ai privati.
L’amministrazione comunale di centro Sinistra, “innamorata” in questo caso delle Legge Brunetta (abrogata poi dal REFERENDUM); indice gara pubblica, in data antecedente alla abrogazione, per le aree di sosta affidate in Gestione a Linee Lecco, tutto legittimo.

La gara inizialmente ha esito negativo per Linee Lecco che arriva seconda; quindi Linee Lecco perde un servizio determinante ai fini di Bilancio.

Ma alla fine l’ amministrazione comunale deve assegnare la gara alla seconda arrivata( Linee Lecco); aprendo nuove prospettive di redditività al Bilancio di Linee Lecco, che non solo sopravvive ma può avere interessanti prospettive di crescita futura.

Infatti il Comune, a seguito della gara ottiene, dal gestore dei parcheggi ( Linee Lecco) un consistente aumento del corrispettivo di gestione, ma a questo punto la società del comune non ha più affidamenti diretti ovvero privilegiati e può ai sensi di Legge acquisire sul mercato altre gestioni di aree di sosta siano esse di proprietà pubblica o privata; da qui arrivano le nuove gestioni acquisite per gara pubblica del parcheggio dell’ Ospedale e altre, ovvero arrivano servizi che generano utili di bilancio.

Per i fautori della vendita, una vera disdetta, non solo la società consegnata da i Presidenti precedenti ( citiamo solo Angelo Fortunati e Emanuele Mauri) non fa acqua da tutte le parti; ma quando affronta le gare per l’ assegnazione della gestione delle aree di sosta le vince ovvero è in grado di stare sul mercato.

Si noti che anche il trasporto pubblico locale gestito da Linee Lecco in subappalto dalla società Lecco Trasporti di cui Linee Lecco è socia, non è gestito per affidamento diretto ma anche essa per gara pubblica.

IL BILANCIO 2012 E LA FRETTA DI VENDERE.

Come detto nel “cosidetto” piano industriale 2012 il consiglio di amministrazione prevedeva una perdita di ben 576.000 € circa ( vedi pag. 6) , che già si riducevano a 142.406.

Anche se a pagina 5 era chiaro che la società avrebbe continuato a gestire i parcheggi.

Nell’ anno solare 2012, sul mercato Linee Lecco ha acquisito la gestione dell’ area di sosta dell’ Ospedale e di altre vedi area di sosta del tribunale.

Detto questo ritengo e ho scritto negli emendamenti che il conto economico previsionale, che prevedeva la perdita nell’ anno 2012 di ben 576,000 € e per me molto cambiato in meglio, ovvero stimo a naso per il 2012 una perdita inferiore ai 199,000 € del 2011, credo intorno ai 90.000 di perdita e oso ipotizzare che l’ anno 2013 Linee Lecco possa addirittura rivedere l’ utile anche se marginale .

Questi dati e affermazioni, sono figli della mia professionalità, capacità di lettura dei bilanci del piano presentato, ma sono soprattutto basati sul “ mio naso” e acume, non sono dati certi e sicuri e non perchè non li abbia chiesti con insistenza.

I miei emendamenti, prima di tutto, con saggezza chiedono, di attendere il 30 aprile 2013 al massimo altri 35 giorni; in quanto Linee Lecco per quella data deve convocare l’ assemblea soci e approvare il bilancio a termini di legge ed a quel punto tutti i dati di bilancio, compresi accantonamenti ed altro che spiegano il risultato economico devono essere pubblici.

In questo momento , nessuno si è ancora impegnato a presentare al Consiglio comunale di Lecco i dati certificati di bilancio con parere del collegio di revisione del conto .

Il consiglio comunale di Lecco per conto dei suoi cittadini è il proprietario di questi dati che ci vengono negati, non posticipando la delibera a dopo il 30 aprile 2013.

Nonostante tutto pare che i consiglieri del PD e gli altri di maggioranza, reputino interesse del comune di Lecco, votare la vendita dei due rami di azienda della società e la liquidazione della rimanente parte, senza conoscere :

– il dato di bilancio 2012, che va raffrontato a quanto previsto nel piano industriale;
– l’andamento della società nel primo semestre 2013.

Trimestrali e semestrali sono ormai dati fondamentali per la gestione e valutazione delle società di capitali siano esse pubbliche o private, quotate o non quotate.

Dal punto di vista della diligenza dell’ amministratore comunale, questi dati dovrebbero essere il minimo che un consigliere pretende di avere a conoscenza prima di assumere una votazione cosi importante, sul patrimonio comunale ovvero di proprietà del comune e dei cittadini di Lecco.

Insomma piuttosto che conoscere preferiscono decidere la vendita alla cieca.

Non vale, la scusa che la legge “impone” la vendita, cosa indefinita e che per quanto possibile chiarisco in seguito.
In ogni caso non ha nessun senso assumere questa delibera prima del 31.12.2013, avendo dati recenti e più certi in mano ed essendo consci di quello che si stà votando.

ALCUNI CHIARIMENTI SULLE “STORIELLE” CHE VENGONO MESSE IN GIRO

Una delle storielle diffuse ad arte cerca di dare ad intendere, che il comune di Lecco rinunci ad incassare il contributo di gestione dei parcheggi , per affidare la gestione a Linee Lecco.

Se ciò era parzialmente affermabile, prima della attribuzione con gara del servizio, ovvero che il contributo di gestione fosse inferiore a quello ottenibile sul mercato, oggi LINEE LECCO gestisce perchè ha vinto una gara per cui non è più vera questa affermazione.
Linee Lecco, paga al comune di Lecco un contributo per il diritto a gestire le aree di parcheggio e sosta:

Si ritiene che il comune di Lecco possa ricevere come contributo dal gestore per l’ anno 2012 una cifra intorno ai 220-230.000 €.
Per l’ anno 2013 e 2014 il contributo stimabile a consuntivo potrà essere di 370-400.000 € per anno.

Quando sostengo che Linee Lecco potrebbe salvarsi sostenersi da sola , intendo dire che la società potrà essere vicina al pareggio o addirittura in utile nel 2013 e 2014 dopo aver pagato il corrispettivo di gestione parcheggi al comune di Lecco , ovvero assorbirebbe da sola le partite di perdita strutturali ( a livello di tutte le aziende del settore ) del servizio trasporto pubblico locale, garantendo cosi una base solida per il proseguimento del servizio, di trasporto pubblico locale. Solo questo risultato garantisce per il futuro un servizio pubblico locale ai livelli di oggi ( si spera migliorato soprattutto per il tipo di offerta e servizio che la Regione saprà progettare ).

Tutte queste risposte si possono avere solo aspettando i dati certificati del bilancio 2012 e della semestrale 2013.

Vendendo riscuoteremmo solo il contributo di gestione dei parcheggi e non gli utili di gestione, e fra qualche anno metteremo mano al portafogli per pagare le aziende che effettuano il servizio autobus su Lecco , oltre a quello scolastico.

La storia insegna.

POCHE E NESSUNA GARANZIA PER I LAVORATORI O DELIBERA ILLEGITTIMA?

La delibera prevede che dopo la cessione del ramo di azienda tutti i lavoratori saranno riassunti dal cessionario ovvero dall’azienda che acquisterà.

Non si tratta di una “dura” conquista Sindacale, ma di un obbligo di legge.

In sostanza il lavoratore ha solo la garanzia di essere riassunto e non di proseguire su quel posto di lavoro per anni a tempo indeterminato.

Nel caso in cui il cessionario nel corso dell’ anno 2014 e seguenti dovesse avviare una procedura di ristrutturazione per stato di crisi aziendale ( cosa possibile in via teorica anche in Linee Lecco) con richiesta di riduzione di posti di lavoro e dichiarazione degli esuberi, gli attuali dipendenti di Linee Lecco non avrebbero nessuna garanzia di mantenimento del posto.

In caso contrario ovvero che una lettura estensiva dell’ art.2112 anche a seguito di giurisprudenza o di cause di lavoro dovesse obbligare Linee Lecco a riassumere i lavoratori dichiarati in esubero dal cessionario, con Linee Lecco ormai liquidata ; il comune di Lecco dovrebbe intervenire in solido a prendere in carico questi lavoratori; in quanto proprietaria di Linee Lecco al 100 %.
Questa fattispecie non è prevista a bilancio del comune di Lecco, che assume un debito “fuori bilancio” non certo ma latente; in quanto non ha previsto prudenzialmente, le conseguenze latenti della delibera adottata.

Per cui in sede di consiglio è necessario chiarire ai lavoratori, quali sono le garanzia reali.

Sperando che oltre a UGL e UIL anche la CGIL si schieri più apertamente con i lavoratori anche se il governo del comune è “amico”.

OBBLIGO A VENDERE DA PARTE DELLE LEGGE – IL PESO DEL REFERENDUM

Una delle scusanti e motivazioni addotte alla vendita è la legislazione, che a parere della maggioranza obbliga a vendere.
Io ho personalmente prodotto sentenze e documenti ; in cui si dimostra che la normativa sta vivendo al solito un momento di stallo e confusione.

In sostanza la solita confusione Italiana, norma contraddittorie sentenze eccc. Ecc..

In realtà, dopo il Referendum, questa impostazione normativa è entrata in crisi e tutti i comuni attraverso ANCI e attraverso le sentenze stanno opponendosi ad una normativa che crea differenze tra i cittadini Italiani e i loro diritti fondamentali e rischia di portare alla svalutazione gli asset patrimoniali dei comuni.

In realtà, allo stato dei fatti nessuno obbliga a vendere se il problema c’è verrà affrontato.

Proprio riferendosi alle partecipazioni il comune di Lecco partecipa in ben due società che si occupano di acqua Idrolario e Lario Reti, ma qui dove è evidente la discrasia il Sindaco preferisce perdere anni nelle dispute di pollaio tra Sindaci del PD tifosi di Idrolario e quelli tifosi di Lario reti Holding, che risolvere la questione a vantaggio dei cittadini di Lecco.

Il Sindaco vede il problema ( cruna dell’ ago ) Linee Lecco e non si accorge (trave nell’ occhio) della situazione Idrolario / Lario Reti.

Etimologia della parola CRISI

Infine permettetemi un vezzo, e valutate Voi come classificare l’ agire di chi ci Governa.
Chi usa la parola crisi come scusa per vendere non solo non conosce il significato etimologico greco, ma non conosce le reazioni dell’ uomo vero e lavoratore nei confronti delle difficoltà.

L’ uomo che davanti alla parola crisi vende tutto e scappa, ha capito poco e serve a poco, il vero uomo anche se umile , valuta, ragiona discerne e cerca di risolvere e cresce.

Io credo che Linee Lecco non solo si salvi da sola ma possa anche crescere, e prima di fare scelte irreversibili valuta, ragiona discerne e cerca di risolvere.

L’etimologia di crisi deriva senza dubbio dal verbo greco krino = separare, cernere, in senso più lato, discernere, giudicare, valutare. Nell’uso comune ha assunto un’accezione negativa in quanto vuole significare un peggioramento di una situazione. Se invece riflettiamo sull’etimologia della parola crisi, possiamo coglierne anche una sfumatura positiva, in quanto un momento di crisi cioè di riflessione, di valutazione, di discernimento, può trasformarsi nel presupposto necessario per una rinascita, per un rifiorire prossimo”.

Stefano Parolari