Tanti giovani al comizio di Vendola in piazza XX Settembre

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LECCO– Non ha usufruito nemmeno del classico quarto d’ora accademico. Nichi Vendola è stato puntuale. Ha fatto ingresso in piazza XX Settembre scortato da diversi polizziotti in borghese. Ad attenderlo circa 300 persone, molte delle quali giovani. E’ tempo di primarie all’interno del centrosinistra e Lecco sembra aver assunto un ruolo di “passaggio obbligato” sempre più importante per i principali candidati e sfidanti al ruolo di leader della nuova coalizione che unisce nella Carta d’intenti firmata qualche settimana fa Partito Democratico, Sinistra Ecologia e Libertà e Partito Socialista Italiano.

Dopo la tappa in città di Matteo Renzi lo scorso 22 settembre (vedi articolo), ieri pomeriggio è stata la volta di Nichi Vendola. Il leader di SEL ha incontrato i cittadini lecchesi riuniti in piazza XX settembre e ha esposto loro le linee programmatiche per questa sua corsa alle primarie.

E’ stato un Vendola a tutto campo quello che si è presentato ieri sera a Lecco: tra i punti più salienti del discorso del governatore della Regione Puglia, riferimenti al lavoro precario o completamente assente, alla crisi sociale, culturale ed economica che investe il nostro Paese, ai fenomeni di corruzione e malaffare presenti ed esplosi anche al nord e infine al concetto di laicità e ai diritti civili, passando dal superamento del berlusconismo che richiede uno sforzo di cambiamento culturale.

Contro la crisi è necessario investire sui giovani – ha affermato Vendola – servono una spinta e una svolta radicale per uscire dal tunnel del berlusconismo”. “Si uscirà dalla crisi quando si allargherà la base imponibile dello stato, quando si produrranno lavoro e ricchezza. Il costante e drammatico aumento della povertà – ha continuato il leader di SEL – è un rischio per la tenuta sociale di tutta l’Italia”. “Chiacchierare sui giovani non serve a nulla – ha esordito Vendola, facendo riferimento al concetto di rottamazione tanto caro al sindaco di Firenze Renzi – conta piuttosto demolire la legge 30, dare sostegno alle scuole pubbliche, servono diritti e non coccole”. E poi il primo affondo a Renzi: “è soltanto un giovane vecchio”. Altro bersaglio facile durante l’intervento di Vendola è stato lo stato di disgregazione e di corruzione in cui versa il Paese, senza eccezione per la tanto fiorente Lombardia: “Il problema della corruzione in Italia è insoluto da Tangentopoli – ha precisato Vendola – “perchè nel frattempo la politica è diventata arrogante ed impotente, non decide più nulla: oggi la vera casta che decide ogni cosa è rappresentata dalle grandi lobby finanziarie ed economiche e una politica che si adegua a tutto questo non può che finire per rifugiarsi nell’arroganza e nella cafoneria”. Per il leader di SEL non va molto meglio nemmeno in Lombardia: “la mafia e la corruzione sono problemi non soltanto del sud, anche nella Lombardia del “Celeste” ci sono infiltrazioni criminali. La favola leghista che contrapponeva la gente del nord con quella del sud è stata dannosa per lo stesso nord – ha ricordato il leader di SEL: “di fatto ha messo in luce che l’unico sud che piaceva a Bossi e Formigoni era quello della ‘ndrangheta che procurava i voti”. Vendola ha tenuto a sottolineare con un pizzico di ironia come “loro possono peccare, perché poi con Comunione e Liberazione non manca chi gli dà l’assoluzione”.

Altro motivo di critica è stato il modello di modernità proposto da Marchionne negli ultimi anni: “onestamente sono un pò turbato da un rivoluzionario così ben accolto da tutti i poter i forti: è come se Maria Antonietta avesse accolto con entusiasmo l’arrivo di Robespierre”, ha spiegato con una battuta Vendola. “Il progetto Fabbrica Italia è stato una scusa per stracciare il contratto nazionale dei lavoratori, proponendo in cambio degli investimenti che hanno sancito la compravendita dei diritti. Ma i diritti e la dignità non si possono scambiare per poche monete”, ha tuonato Vendola. Sempre in ottica di lavoro, non è mancata una stoccata in difesa dell’Articolo 18: “l’Articolo 18 va restaurato completamente ed è moralmente inaccettabile che il ministro Fornero abbia sostituito il reintegro con un indennizzo per quei lavoratori licenziati senza giusta causa“. “Ciò che più mi è dispiaciuto di tutta questa vicenda – ha osservato il governatore della Puglia – è che nel nome dell’innovazione culturale, molti giovanotti, anche di sinistra, hanno aderito a questo modello di modernità”.    

Altri temi importanti toccati dall’intervento di Nichi Vendola sono stati quelli riguardanti scuola, istruzione e ambiente: “il 60% del patrimonio scolastico italiano è fatiscente, quindi è inutile che il ministro Profumo parli di processi di digitalizzazione per le scuole se poi abbiamo degli edifici che crollano“. “Dov’è finita la scuola che educa i ragazzi? – si è chiesto il leader di SEL. “Purtroppo negli ultimi decenni la scuola pubblica è stata devastata e ha insegnato ai giovani soltanto la precarietà, condizionando la loro crescita con il trash delle tv commercialii”, ha osservato Vendola. Usicre da questa condizione è però ancora possibile: “in Italia dobbiamo capire che è fondamentale valorizzare e investire nel settore della tutela ambientale, che è il nostro vero patrimonio“. Secondo Vendola, “il Paese negli anni è stato stuprato e dissestato dai piani regolatori e dalla cementificazione. Oggi siamo qui in riva al lago, circondati da montagne sublimi e ci accorgiamo di quanto purtroppo abbiano mercificato anche la natura”, ha puntualizzato il leader di Sinistra Ecologia e Libertà.

Quanto al tema dei diritti e della laicità, ha osservato che “è intollerabile che una religione dica che la sua morale è naturale e che per questo debba diventare una legge dello stato”. “Mi ribello a questa idea di laicità – ha continuato Vendola – ma anche sul tema delicato del fine vita non voglio cedere all’anticlericalismo più becero: serve comunque dialogare da entrambe le parti e avere una libertà di vedute a 360 gradi”.

Il tema tanto dibattuto della rottamazione è stato oggetto anche della conclusione dell’intervento di Vendola: “cambiare non è solo un fatto anagrafico, serve seppellire il cadavere della seconda repubblica, ma soprattutto è necessario congedarsi definitivamente dal berlusconismo nella sua totalità. Per il leader di SEL “i valori della destra hanno dsitrutto lavoro e università, ma soprattutto hanno crato un modello sociale per il quale i vari Zambetti e Fiorito non sono altro che eroi del nostro tempo“. “E’ giunta l’ora – ha ribadito Vendola – di conoscere questa Italia fino in fondo per potercene liberare una volta per tutte e avviare un lungo lavoro di risanamento del Paese“.

“Per uscire da questa crisi – ha continuato il presidente della Puglia – è necessario lottare per un cambiamento reale e recuperare il rapporto tra giovani e anziani, altroché rottamazione: bisogna parlare degli anziani con rispetto, mentre ai giovani bisogna garantire l’annullamento dello stato di precarietà in cui sono costretti a vivere”. Brillante la metafora usata da Vendola per spiegare meglio questo concetto: “come Enea si caricò il vecchio padre Anchise sulle spalle prima di attraversare il mare per scappare da Troia in fiamme e fondare una nuova città, così anche noi dobbiamo farci carico dei nostri anziani, puntando sul valore della memoria”. “La memoria – ha specificato l’esponente di SEL alle primarie del centrosinistra – deve essere la bussola fondamentale per ricordare ciò che è stato, senza memoria non sapremmo discernere tra bene e male”. “Queste primarie – ha concluso Vendola – siano l’inizio di una nuova ricostruzione politica, perché dobbiamo investire sulla ricostruzione e non sulle macerie. Per rinascere è necessario prendersi cura della memoria, anche da parte della sinistra, altrimenti compiremo un nuovo ed imperdonabile suicidio collettivo”.