Nel precedente articolo abbiamo discusso sul valore dell’entusiasmo nello sport e, ancora caldo dalla bella gara della MotoGP, ho evidenziato l’aspetto romantico che lo accompagna, di quanto sia importante cercarlo, etc.
Oggi torneremo sulla terra: è arrivato il momento di rimuovere il velo rosa e vedere i processi che si nascondono dietro ad esso. Saremo molto meno romantici, ma verosimilmente più pragmatici!
L’entusiasmo si può… “costruire”. Concedetemi la forzatura, ma il concetto su cui si fonda non è poi così lontano dal nostro classico apprendimento per imitazione: osservando un comportamento utile e applicandolo con continuità lo faremo nostro. A costo di sembrare un po’ meccanico il principio è altrettanto valido per le emozioni, al punto che il nostro corpo ci viene proprio incontro in questo genere di attività. Questo perché non solo l’emozione è determinata dalle nostre percezioni e interpretazioni, ma perché, di contro, avviene anche il contrario: le sensazioni corporee sono in grado di generare in noi delle emozioni.
Così come con il self talk io abituo la mia mente a pensare in un determinato modo e ad agire di conseguenza, anche le sensazioni del nostro corpo sono in grado di darci informazioni sugli stati emotivi da vivere: è una teoria abbastanza vecchia, ma pur sempre molto valida: La teoria Periferica delle Emozioni di James (1884).
Il concetto è abbastanza semplice, secondo il modello, infatti: le emozioni sono l’esito di modificazioni neurofisiologiche che, dalla periferia, raggiungono il sistema nervoso centrale. L’emozione sarebbe perciò conseguente, e non antecedente, ai cambiamenti fisiologici. In parole povere se io sento un senso di costrizione al petto, il mio battito è accelerato, il fiato è corto e sto sudando ecco che queste informazioni fisiologiche diranno al mio sistema nervoso centrale: “ehi, guarda che stai provando del panico!”. Chiaramente si tratta di una teoria che presta al fianco a molte critiche, ma possiede dentro di sé un fondo di verità piuttosto interessante: esiste infatti uno stretto legame fra sensazioni corporee ed emozioni coscienti, al punto tale che intervenendo sugli elementi fisiologici è possibile modificare l’emozione stessa! Non si tratta di un’ipotesi, ma di un fatto scientifico vero e proprio: se io mi “costringo” a sorridere, nel senso di obbligare la mia muscolatura facciale a produrre un sorriso (tipico è l’uso di una matita fra le labbra per “costringere” i muscoli predisposti ad azionarsi), ecco che con il tempo il feedback corporeo (da periferia a sistema nervoso centrale) modificherà la mia sensazione di percepito emotivo.
Come anticipato sto riducendo l’aspetto romantico dell’entusiasmo… ma il nostro obiettivo dovrebbe sempre essere quello dell’eccellenza sportiva, pertanto è indispensabile cercare di osservare i fenomeni emotivi sotto tutti i punti di vista!
Alla luce di queste informazioni, non sembra più così stupida la tipica richiesta della mamma che dice al figlio: “su dai, fammi un bel sorriso!” poiché effettivamente queste forzature popolari hanno in realtà un fondo di verità.
Spesso abbiamo parlato di allenamento mentale, ma è importante ribadire che il corpo è una parte integrante di un processo di preparazione psicologica, altrimenti rischiamo di cadere nel solito binomico corpo vs mente invece del più efficace corpomente. Allenare il corpo a “sentire” determinate emozioni da un punto di vista fisico è sicuramente un campo interessante di azione che andrebbe sviluppato in parallelo alla classica gestione “mentale” delle emozioni di gara.
Piaciuto l’articolo? Iscriviti alla newsletter di Psicologia FLY per tenerti sempre aggiornato sulle ultime novità dal mondo della Psicologia dello Sport!
Dott. Mauro Lucchetta – Psicologo dello Sport
Per domande o dubbi: mauro.lucchetta@psicologiafly.com
oppure visitate il sito: www.psicologiafly.com
ARTICOLI PRECEDENTI
8 aprile – L’asso (spesso sconosciuo) nella manica di ogni atleta
24 marzo – Sport e videogiochi: potenziare le capacità immaginative attraverso le tecnologie
17 marzo – Sport e videogiochi: nelle tecnologie un indizio sulle predilezioni sportive?
10 marzo – Sport e videogiochi: un punto di contatto
26 febbraio – Perchè il mio avversario non è il mio peggior nemico (Parte 3^)
17 febbraio – Perchè l’avversario non è il mio peggior nemico (parte 2^)
10 febbraio – Perchè l’avversario non è il mio peggior nemico
4 febbraio – Perchè un atleta dovrebbe scegliere la mia squadra e non un’altra
21 gennaio – Rapporto fra allenatore e giocatori: psicologia nello sport con le 3 P
13 gennaio – Il rapporto fra allenatore e giocatori: comunicazione, valori e… psicologia
7 gennaio 2013 – Cultura della società sportiva vs atleti: “Qualcuno chiami lo psicologo dello sport!”
24 dicembre – Psicologia dello Sport per non sportivi (ma che vorrebbero diventarlo) Fase 5
16 dicembre – Psicologia dello sport per non sportivi (ma che vorrebbero diventarlo) Fase 4
9 dicembre – Psicologia dello Sport per non sportivi (ma che vorrebbero diventarlo) Fase 3
2 dicembre – Psicologia dello sport per non sportivi (ma che vorrebbero diventarlo) Fase – 2
25 novembre – Psicologia dello sport per non sportivi (ma che vorrebbero diventarlo) Fase 1
18 novembre – Psicologia dello sport negli sportivi autodidatti
11 novembre – Vorrei affidarmi alla psicologia dello sport ma…
4 novembre – Psicologia dello sport e coraggio
28 ottobre – Il tifo da stadio? Te lo spiega la psicologia sociale
21 ottobre – Aspetti psicologici degli sport estremi
14 ottobre – Quando lo sport è pericoloso… figli e genitori a confronto
7 ottobre – Gli sportivi e l’immagine di sè
30 settembre – Maledetto infortunio, la psicologia dell’atleta in stand-by
12 settembre – Paralimpiadi finite? Facciamole continuare
6 settembre – Speciale Paralimpiadi: il villaggio olimpico e i problemi sulla lunghezza
13 agosto – Speciale Olimpiadi: Italia tra sofferenza e divertimento
6 agosto – Le prestazioni emotive
30 luglio – Come formulare correttamente un obiettivo
16 luglio – Risultato immediato vs risultato costruito
9 luglio – L’Italia ha vinto gli Europei: un modello da replicare
2 luglio – I sintomi del drop out e del bur out
25 giugno – Quando lo sport chiede troppo: il burn out
18 giugno – Sport e abbandono giovanile: cosa fare con il drop out?
6 giugno – Perchè i bulli sono bravi negli sport?
28 maggio – Forse non tutti sanno che… non tutti sono davvero psicologi dello sport
21 maggio – come si fa a gestire l’ansia sportiva – Parte 3^
14 maggio -Come si fa a gestire l’ansia sportiva – Parte 2^
7 maggio – Come si fa a gestire l’ansia sportiva – Parte 1^
30 aprile -Quando un figlio è scarso nello sport
22 aprile – Riconoscere le proprie capacità – Come acquisire la testa del campione
16 aprile – Proiettarsi nel futuro. Come acquisire la testa del campione
9 aprile – Il fattore sfiga. Come acquisire la testa del campione
1 aprile – Come acquisire la testa del campione? Il pensiero controllato
25 marzo – Come funziona la testa del campione?
18 marzo – La definizione degli obiettivi sportivi
11 marzo – Prima di visualizzare: osservare!
5 marzo – Il dialogo interiore
27 febbraio – Introduzione alla psicologia dello sport