Lettera. Prelievi di sangue nei distretti: disagi per i donatori

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LECCO -Riceviamo e pubblichiamo

“Come cittadino e ‘suddito’, oso parlare a nome di quei tanti miei pari che dal 1º di agosto, hanno avuto la disavventura di dover fare un prelievo di sangue nei distretti periferici del lecchese. La notizia, per altro non è nuova, essendo stata ripresa in questo ultimo fine settimana anche da altre testate giornalistiche locali che hanno come la vostra, il pregio di essere vicino alla gente. “La nostra gente” come spesso il Direttore Generale dell’ ospedale (Mauro Lovisari, ndr) ama sottolineare, ospedale che ha la responsabilità della gestione di questi punti prelievo periferici. Ora mi chiedo, ma il signor direttore si è reso conto dei disagi e dei problemi che ha creato questa scelta, iniziata il 1º di agosto, quando la gestione dei prelievi nei vari distretti è stata assegnata ad una nuova cooperativa? E già, perché la questione non ha riguardato solo la Brianza lecchese (Costamasnaga), ma a ben sentire anche da amici, ha interessato Galbiate, Olginate e altri ambulatori. Vista l’ entità del disagio però, non si può non pensare che il problema dipenda da una gestione fatta un po cosi così, con scarsa formazione, superficialità e insufficiente comunicazione tra ospedale e la nuova cooperativa. Del resto, sempre rimanendo nell’ ambito di quanto si è letto, è stato chiaramente detto dall’ ospedale, che il personale è stato formato per 10 giorni, sperando, dico io, che lo stesso personale della cooperativa provenga dal settore sanitario altrimenti i 10 giorni rappresentano davvero un nulla in termini di formazione. Risultato di tutto ciò: interminabili code, quando è andata bene, per farsi accettare una ricetta con gli esami prescritti, altrimenti rischi di fare mezzogiorno per poter fare il prelievo oppure di essere rinviato a casa sentendoti dire di tornare il giorno dopo, e per fortuna che siamo in periodo di ferie altrimenti dobbiamo prenderci un altro permesso; chissà a settembre cosa succederà! Va meglio in questo caso, ai cassa integrati che non hanno problemi di orario, almeno per questo! Se poi proprio è la tua giornata NO la si conclude con una serie di punture necessarie per trovarti finalmente la vena! Mi pare già di leggere a questo punto, la sollecita e tecnica risposta a questa mail, da parte dell’ amministrazione ospedaliera”. E’ un cambiamento e ci sono dei tempi tecnici, portate un po di pazienza”. Già, pazienza. Peccato che la vena è la mia! E che anche il tempo è il mio! E anche i soldi del ticket sono miei! Chiedo allora, una struttura privata accetterebbe questo stato di cose? Domanda pericolosa perché la sollecita direzione come ha già fatto in altre occasioni risponderà”si vada dal privato”, già, perché nel nostro Regno si fa così con i problemi, se ci sono si chiude baracca e burattini…soprattutto quando il problema riguarda il pubblico! ” Vedete, (si dirà dall’ ospedale) noi ci abbiamo provato a dare lo stesso servizio riducendo i costi ma purtroppo non è possibile, quindi visti i tagli l’ unica soluzione è la chiusura degli ambulatori”. Dio non voglia e questo rimanga solo un mio pensiero di fantasia! Chiedo ancora però, sarebbero disposti gli esponenti della direzione ospedaliera, a sottoporre un parente o un loro caro a questo percorso? Bene! Nessuno è contrario ai cambiamenti anzi questo paese avrebbe bisogno di cambiamenti veri, soprattutto fondamentali e ben condotti. Ma i cambiamenti dovrebbero essere finalizzati a garantire almeno la stessa qualità se non un beneficio (oggi oramai un’ illusione!), e non, come in questo caso, a provocare un ulteriore onere e disservizio a carico della gente, soprattutto quando questo, riguarda sanità e salute delle persone. Grillo docet, la “gente” osserva”.

Alberto Panzeri