A nome di tutta la cittadinanza, gli auguri dell’assessore Tina Balossi per l’importante traguardo
Una vita piena e tanta soddisfazione: “Ho lavorato tanto, sono contenta e della mia vita non cambierei una virgola”
CALOLZIOCORTE – La calolziese Adele Papini ha festeggiato lo splendido traguardo dei 100 anni lo scorso 29 giugno. A farle visita è stata l’assessore ai Servizi Sociali Tina Balossi che l’ha definita la superstar dei centenari calolziesi.
“Mi accoglie nella sua casa dove ha appena finito di spolverare i mobili e mi rivela che pulisce la casa per stare in movimento, giusto per muovere le mani e le gambe – racconta l’assessore Balossi -. Ha uno sguardo attento che rivela vivacità mentale e curiosità”.
La signora Papini vive da sola ma gode della presenza dei vicini di casa Sandra e Enzo e la sua giornata è scandita da telefonate dei nipoti e delle amiche, dalla lettura e semplici lavoretti. Per il suo compleanno ha confezionato, con la nipote Elena, dei sacchettini per i confetti e dei segnalibri che riportano frasi sulla pace che ha trovato leggendo i libri.
“Il mio viaggio inizia nella caldissima nottata del 29 giugno dei 1924 all’ultimo piano dell’edificio che allora comprendeva sia la scuola che il comune e dove i miei genitori erano i custodi, per questo soprannominati “i purtinér” – ha raccontato la signora Papini -. Ecco perché io sono solita dire che il Comune è la mia casa. Ricordo che durante la guerra il Comune era stato occupato dai militari, ma la mia famiglia ha continuato ad abitare lì socializzando con quei giovani militari”.
Anche la sua famiglia ha un trascorso simile a quelle del suo tempo: numerosa, ultima di 12 figli, alla mamma spettava la guida della casa e tutti dovevano contribuire al sostentamento familiare: “lo aiutavo il papà a pulire i banchi di scuola. Da bambina il mio passatempo preferito era andare all’Oratorio di Casale. Qui giocavo e imparavo a fare teatro con alcune amiche. Restavo spesso fino alle 21, a dire la verità sento di aver trascurato in quel periodo i miei genitori”.
La sua famiglia, che lei chiama “una cosa meravigliosa”, è sempre stata un pilastro nella sua vita. Ricorda la vita semplice dei suoi genitori che non ha mai visto arrabbiati: “Lì stavo bene, c’era amore, obbedienza, tolleranza, rispetto e quello che dicevano i genitori per noi era sacro. Le cose sono cambiate, le famiglie sono complicate, i figli hanno tutto e i rapporti coi genitori sono difficili. No, preferisco la famiglia dei miei tempi”.
Ha frequentato la scuola fino alla quinta elementare, poi le condizioni economiche e sociali scoraggiavano il proseguimento scolastico così, a 14 anni, inizia a lavorare presso la Ditta De Alberti di Calolziocorte: “Si lavoravano le budella che poi servivano per fare gli insaccati. Era un lavoro molto pesante. Il mio stipendio lo davo in casa. Lo portavo al sabato e al lunedì i soldi erano già finiti…”.
Adele lavora anche in Svizzera, a Lugano, presso una Casa di Convalescenza, poi sempre in Svizzera alle dipendenze della Legler, lavorava ai telai: “La ditta era gestita dalle suore Orsoline di cui faceva parte anche mia sorella, suor Damiana”.
Tornata in Italia viene assunta come donna di servizio a Oggiono in casa del dottor Cavallini: “A quarant’anni ho fatto domanda come telefonista presso la Ditta Bonaiti Eros a
Calolziocorte, sono stata scelta fra venti candidate e lì ho lavorato fino all’età della pensione, a 57 anni”.
Anche dopo la pensione Adele non sì ferma. Aiuta per molti anni Carluccio a sbrigare pratiche nella sua agenzia. Donna intraprendente e determinata, decide di fare la patente per essere indipendente. Ma il capolavoro della sua vita è quello di aver accudito e cresciuto i suoi cinque nipoti, figli di suo fratello Peppino: “Sì, avevo vent’anni e oltre al lavoro mi sono presa cura dei miei nipoti che erano rimasti senza mamma, per me sono stati come figli. Non mi sono sposata, non ho mai avuto tempo per pensarci, è a loro che ho dato amore e tempo”.
Nel corso degli anni Adele è riuscita anche a soddisfare la sua grande passione di andare in giro per il mondo: “Ho iniziato ad andare in bicicletta a Brescia, in Brianza dai contadini per procurarmi qualcosa da mangiare per la mia famiglia. Ho girato tutta l’Europa, le due Russie, l’Egitto e mi dispiace non essere andata in America. Fino a 93 anni con le amiche andavo in vacanza ad Abano Terme per le cure. Ho visitato anche i maggiori Santuari, la fede e la preghiera mi hanno sempre confortato e sostenuta nei momenti difficili”.
E’ soddisfatta la signora Adele: “Ho vissuto bene, ho lavorato tanto, sono contenta e della mia vita non cambierei una virgola”.
Oggi, domenica, sono proseguiti i festeggiamenti, prima la Messa a Somasca con parenti ed amici, poi il pranzo al ristorante. Per la sua festa non desidera grandi regali: “Sono sola e sono contenta quando sento squillare il telefono perché qualcuno vuol parlare con me…”.
L’assessore ai Servizi Sociali Tina Balossi, insieme al sindaco, a tutta l’l’amministrazione comunale e a tutta la cittadinanza ha reso omaggio a questa donna che è stata e continua ad essere un esempio di vitalità, tenacia e generosità: “Auguri zia Adele, grazie per la tua testimonianza di vita!”