Se tutto andrà bene riapertura a fine primavera 2021
Il comune si assume un onere pesante: “Non possiamo abbandonare il Monastero a se stesso”
CALOLZIOCORTE – Dopo l’annuncio, nei giorni scorsi, dell’avvio della procedura di liquidazione della Fondazione Monastero di Santa Maria del Lavello, il sindaco di Calolziocorte Marco Ghezzi è tornato sulla questione per chiarire le intenzioni dell’amministrazione comunale.
“La decisione di liquidare la fondazione è stata presa perché non c’erano più la condizioni per andare avanti con quel tipo di gestione – ha detto il sindaco -. Con questa scelta si intende chiudere una fase per aprirne un’altra che ci auguriamo sia di rilancio. Per quanto riguarda eventuali responsabilità, invece, verranno messe in luce dal liquidatore”.
Il comune, pur non avendone l’obbligo, intende assumersi l’onere (molto pesante) di gestire tutto ciò che riguarda la cultura nel Monastero del Lavello: “La chiesa e la sacrestia resteranno in capo alla parrocchia, mentre si pensa di dare in gestione attraverso un bando il bar e l’hotel. Nel frattempo stiamo cercando un modo, insieme alla Provincia di Lecco, per gestire la cultura all’interno della struttura“.
Si tratta di costituire un “qualcosa” per portare avanti iniziative ed eventi culturali all’interno del sito: “Il comune, di fatto, si assume l’impegno di rilanciare il Monastero. La Provincia di Lecco realizzerà alcuni lavori nelle prossime settimane poi, se tutto andrà bene, si potrà riaprire per la fine della prossima primavera. Deve essere chiaro però che il comune si assumerà l’onere solo a precise condizioni: di sicuro non può essere l’unico amministratore, garante e finanziatore. Non vogliamo abbandonare il Monastero a se stesso, però serve la collaborazione di tutti anche, e soprattutto, dei privati”.
Il covid ha dato il colpo di grazia a una formula di gestione che già da tempo si era dimostrata inadatta: “L’inter di liquidazione della Fondazione non sarà breve – ha concluso il sindaco -. Lo scioglimento comporta tutta una serie di altri aspetti, tra cui la decadenza del comodato d’uso sessantennale concesso alla parrocchia di Foppenico. In un periodo particolarmente complicato sappiamo di assumerci un impegno molto pesante, ma non possiamo abbandonare il Monastero”.