Lario Reti Holding sta portando avanti, anche grazie ai fondi del Pnrr, un progetto di ricerca e sistemazione delle perdite delle tubature
Particolarmente attenzionate le zone montane, servite solo dalle sorgenti, e quelle turistiche dove la domanda idrica aumenta nei mesi estivi
LECCO – Il 2022 è stato contraddistinto dalla siccità, con il ricorso a pozzi e sorgenti alternative per portare l’acqua potabile nelle case e il lago di Como che aveva raggiunto il minimo storico – mai registrato dal 1946 – di livello altimetrico: -33.3 centimetri ad agosto, contro i -16.6 registrati a Malgrate ieri, 21 agosto. Quest’estate, invece, complici le più frequenti precipitazioni non si riscontrano particolari criticità di approvvigionamento per il sistema idrico. “Per adesso sembra essere una normale estate, non ci sono le problematiche dell’anno scorso”, spiegano da Lario Reti Holding, la società – che gestisce il servizio idrico integrato nel Lecchese – sta portando avanti moltissimi interventi infrastrutturali e di regolazione per arginare futuri periodi di siccità.
L’avvertenza, che precede ogni altra considerazione, è che l’acqua – siccità o meno – non debba essere sprecata. “Alcune zone restano da attenzionare – continuano da Lario Reti – come la Valsassina e il comune di Valgreghentino che hanno avuto problemi l’anno scorso. Si tratta di zone servite solo o per lo più da sorgenti“. Questa tipologia di fonte si ricarica d’acqua grazie alla neve che – sciogliendosi – penetra gradualmente nel terreno e raggiunge la falda: “Lo scorso inverno, come quello precedente, non ha nevicato – sottolineano dalla società di servizio idrico – le sorgenti quindi non si stanno ricaricando. E la pioggia non basta poiché penetra subito nel terreno. Due inverni senza neve rappresentano un problema. Teniamo sotto controllo anche quei comuni che attraggono turismo e in cui la domanda d’acqua aumenta esponenzialmente in estate, Bellano per esempio risulta un comune spesso critico”.
Gli interventi infrastrutturali
La situazione provinciale, attualmente, è sotto controllo grazie alle attività di efficientamento e alle interconnessioni fra i comuni messe in campo da Lario Reti Holding. Si lavora sulle tubature: grazie ai fondi del Pnrr, che finanziano circa la metà dell’intervento, prosegue la campagna di ricerca delle perdite. “Ci sono infrastrutture, come quelle di Premana dove sono in corso le sistemazioni, vecchie anche fino a 60 anni su cui è necessario fare manutenzione – spiegano da Lario Reti -. Grazie ai fondi europei l’intero progetto terminerà nel 2025”. Il piano di interventi stima il recupero annuale di circa 8,6 milioni di metri cubi di volume di perdita (8 miliardi e 600 milioni di litri) – rispetto al valore di riferimento del 2020 – diminuendo significativamente la pressione sulle fonti idriche sugli impianti di potabilizzazione, con una conseguente riduzione dei consumi energetici di circa 9,5 GWh. “Stiamo poi mantenendo la pressione dell’acqua a livelli specifici per fare in modo che le tubature non si rovinino e non si creino perdite”, continuano da Lario Reti. Sono stati inoltre interrati i tubi posizionati nei boschi l’anno scorso, in emergenza, per convogliare l’acqua di sorgenti che non erano utilizzate.
Lario Reti sta mettendo in atto anche una serie di interventi più piccoli e collaterali, ma comunque impattanti. A Erve la rete è stata separata in due per gestire al meglio la quantità d’acqua e scongiurare che una parte del paese rimanga a secco. L’acqua di uno dei cinque pozzi di Bosisio è stata convogliata verso il comune di Cesana, dove si riscontrava più carenza, e la sorgente Linate, a Civate, è stata messa a servizio della rete di Suello. Sono stati poi regolati i parametri degli impianti, tutti telecontrollati, per gestire l’assorbimento d’acqua dei pozzi, perchè non si generino situazioni di crisi negli orari di punta in cui c’è più richiesta.
Il lago è un’altra fonte per la rete del servizio idrico: a livello provinciale rappresenta un terzo dell’approvvigionamento, come le sorgenti e i pozzi, ma risulta primaria per alcuni comuni del Meratese che non hanno fonti sul territorio. “C’è una presa, a 32 metri di profondità nella baia di Parè che pesca acqua e la porta al potabilizzatore di Valmadrera – sottolineano da Lario Reti -. L’impianto, costruito negli anni ’80, è in grado di rendere potabili 1.100 litri di acqua al secondo, con un processo che dura fino a 8 ore”. L’acqua poi scorre nei tubi dell’acquedotto Brianteo – che da Lecco raggiunge Dolzago, Casatenovo, poi Osnago e Verderio – e che è oggetto di sdoppiamento.
In itinere in questi mesi, il progetto di raddoppio consentirà di potenziare l’acquedotto Brianteo, il più importante della Provincia di Lecco, che serve 64 Comuni ed oltre 365.000 cittadini, anche nella Province di Como e Monza e Brianza. L’investimento si compone di due tratte, per un valore totale superiore ai 11,5 milioni di euro: la prima tratta da Valmadrera a Civate (valore 3,5 milioni) e la seconda da Civate a Dolzago (valore 8 milioni) che include la posa di circa 3,5 km di condotta sublacuale, passante sul fondo del Lago di Annone. Il raddoppio della dorsale è fondamentale in quanto consentirà di efficientare la gestione energetica del potabilizzatore e delle camere di rilancio, andando a separare la necessità di generazione di pressione e di avere una soluzione di riserva nel caso di manutenzioni da attuare sulla tubazione.