Diego Riva (Cgil): “Primo Maggio nel segno dell’unità, della responsabilità e della coesione sociale”
Manzoni, assessore al Welfare del comune di Lecco: “Purtroppo il lavoro oggi rischia di essere ostaggio dell’ingiustizia sociale”
LECCO – Dopo due anni di stop forzato a causa della pandemia è tornato anche a Lecco il Concerto del Primo Maggio, in occasione della Festa del Lavoro e dei Lavoratori organizzato dalle sigle sindacali CGIL Lecco, CISL Monza Brianza Lecco e UIL Lario con il patrocinio del Comune di Lecco. Gremita la centralissima piazza Cermenati di Lecco con una buona partecipazione favorita anche dalla finestra di bel tempo che regalato un pomeriggio senza pioggia in barba alle previsioni meteo.
Dopo il momento commemorativo del primo pomeriggio, che si è tenuto in Largo Caleotto, davanti al Monumento ai Caduti sul Lavoro, in piazza Cermenati è cominciata la Festa con il concerto del Primo Maggio animato da diversi gruppi musicali, tra i quali: Post Office, NewEtà, Mercato dei Sensi e Tizshard.
Spazio nel corso del pomeriggio, ad alcuni interventi delle parti sindacali e non solo, che quest’anno hanno scelto come slogan del Primo Maggio: “Al lavoro per la pace”, con chiaro riferimento alla guerra che vede coivolte Ucraina e Russia.
Diego Riva, segretario generale della Cgil Lecco dopo aver sottolineato l’importanza di essere ritornati in piazza dopo due anni di stop, ha posto l’attenzione proprio sul conflitto in atto: “Una guerra che ha dell’assurdo e continua a produrre conseguenze tragiche per le popolazioni civili coinvolte nel conflitto, ma ha effetti negativi anche sugli equilibri politici ed economici mondiali”.
Quindi ha espresso parole di solidarietà all’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) duramente attaccata in questi giorni, dichiarando senza mezzi termini: “Noi stiamo con l’ANPI”.
Guardando sempre alla guerra in Ucraina, Riva ha ricordato: “Ancora una volta si fa uso delle armi per affrontare temi geopolitici. Il mondo è cambiato, il pianeta non regge più e si continua a pensare che le soluzioni si trovino producendo conflitti tra i popoli. Lo slogan scelto da Cgil, Cisl e Uil per la ricorrenza di quest’anno è: ‘Al lavoro per la pace’. Un messaggio chiaro in favore del cessate il fuoco”.
Fondamentale per Riva il concetto di uguaglianza sia per i popoli che per i diritti: “così come per respingere la cultura di chi sostiene, pericolosamente, che esiste il profugo di serie A e di serie B – aggiungendo – E’ da qui che vogliamo ripartire, dalla festa dei lavoratori di tutto il mondo. Mai come oggi questa ricorrenza ha avuto un valore tanto simbolico. Nel segno dell’unità, della responsabilità e della coesione sociale, riaffermiamo il valore della centralità del lavoro, per un’Italia che vuole costruire il suo domani. Non ci può essere una repubblica senza lavoro, quello vero, con i diritti e con i salari adeguati per le famiglie, come affermato dall’articolo uno della Costituzione. Il faro che deve guidare e che ogni uomo o donna che sia deve far vivere nella sua quotidianità”.
E mentre la cronaca racconta ancora di troppe morti sul lavoro per Riva “c’è la necessità di un radicale cambiamento del rapporto esistente tra scuola e lavoro”.
Riva ha poi affrontato i temi della diversità sul lavoro, della digitalizzazione e dell’innovazione tecnologica, la sostenibilità ambientale, sociale, economica e culturale “che fanno parte dell’agire quotidiano del sindacato Confederale”.
Per Riva servono “nuovi stili di vita e d’impresa” per tendere a “un’idea di società migliore per i cittadini di oggi e di domani”. Da qui lo sforzo di Cgil, Cisl e Uil nel “promuovere e favorire, anche nel territorio, i processi di Economia Civile. Progetti che cercano di mettere in evidenza la competizione cooperativa nella quale si includono nell’anima il territorio, le istituzioni e la società organizzata. Un principio di sussidiarietà circolare e civile che può avere un ruolo fondamentale nel welfare di comunità”.
Infine ha spronato i presenti a “rialzare la voce e provare a reagire con determinazione davanti al mancato rinnovo dei contratti nazionali di lavoro, che rischia di aggiunge ulteriori incertezze di convivenza civile”.
Tra gli interventi che si sono alternati durante il concerto, anche quello dell’assessore al Welfare del comune di Lecco Emanuele Manzoni che ha sottolineato come: “Purtroppo il lavoro oggi rischia di essere ostaggio dell’ingiustizia sociale e, più che essere un mezzo di umanizzazione, diventa una periferia esistenziale”. Da qui la necessità nel “fare sistema e mettere in campo misure per chi il lavoro non ce l’ha o l’ha perso, per chi deve reinventarsi e, dunque, ha necessità di nuova formazione, per chi deve integrarsi in un sistema complesso e spesso eccessivamente performante”.
Manzoni ha evidenziato come “Pandemia e crisi socioeconomica hanno fatto crescere anche a Lecco situazioni di fragilità sociale e di povertà. Tuttavia le nostre comunità hanno reagito prontamente, accorciando le distanze e costruendo sinergie perché nessuno venisse abbandonato. È entrato in campo il welfare locale, un welfare territoriale che unisce gli enti pubblici, l’associazionismo, la cooperazione sociale e la comunità per dare risposte concrete alle necessità dei cittadini. Un pensiero e un ringraziamento sincero oggi non possono non andare ai lavoratori e alle lavoratrici del mondo del sociale e della cura, operatori e operatrici di giustizia sociale, che in questo periodo pandemico si sono assunti il carico dell’accompagnamento delle persone più vulnerabili delle nostre comunità”.
Un impegno che deve proseguire ha fatto sapere l’assessore Manzoni: “È necessario investire su una visione di crescita sostenibile per il nostro territorio”, quindi ha concluso: “Il lavoro può e deve essere, infine, anche motore della pace: su di essa si fondano la democrazia, la giustizia, la dignità. In queste ore così buie per l’Europa e il mondo intero non può che risuonare in ciascuno di noi l’appello di questo 1° maggio, ‘Al lavoro per la pace’, quale imperativo morale”.