Un dipendente dell’Airoldi e Muzzi avrebbe dato lo scritto all’ex consigliere dietro garanzia del totale anonimato
“Questa lettera è scritta da chi lavora all’interno. Se quello che c’è scritto è vero è molto grave”
LECCO – Un nuovo capitolo nella vicenda di Carlo Gilardi, il professore di Airuno che si trova dallo scorso 27 ottobre presso gli Istituti riuniti Airoldi e Muzzi di Lecco. Il caso dell’anziano, sollevato sei mesi fa dalla trasmissione televisiva di Italia 1 Le Iene, ha scosso l’opinione pubblica che a più riprese si è mobilitata per chiedere che il signor Gilardi possa tornare il prima possibile a casa sua.
Una vicenda molto articolata che il prossimo 27 aprile vedrà un’altra tappa fondamentale: l’udienza preliminare per decidere il rinvio a giudizio o meno dei 7 indagati per circonvenzione di incapace. La prima udienza si era svolta lo scorso 2 febbraio con un rinvio. Il 15 febbraio Gilardi era stato ascoltato dalle parti nel corso dell’incidente probatorio ammesso dal Giudice per le indagini Preliminari del Tribunale di Lecco Salvatore Catalano.
Intanto, nella serata di ieri (20 aprile), è andato in onda un nuovo servizio del programma di Italia 1 in cui viene intervistato l’ex consigliere comunale di Lecco Giovanni Colombo a cui, secondo quanto raccontato nel servizio, un dipendente della Rsa avrebbe consegnato, dietro la garanzia del totale anonimato, una lettera da far pervenire proprio alle Iene: “Nella lettera c’è scritto come viene tenuto Carlo all’interno dell’Istituto Airoldi e Muzzi – ha detto l’ex consigliere ai microfoni di Mediaset -. Questa lettera non è scritta da me, ma da chi lavora all’interno. Se quello che c’è scritto è vero è molto grave”.
E così Le Iene nei giorni scorsi sono tornate a Lecco, fuori dai cancelli della struttura di Germanedo, alla ricerca di conferme rispetto ai contenuti della lettera attraverso i dipendenti della struttura. Intanto la trasmissione ha anche cercato di portare il caso del signor Gilardi all’attenzione di senatori e deputati.