‘Chiara aveva due mamme e io le ho riconosciute’. La testimonianza di Gattinoni al Lecco Pride

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In centro il sindaco Mauro Gattinoni

Dal palco del Pride il sindaco Gattinoni ha raccontato la vicenda che risale ad alcuni anni fa e che ha avuto risvolti legali

Il sindaco del comune di residenza della famiglia ha annullato l’atto firmato dal primo cittadino lecchese ma la corte costituzionale ha stabilito “che non esiste conflitto costituzionale nel diritto del bambino a vedere riconosciuti gli affetti, anche se si parla di due madri”

LECCO – È una storia di amore e coraggio istituzionale quella raccontata dal sindaco di Lecco, Mauro Gattinoni, dal palco del Lecco Pride 2025. Davanti a una piazza gremita, Gattinoni ha condiviso un episodio avvenuto poco dopo la sua elezione, quando in Comune si presentarono due donne: “Una era la mamma naturale, incinta, l’altra la mamma intenzionale” ricorda Gattinoni. Una famiglia, un’unica richiesta: “Sindaco, tra due mesi nasce Chiara (nome di fantasia). La riconosce? Riconosce che Chiara ha due mamme?”

“In quel momento – ha raccontato il sindaco – non c’era una legge, e non c’è neppure oggi. Ma era assurdo che una questione così fondamentale venisse affidata alla coscienza di un sindaco. Due mesi dopo, con la nascita della bambina, le due madri si presentarono di nuovo. L’ufficiale di stato civile però si rifiutò di firmare l’atto di nascita con entrambe le madri, per mancanza di un quadro normativo. Quindi ho preso io una decisione e, dopo essermi confrontato con la mia giunta, ho firmato l’atto. Chiara aveva due mamme e io ho voluto che questo fosse riconosciuto”.

La vicenda non finisce qui: “Non ve lo sto raccontando per orgoglio, non ho alcun merito, ma per coscienza. La famiglia non risiedeva a Lecco, e al momento della trascrizione dell’atto nel comune di residenza, il sindaco locale si rifiutò di accettarlo e denunciò sia me che le due mamme. Ne è seguito un lungo contenzioso legale – ha continuato Gattinoni – si è litigato per mancanza di norme. Eppure l’Italia ha qualcosa di meraviglioso: la Costituzione. E la Corte Costituzionale ha stabilito che non esiste conflitto costituzionale nel diritto del bambino a vedere riconosciuti gli affetti, anche se si parla di due madri.”

Cinque anni dopo la sua elezione qualcosa è cambiato, ha concluso il sindaco, “ma non abbastanza”. La sua testimonianza si inserisce nel più ampio dibattito sui diritti delle famiglie omogenitoriali in Italia, che ancora oggi si scontra con un vuoto normativo e decisioni spesso affidate alla sensibilità di singoli amministratori locali.