Coronavirus, la mappa del contagio in Italia: la Lombardia la regione più colpita

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La mappa è tratta dal sito della Protezione civile ed è elaborata con i dati del Ministero della salute

Brusaferro (Istituto superiore di sanità): “Curva epidemica in crescita. Contagio più veloce al Nord”

Ammontano  a 165.541 i tamponi effettuati in tutta Italia, di cui 48.983 in Lombardia

 

LECCO – Sono 35.713 le persone che, dall’inizio dell’epidemia, hanno contratto in Italia il Coronavirus. Di queste, sono decedute 2.978 e 4.025 sono guarite. Attualmente i soggetti positivi sono 28.710 (il conto porta a 35.713 se si sommano anche i morti e i guariti. E’questa l’ultima fotografia dell’epidemia da coronavirus scattata dalla Protezione civile con il bollettino diramato ieri pomeriggio, mercoledì.

Ecco la tabella con i dati forniti dal Ministero della salute

In testa alla “classifica” dei contagi, ancora una volta la Lombardia con 17.713 casi complessivi, seguita dall’Emilia Roma (4.525) e dal Veneto (3214) regioni in cui è suonato per prima l’allarme legato al diffondersi del covid 19. Segue con un netto trend di crescita il Piemonte (2341), le Marche (1568) e la Toscana (1330).
I pazienti ricoverati con sintomi sono 14.363 (circa la metà sono in Lombardia dove il dato è di 7285); 2.257 sono in terapia intensiva (924 in Lombardia) mentre 12.090 sono in isolamento domiciliare fiduciario (4057 nella nostra Regione). Ammontano invece a 165.541 i tamponi effettuati, di cui 48.983 in Lombardia.

COVID 19 – ELENCO DEL CONTAGIO PER PROVINCIA

“La curva epidemica è in crescita a livello nazionale. E alcune regioni, ovvero quelle del Nord Italia, continuino a essere quelle più colpite – ha spiegato Silvio Brusaferro, presidente dell’istituto superiore di Sanità, ieri durante la conferenza stampa della Protezione civile – Questo vuol dire non solo che c’è un numero maggiore di positivi ma anche una maggiore utilizzo degli ospedali e delle terapie intensive. Abbiamo visto come queste aree si stiano attrezzando in maniera straordinaria vivendo momenti di grande difficoltà. In altre aree la crescita è meno veloce, ma questo dato non deve illuderci. Tutti dobbiamo evitare i contatti stretti e mantenere l’isolamento sociale per rallentare la diffusione della curva epidemica”.