Bullismo, babygang e autolesionismo: disagio giovanile al centro dell’incontro in Lariofiere
Un momento di riflessione e confronto per approfondire e capire come aiutare i giovani
ERBA – Sono stati il disagio e la violenza giovanile al centro del convegno tenutosi questa mattina, sabato, presso la Sala Porro a Lariofiere.
La mattinata è stata pensata come un’occasione di confronto tra istituzioni e operatori del sociale rispetto ai fenomeni sempre più evidenti legati alla violenza perpetrata e subita dai giovani, al bullismo e cyberbullismo, all’autolesionismo e al crescente fenomeno delle cosiddette baby gang.
Ad aprire i lavori è stata la senatrice e consigliere comunale di Erba Erica Rivolta, promotrice dell’evento insieme a fratel Aldo Genova di Villa Padre Monti e al prof. Camillo Capararo presidente del Rotary Erba Laghi: “Abbiamo voluto questo momento di riflessione sulla rabbia che ultimamente possiamo percepire tutti soprattutto nei ragazzi, ma non solo – ha esordito la senatrice -. Abbiamo voluto questa occasione in un ambiente già molto ricettivo: nell’erbese c’è già una rete importante che si occupa di queste tematiche e che ha già fatto sistema con le scuole, con le associazioni. Siamo in un terreno fertile. Oggi abbiamo voluto fare un discorso anche da un punto di vista politico e amministrativo con diversi esperti”.
A seguire hanno preso parola il presidente di Lariofiere, Fabio Dadati, il sindaco di Erba, Mauro Caprani, il presidente del Consiglio di Regione Lombardia, Alessandro Fermi, il presidente di Bcc Brianza Laghi, Giovanni Pontiggia, e il presidente del Rotary Club Erba Laghi, Camillo Capararo.
Filo comune degli interventi è stata la consapevolezza che le diverse istituzioni, politiche, sociali, familiari, pubbliche, scolastiche e associative, abbiano un ruolo fondamentale e una responsabilità rispetto al tema del disagio giovanile al quale, come rete, è necessario dare una risposta a tutti i livelli. E se la pandemia ha acuito e mostrato con maggior evidenza tali fenomeni, si rivela sempre più necessario approfondire la conoscenza delle radici profonde di una situazione già presente da tempo mettendo a punto tutte le risorse possibili anche in campo di prevenzione.
A questo scopo mira anche l’intenzione di portare tale riflessione tra i banchi di scuola, entrando direttamente negli istituti del territorio: “Il ragionamento ci porta a cercare di capire che cosa muove un ragazzo, cosa muove un gesto, cosa muove un reato – ha commentato Fratel Aldo Genova di Villa Padre Monti -. Oggi siamo qui perché abbiamo bisogno di riflettere come adulti sui nostri bambini, sugli adolescenti, ma nella seconda parte, nel mese di settembre, lavoreremo nelle scuole con dei progetti, con delle opportunità in modo che i ragazzi restituiscano a noi quello che hanno nel cuore, le ragioni della loro rabbia. Come adulti dobbiamo fare un esercizio che non ci viene sempre bene: dovremmo tacere e ascoltarli”.
Prima di passare la parola ai relatori la senatrice Rivolta ha ricordato come sia necessario fare rete per raccogliere i segnali e dare una risposta concreta: “Un grande lavoro è stato fatto sulla disabilità e ora c’è una grande accettazione della persona disabile, ma sul disturbo mentale c’è ancora un disagio enorme – ha commentato -. Quindi, deve esserci l’aiuto sia alle famiglie sia a chi soffre di questi disturbi. La difficoltà è trovare una comunità giusta con il livello giusto di protezione sanitaria. Per questo motivo ho preparato una proposta di legge perché tra reparto psichiatrico e comunità ci sia una struttura giusta che offra la giusta assistenza”.
La discussione è quindi proceduta con gli interventi del sottosegretario al Ministero dell’Interno, Nicola Molteni, del rappresentante di Corecom Lombardia, Pierluigi Donadoni, del presidente e della direttrice dell’Azienda Speciale C.E.S.P., Angelo Barindelli e Patrizia Magretti, dello psicologo e arteterapeuta, Andrea Aquino, e della presidente dell’Ordine degli Psicologi Lombardia, Laura Parolin.
Quest’ultima ha ricordato come le emozioni siano la chiave di lettura di tali fenomeni: “Queste emozioni si trasformano in reazioni che i ragazzi esprimono diversamente: qualche volta verso se stessi, qualche volta verso gli altri – ha spiegato -. Il tema è quello della regolazione delle emozioni: dovremmo insegnare loro a regolarsi, aiutandoli a capire cosa capita e a trovare delle strategie che permettano di recuperare il benessere”.
La professoressa Parolin ha quindi concluso il suo intervento ricordando la necessità di riscoprire la cultura del “no” e il concetto di autorevolezza dell’adulto e il valore delle case di comunità, pensate da Regione Lombardia, come presidi “neutrali” in cui chiunque abbia bisogno, anche di supporto psicologico, possa recarsi senza sentire su di sé il peso del giudizio altri.
“In conclusione – ha chiosato la Parolin -, questo tema riguarda tutti e si esprime in maniera diversa e quindi bisognerebbe diversificare gli interventi: se parliamo di bisogni specifici, dobbiamo dare una risposta specifica. Ogni euro investito sono tre euro risparmiati: investire sulla prevenzione è un investimento lungimirante”.