Una novantina i presenti alla serata di lunedì presso il Centro Civico Pertini
Proposto un “Appello per il NO al Riarmo” ai parlamentari eletti nel collegio di cui Lecco è parte
LECCO – Lunedì 17 sera, nel Centro Sociale S. Pertini di Via dell’Eremo a Lecco si è tenuto un incontro pubblico per informare i cittadini sulle proposte di aumentare le spese militari contenute nella Legge di Bilancio presentata dal Governo. L’incontro organizzato dalla Tavola Lecchese per la Pace, organizzazione informale che raccoglie oltre 60 associazioni di volontariato, ha ospitato Francesco Vignarca uno dei maggiori esperti e attivisti italiani di disarmo, pace e nonviolenza. La serata, molto partecipata ha visto la presenza di circa 90 persone, cittadini e rappresentanti delle associazioni Lecchesi, dall’ANPI a UDI Unione Donne in Italia, da Emergency a Lega Ambiente, Pace e Disarmo, Femminile Presente, Coop. Arcobaleno, Rete Radiè Resch, Comunità del Gaggio tante altre realtà.
Dopo l’introduzione di Raffaella Cerrato, che ha ricordato le motivazioni dell’incontro e l’impegno della Tavola sui temi della Pace e ricordato che l’incontro è parte di un percorso di sensibilizzazione dei cittadini lecchesi sulla contrarietà alla guerra e sul riarmo. Dopo la ormai tradizionale marcia della Pace, il flash-mob con la lettura dei nomi dei bambini uccisi a Gaza e convegni sulla riconversione dell’industria bellica questa iniziativa intende informare i lecchesi sul contenuto della Legge di Bilancio in tema di Riarmo. Cerrato ha inoltre sottolineto la simbolicità del luogo della riunione, la sala dedicata a Maria Calvetti fondatrice dell’associazione ALFA (Associazione Lecchese Famiglie Affidatarie), una donna generosa e altruista, impegnata nell’adozione internazionale; mentre il plesso porta il nome del presidente Pertini che nel 1979, nel discorso alla nazione di fine anno, pronunciò la frase “Si svuotino gli arsenali, si colmino i granai.” che rimane scolpita nelle menti di tutti gli italiani e in particolare di coloro che sono contrari alla guerra.
Francesco Vignarca da oltre vent’anni si occupa di Pace e disarmo e di politiche nonviolente, è coordinatore nazionale della Rete Italiana per il Disarmo . Un’esperienza che lo ha portato ad approfondire: le spese militari, la privatizzazione della guerra, il sistema di militarizzazione promosso dal complesso militare-industriale-finanziario, il controllo del commercio di armi, l’alternativa conveniente del disarmo, la riconversione della produzione bellica). Ad egli le associazioni della Tavola Lecchese hanno affidato il compito di spiegare i motivi della loro contrarietà al Riarmo. Vignarca ha definito la Legge di Bilancio del Governo come una manovra sbagliata e ingiusta, che taglia fondi a università, sanità, ambiente, transizione ecologica e welfare, mentre aumenta del 12% le spese militari e destina oltre un miliardo al Ponte sullo Stretto. Nel triennio 2025-2027 sono previsti 40 miliardi per nuovi sistemi d’arma, con una spesa militare di 32 miliardi nel 2025 (13 solo per armamenti), a fronte di un aumento della povertà e di milioni di persone che rinunciano alle cure. Il relatore ha aggiunto che a fronte di questa impostazione della Legge di Bilancio, una vera e propria “economia di guerra”. Pace e Disarmo ha contrapposto una Controfinanziaria, che identifica un modello alternativo basato su pace, disarmo, giustizia sociale, diritti e sostenibilità ambientale. Proposte che rappresentano una inversione di tendenza, una scelta urgente e necessaria, non più rinviabile. Occorre una visione alternativa che promuove la “sicurezza umana” (human security) rispetto alla “sicurezza militare” (state security). Questa prospettiva suggerisce che la sicurezza a lungo termine si ottiene meglio investendo in diplomazia, cooperazione internazionale, sviluppo sostenibile e contrasto ai cambiamenti climatici, piuttosto che in armamenti.
Vignarca ha sottolineato come il governo, ma anche parte dell’opposizione difenda a spada tratta l’impostazione bellicista della sua politica in presenza di un settore quello militare che vale solo l’1,5%-1,6% del PIL italiano. La domanda da porsi è perché tanto accanimento, perché non ripensare lo sviluppo finanziando settori più produttivi e trainanti dell’economia nazionale?
“L’analisi del contenuto della finanziaria” ha detto Vignarca “ evidenzia un nuovo record storico della spesa militare italiana, con un incremento significativo rispetto agli anni precedenti”. il bilancio del Ministero della Difesa raggiunge 31,3 miliardi di euro, +7,3% rispetto al 2024, superando per la prima volta la soglia dei 30 miliardi. Crescita esponenziale degli Investimenti in nuovi sistemi d’arma: 9,7 miliardi dal Ministero della Difesa e 3,3 miliardi dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, per un totale record di 12,98 miliardi (+77% in 5 anni). Vignarca aggiunge che “La crescita costante e accelerata della spesa militare, trainata soprattutto dagli investimenti in armamenti, pone interrogativi sulle priorità del bilancio pubblico e sull’impatto di lungo periodo per il Paese. Per la prima volta la spesa militare italiana supera i 30 miliardi, con un aumento costante e accelerato negli ultimi anni. La voce più rilevante è quella destinata ai programmi di armamento, che hanno registrato un balzo del 77% nel quinquennio. Il relatore ha quindi presentato le proposte della campagna “SBILANCIAMOCI” della Rete Pace e Disarmo per ridurre le spese militari e rilanciare la pace e la cooperazione, per ridurre gli stanziamenti per armamenti e missioni militari e destinare risorse a politiche di pace, giustizia sociale e cooperazione internazionale.
La campagna Sbilanciamoci! interviene nel dibattito sulla Legge di Bilancio 2026 proponendo appunto un pacchetto di misure alternative all’aumento delle spese militari. L’obiettivo è in sintesi:
- Riduzione del personale della Difesa: stabilizzare l’organico a 150.000 unità, completando la “Riforma Di Paola” (+500 milioni di entrate).
- Taglio dei programmi militari finanziati dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, soprattutto navali e aeronautici (+1.750 milioni).
- Riduzione delle acquisizioni di nuovi sistemi d’arma da parte del Ministero della Difesa (+3.750 milioni).
- Drastica riduzione delle missioni militari all’estero, mantenendo solo quelle di pace ONU (+750 milioni).
- Rilancio dei Corpi Civili di Pace e creazione di un Dipartimento per la difesa civile non armata (costo: 25 milioni).
- Riconversione dell’industria militare verso produzioni civili (costo: 250 milioni).
- Valorizzazione dei territori liberati da servitù militari con progetti di sviluppo locale (costo: 100 milioni).
- Sostegno ai programmi di disarmo umanitario internazionale in ambito ONU (costo: 50 milioni).
- Tassazione degli extraprofitti delle imprese militari, cresciuti del 45% nel biennio 2023-24 (+754 milioni).
- Tassazione del porto d’armi, con un incremento di 50 euro per concessione (+62 milioni).
- Incremento dei fondi per il Servizio civile, con 100 milioni annui per garantire 60.000 posizioni.
- Adeguamento degli stanziamenti per la Cooperazione allo Sviluppo, fino a raggiungere lo 0,70% del RNL entro il 2030 (costo: 1 miliardo annuo).
- Interventi civili di pace nella cooperazione internazionale, per rafforzare il ruolo dell’Italia nelle politiche di pace.Al termine della relazione i presenti hanno proposto quesiti, richieste di chiarimento, considerazioni e attestazioni di impegno contro il riarmo, animando una serata molto partecipata e piena di contenuti. Gli esponenti della Tavola Lecchese per la Pace hanno voluto, al termine della serata, manifestare la loro soddisfazione per l’inaspettata presenza di molte persone. “Sono tante le persone, molto più di quello che si crede, che sono contrarie al riarmo e alla politica bellicista. Le ragioni sono ancor più rafforzate dai drammatici conflitti in Palestina e in Ucraina e dalle guerre silenziate come quelle in Sudan, nello Yemen e gli oltre 50 conflitti in corso nel mondo”.
“La Pace e il disarmo sono temi che riguardano tutti noi, non possiamo restare indifferenti” affermano dalla Tavola.
Nel corso della serata è stato proposto ai presenti un Appello contro il riarmo da inviare via mail agli eletti in Parlamento del nostro territorio. Nello stesso si chiede di schierarsi contro la corsa alle armi e di ripensare gli investimenti a favore del sociale. L’appello e gli indirizzi di posta elettronica di deputati e senatori sono riportati nella pagina Facebook della Tavola Lecchese per la Pace.

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