Monitoraggio e azioni mirate verso quei soggetti ritenuti problematici
Le misure decise da Comune e Prefettura dopo la violenta rissa in piazza
LECCO – Un presidio fisso quotidiano in centro città che vedrà alternarsi la Polizia Locale, la Polizia di Stato e i Carabinieri: è quanto deciso da Comune di Lecco e Prefettura, in accordo con le forze dell’ordine, dopo la violenta rissa avvenuta in piazza XX Settembre, mercoledì sera.
“A seguito di quell’episodio – ha spiegato il vicesindaco e assessore alla Polizia Locale, Francesca Bonacina – abbiamo chiesto un incontro alla Prefettura nel quale ci siamo confrontati sulle misure immediate da mettere in atto, abbiamo inoltre chiesto di essere informati sul procedimento giudiziario sullo specifico fatto di cronaca”.
“Con la Prefettura – ha proseguito il vicesindaco – abbiamo ragionato sulla misura del Daspo Urbano, ritenuta la forma più adatta sia dalla Prefettura che dalla Questura. Nei prossimi giorni, nell’ambito della riunione del coordinamento sull’ordine e sulla sicurezza faremo una proposta di monitoraggio e controllo del centro cittadino”. Un presidio fisso in centro e azioni più incisive nei confronti di quei soggetti la cui problematicità è già nota.
Una trentina di senza tetto, non giudichiamoli da questo episodio
Sono una trentina le persone senza fissa dimora che vivono in città, circa la metà sono italiane. “Quanto accaduto non deve essere il metro di giudizio nei loro confronti – ha sottolineato Bonacina – Con i servizi sociali si è fatto un grosso lavoro di indirizzamento verso servizi specifici laddove possibile. L’emergenza sanitaria ha costretto a rimandare risposte in termini di accoglienza, per mancanza di protocolli sanitari in materia di contagio. Recentemente ha aperto l’Ostello della solidarietà della Caritas che ospita oggi diversi senzatetto”.
“Altre persone – rimaste in strada – hanno forti problemi di dipendenza da alcol e droghe, e sono state già avvicinate dai nostri servizi purtroppo, alcuni, senza una risposta positiva. A questo punto crediamo sia il caso di intervenire anche in maniera coercitiva e mettere in funzione tutta la filiera, dall’autorità giudiziaria a quella sanitaria laddove vi sia necessità”.