Fondazione Comunitaria è ora proprietaria dello storico stabile, ribattezzato “Officine Badoni”
Spazio aperto al territorio, via al concorso di idee per nuovi progetti rivolti al sociale e ai giovani
LECCO – Quella di mercoledì è stata una delle date più importanti per la Fondazione Comunitaria per il Lecchese: dopo tre anni di iter, il 21 luglio, con un atto notarile, l’ente ha acquisito l’intera proprietà dell’ex mensa Badoni, l’edificio neogotico che si affaccia a Corso Matteotti, ed ora è pronto ad offrire allo stabile una nuova vita.
Fondazione ha infatti lanciato un concorso di idee, aperto ad associazioni e gruppi di cittadini, per raccogliere spunti e progetti su come utilizzare quegli spazi in ambito sociale.
Si tratta di uno dei fabbricati storici della città, testimonianza dell’allora industria Badoni che nel 1841 aveva acquistato quello che era un mulino, così come censito al catasto, facendone la propria mensa e gli spogliatoi dei lavoratori. Nel 1992 il complesso industriale circostante era stato abbattuto per realizzare i nuovi condomini del cosiddetto ‘Broletto’ mentre l’ex mensa era rimasta abbandonata.
Dopo il fallimento della società proprietaria dell’area, ci ha pensato la Fondazione, nel 2018, ad acquistare l’immobile all’asta (la quarta, dopo tre andate deserte), a restaurare e tinteggiare gli esterni e cedere gratuitamente al municipio, come previsto nella convenzione urbanistica, metà dell’edificio. L’amministrazione comunale precedente aveva deciso di alienare la sua parte di immobile e la Fondazione ha potuto riacquistarla partecipando alla gara di evidenza pubblica, assegnata definitivamente nel marzo di quest’anno.
“Siamo molto contenti – ha sottolineato la presidente Maria Grazia Nasazzi – La Fondazione ci teneva a restituire questo storico luogo a tutto il territorio. Questo edificio è un simbolo che richiama qualcosa di grande. Testimonia una storia che non è finita, continua e anzi ne inizia una nuova, al servizio di tutti”.
Al sopralluogo con la stampa convocato giovedì, insieme alla presidente, erano presenti il direttore della Fondazione, Paolo DellOro, alcuni consiglieri della Fondazione, il prefetto Castrese De Rosa e l’architetto Elena Bianchi che si è occupata degli interventi alle parti esterne.
Il concorso di idee per pensare al nuovo futuro
Un edificio su due piani, tre compreso il piano terra, per un totale di 892 metri quadrati di superficie utile, spazi importanti di cui la Fondazione occuperà con la propria sede solo metà del secondo piano, quello dell’ex mense, quello a cui sarà destinata la restante parte delle “Officine Badoni” sarà deciso raccogliendo le idee e i progetti del territorio.
“E’ un concorso aperto a soggetti collettivi, enti del terzo settore o gruppi informali di cittadini – ha spiegato Marco Brunod, consigliere di amministrazione della Fondazione – questi spazi saranno degli strumenti per perseguire degli obiettivi, noi abbiamo pensato ai 17 punti posti dall’Agenda 2030 e ne abbiamo selezionati quattro, saranno questi i vincoli orientativi su cui basare le proposte”.
Istruzione di qualità, lavoro dignitoso e crescita economica, la vita sulla terra, pace giustizia e istituzioni solidali: questi quattro obiettivi scelti da Fondazione sui quali si baserà la selezione delle idee. Le tre migliori saranno premiate con un riconoscimento economico di 1500 euro.
La scelta di un progetto per la sua attuazione non vincolerà la Fondazione nel realizzarlo con o esclusivamente con il proponente: “Una delle finalità è quella di coinvolgere il territorio e favorire le collaborazioni – hanno spiegato – potranno quindi essere attivate delle partnership con soggetti pubblici e con l’eventuale fornitura di servizi anche da soggetti privati”.
Le idee progettuali devono essere inviate alla Fondazione (segreteria@pec.fondazionelecco.org) entro il 31 ottobre compilando il format già predisposto e scaricabile dal sito della Fondazione. Entro fine novembre saranno selezionate le idee più meritevoli e a dicembre saranno pubblicati gli esiti del concorso.