Referendum, sistema in tilt: ‘code’ in tribunale fino all’alba

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Problemi alla riconsegna delle schede non votate in tribunale

Incolonnamenti fino all’alba di polizia locale e addetti dei comuni

LECCO – Operatori dei municipi e agenti di Polizia Locale in ‘coda’ per ore di fronte al tribunale di Lecco: è la lunga notte ‘elettorale’ vissuta al Palazzo di giustizia per la riconsegna delle schede non votate delle elezioni amministrative e soprattutto dei referendum sulla giustizia.

La bassissima affluenza al voto referendario (sotto il 19% nel lecchese) ha generato una montagna di schede da riconsegnare da tutta la provincia al punto da creare non solo code a piedi di fronte al tribunale ma anche incolonnamenti di auto lungo Corso promessi sposi, in attesa del proprio turno.

Una situazione su cui potrebbero aver pesato i problemi tecnici con cui già gli scrutinatori ai seggi hanno avuto a che fare dalla tarda serata per l’inserimento dei dati del voto sul sistema informatico del Viminale. Una situazione che ha fatto infuriare non solo i dipendenti comunali ma gli stessi sindaci,

“E’ una situazione da terzo mondo – commenta con amarezza Elide Codega, riconfermata primo cittadino a Premana, uno dei tre comuni lecchesi al voto amministrativo – i nostri agenti questa mattina erano ancora in tribunale in attesa di poter consegnare le schede. A Premana, prima del voto, avevamo ricevuto addirittura meno schede del previsto per uno dei quesiti referendari e abbiamo dovuto mandare un nostro addetto a recuperarle. E’ inaccettabile che le istituzioni funzionino in questo modo. Per fortuna in Italia ci sono i sindaci”.