Rotary Club Lecco, in collaborazione con la Fondazione Comunitaria del Lecchese Onlus sta definendo un progetto per accogliere alcune mamme e bambini ucraini in una villa sul lago
LECCO – Al Politecnico di Milano – Polo territoriale di Lecco si è svolto il secondo incontro dei quattro in programma “Lecco ed il suo Territorio: uno sguardo al futuro”, iniziativa del Rotary Club Lecco con la collaborazione di ADI Lombardia e l’Associazione “La Semina”.
Maria Venturini, presidente del Rotary Club Lecco, all’incontro di mercoledì dopo aver ringraziato gli ospiti e i relatori della serata, ha invitato ad una riflessione sulla guerra in Ucraina ed ha comunicato che Rotary Club Lecco, in collaborazione con la Fondazione Comunitaria del Lecchese Onlus “sta definendo un progetto per accogliere alcune mamme e bambini ucraini in una villa sul lago”, riferendo che è possibile fare una donazione sul conto pubblicato sul sito del Club.
Maria Venturini, riportando l’attenzione sul tema della tavola rotonda, ha ricordato gli obiettvi del ciclo di incontri e ha affermato: “Il fare è geneticamente impresso nel DNA del nostro territorio ed è sfociato in una cultura di impresa e di progetto che dobbiamo, sia sviluppare ulteriormente, sia conservare per lasciarne traccia”.
Presente alla serata Vico Valassi, presidente di UniverLecco, che ha affermato: “Possiamo parlare del futuro se si ha chiaro da dove si viene e se si conosce il proprio retaggio culturale, sociale e industriale. Solo un percorso che nasce dalla consapevolezza di ciò che si è può portare a una crescita. La provincia di Lecco è sempre stata un esempio di cultura del fare, infatti ha dato e dà vita a progetto ambiziosi nel tessuto imprenditoriale con pochi uguali non solo in Italia ma anche nel mondo. Lecco e il suo territorio sono ricche di storie d’impresa che meritano di essere raccontate”.
La parola poi è passata ad Andrea Rovatti, presidente di ADI Lombardia che ha spiegato come la cultura faccia parte del nostro DNA: “Noi esprimiamo la cultura attraverso i nostro progetto, dobbiamo riflettere sul fatto che Made in Italy è il brand territoriale più conosciuto al mondo.
Antonio Calabrò, presidente della fondazione Musei d’Impresa, ha sostenuto: “Dobbiamo avere una maggiore consapevolezza dell’importanza del nostro essere un attore sociale all’interno del territorio. La cultura è tutto: una sedia, un contratto di lavoro, un brevetto, un disegno tecnico; questi esempi sono progetti culturali con cui costruiamo il futuro. Musei d’Impresa è memoria del passato e progetto del futuro: l’avvenire della memoria che forma un’identità profonda di questo paese”.
Quindi, Lavinia Parziale, della Fondazione Legler, ha parlato degli archivi d’impresa: “Gli Archivi d’Impresa hanno l’obiettivo di salvaguardare gli archivi storici delle imprese pubbliche e private, valorizzandone la cultura d’impresa. Questi archivi testimoniano il lavoro, la progettualità, l’ingegno e l’impegno di chi ci ha preceduto e permettono di conoscere la storia di un territorio, delle sue imprese, dei suoi abitanti”.
A conclusione dellincontro, Maria Venturini, dopo aver sottolineato la complementarietà della cultura scientifica e della cultura umanistica, ha ricordato che il Rotary Club Lecco aveva promosso un ciclo di incontri sulla vocazione industriale del nostro territorio ed ha inviato i relatori a visitare a Palazzo Belgioioso la Sala Virtuale dell’Industria Lecchese nata da un progetto del Rotary Club Lecco e, infine, ha sollecitato le imprese del territorio a non disperdere il loro patrimonio storico.