Sanità: a Lecco più operatori rispetto al 2014. Uil: “Ma ancora non bastano”

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Lo studio della UIL Fpl sul numero di lavoratori della Sanità in Lombardia

Nel lecchese sono aumentati negli ultimi anni, ma ne mancano 200 in rapporto alla popolazione

LECCO – Un viaggio indietro nel tempo di sei anni nel mondo della Sanità lombarda, dal 2014 (alla vigilia della Riforma Maroni, la Legge 23 del 2015) fino al 2019, all’alba della pandemia di Covid, per scoprire – nei numeri – come sono cambiati gli organici delle strutture sanitarie pubbliche del territorio: è lo studio realizzato dalla Uil Fpl del Lario sulle politiche assunzionali del personale nelle aziende ospedaliere e nelle Ats.

Dall’analisi “emerge che a livello Lombardo il numero di unità di personale è sostanzialmente invariato + 61 operatori” spiegano dal sindacato.

Il dato medio dell’anno 2019 di Regione Lombardia è di 4.387 (4,11% rispetto al totale forza lavoro) lavoratori a tempo determinato e 102.411 a tempo indeterminato rispetto invece a quanto registrato nell’anno 2014 in cui erano in essere 4.829 (4,52% rispetto al totale forza lavoro) lavoratori a tempo determinato e 101.908 a tempo indeterminato.

 

Analizzando le province lariane, il territorio di Como nel 2019 mostra una flessione di 381 unità rispetto all’anno 2014. “Probabilmente – sottolineano dalla Uil – incide anche il trasferimento di operatori presso l’ATS Insubria e l’ATS della Montagna”.

Per la Provincia di Lecco nell’anno 2019, invece, si registra un incremento di 239 operatori rispetto all’anno 2014, seppur siano rimasti sostanzialmente stabili rispetto al 2018.

Altri territori (Sondrio, Milano – Monza Brianza, Cremona, Lodi e Pavia) hanno fatto registrare un segno negativo in termini di risorse umane.

Il dato del personale è ulteriormente suddivisibile in termini di rapporti di lavoro a tempo determinato e indeterminato e in questo caso, spiegano dal sindacato, “emerge un dato positivo rappresentato da una sostanziale diminuzione dei primi a vantaggio di rapporti di lavoro stabile” .

Assunzioni in extremis e liste d’attesa: i ‘sintomi del malessere

“I dati potrebbero far percepire una situazione del servizio sanitario lombardo in grado di soddisfare i bisogni di salute dei nostri cittadini ma invece – spiegano dalla FP UIL – analizzando gli interventi di assunzioni straordinarie attuate nell’anno 2020 per far fronte alla pandemia e per garantire un minimo di medicina territoriale è stato necessario integrare gli organici delle ASST di Regione Lombardia con 1600 infermieri (93 per ASST Lariana e 54 per ASST Lecco)”.

“Ulteriori indicatori che denotano la situazione di criticità del sistema sanitario lombardo anche pre – pandemia sono le lunghe liste d’attesa per le prestazioni ambulatoriali e di ricovero per alcune patologie, nonché le ore di attesa ai pronto soccorso” sottolineano ancora dal sindacato

Servono duecento assunzioni in più nel lecchese

Secondo una stima prodotta rapportando il numero della popolazione regionale con il dato medio degli operatori sanitari del Sistema sanitario nazionale, nella nostra regione, sottolineano dalla Uil, occorrerebbero ulteriori 5.017 operatori per equiparare Regione Lombardia con il parametro nazionale di 11 operatori ogni 1000 abitanti.

In provincia di Como bisognerebbe quindi assumere altri 51 operatori per l’Ats Insubria e 270 per l’Asst Lariana, a Lecco invece servirebbero 42 nuove assunzioni in ATS Brianza e 156 per l’azienda ospedaliera.

“Inoltre – proseguono dalla Uilm FP – se aggiungiamo a questo già fondamentale potenziamento dell’organico gli obiettivi del PNRR che prevede la costituzione della Casa della comunità quale punto di riferimento di prossimità e punto di accoglienza e orientamento ai servizi di assistenza primaria di natura sanitaria, socio-sanitaria e sociale per i cittadini da costituirsi ogni 24.500 abitanti, solo nella nostra Regione dovrebbero istituirsi 411 unità”.