Superato il milione di vaccinazioni in Lombardia. Liste di riserva per non sprecare dosi

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Somministrati oltre un milione di vaccini in Lombardia

In ATS Brianza (Lecco-Monza) sono 44 mila le dosi utilizzate

MILANO / LECCO – In Lombardia, al 15 marzo, sono state somministrate 1.071.357 dosi di vaccino anti-Covid. Di queste 732.640 sono prime dosi e 338.717 sono seconde dosi.

E’ quanto reso noto in una comunicazione da Regione Lombardia. Per quanto riguarda il nostro territorio, il dato aggregato delle province di Lecco e Monza (comprese da ATS Brianza) sfiora le 44 mila vaccinazioni, di queste 37,4 mila sono pazienti alla prima somministrazione, mentre 6,5 mila sono le persone che hanno già eseguito il richiamo.

Sempre in ATS Brianza, sono 17,6 mila gli over80 alla prima vaccinazione mentre solo 574 mila hanno ricevuto il richiamo. Tra il personale scolastico (le cui vaccinazioni sono ora fermate con la sospensione di AstraZeneca) risultano vaccinati in 7,4 mila più 4 che hanno effettuato il richiamo.

Delle altre categorie (under80) a cui è destinato il vaccino in questa prima fase sono 12,2 mila le persone che hanno ricevuto la prima dose e 5,9 mila il richiamo.

Una lista di “riserva” per evitare sprechi

“Per evitare che dosi di vaccino vadano disperse, per la mancata presentazione di alcuni pazienti, tutti i centri vaccinali lombardi hanno creato liste di riserva omogenee con le categorie interessate nella fase 1 bis e uno ter, secondo quanto disposto dall’ordinanza n° 2/2021 firmata dal Commissario straordinario per l’emergenza, il generale Francesco Paolo Figliuolo” lo fa sapere la Regione.

Non sono previste né ammesse autocandidature. “Sono giornate – spiega il direttore generale del Welfare di Regione Lombardia, Giovanni Pavesi – in cui, anche legittimamente, i cittadini pongono domande. Molte persone si stanno anche presentando negli ospedali per ‘candidarsi’ alla somministrazione del vaccino, ma su questo punto è necessario fare chiarezza”. “Confidiamo nella collaborazione e senso civico da parte di tutti – conclude Pavesi – evitando tra l’altro code inutili e il rischio di assembramenti”.