Partecipata la serata pubblica all’Urban Center della Piccola in cui si è discusso di viabilità e del Quarto Ponte
Gattinoni ribadisce: “Così opera inutile per migliorare il traffico urbano”. Piazza: “La richiesta di finanziamenti ad Anas per la doppia corsia sarà formulata da Regione Lombardia a gennaio 2026”
LECCO – Un’occasione “per aprire un confronto ampio, serio e trasparente sul futuro della mobilità strategica del territorio”, a partire dal Quarto Ponte, l’infrastruttura in corso di realizzazione di fianco al Ponte Manzoni che verrà inaugurata a gennaio 2026, per l’inizio delle Olimpiadi Invernali Milano Cortina. Questo l’obiettivo della partecipata serata pubblica organizzata dall’amministrazione comunale che si è svolta giovedì sera presso l’Urban Center della Piccola, presenti il sindaco Mauro Gattinoni, l’assessore alla Mobilità e all’Ambiente Renata Zuffi e il dirigente dell’area Territorio e sviluppo del Comune di Lecco Alessandro Crippa.
Numerosi i presenti: oltre a tanti cittadini, i consiglieri comunali e anche gli esponenti di Provincia (Mattia Micheli, vicepresidente) e Regione (il Sottosegretario Mauro Piazza e il consigliere Gianmario Fragomeli).

Una serata informativa, come spiegato da Gattinoni, per raccontare l’iter dell’opera del Quarto Ponte, definito in maniera provocatoria ‘il mezzo ponte’: l’infrastruttura, del valore di 35 milioni di euro, vedrà un’unica corsia in entrata a Lecco da Pescate e una pista ciclabile che potrà essere riconvertita in corsia carrabile nella direzione opposta. “Così com’è stato progettato e come sarà aperto sarà un’opera completamente inutile per le esigenze della città – ha ribadito il sindaco – non risolverà il traffico che ogni sera si crea in corso Martiri, via Pergola o alla Meridiana. Come ho ribadito più volte, Lecco ha bisogno di un quarto ponte vero, a doppio senso di marcia, che permetta anche di uscire verso Pescate”.
Una certezza ribadita anche dai numeri del traffico sui tre ponti cittadini esistenti: il Ponte Vecchio, monumento storico e fino agli anni ’50 unico collegamento tra Milano, Lecco e la Valtellina. “Un ponte in salute dal punto di vista strutturale ma che presenta problemi di calibro, ovvero di larghezza: stando alla normativa ponti attuale non può più ospitare due corsie carrabili mentre il passaggio pedonale va mantenuto. L’apertura a fasce orarie che abbiamo istituito segue un po’ la logica del respiro: la mattina il traffico entra in città, il ponte è quindi aperto dalle 6 alle 11 in ingresso, mentre la sera esce, dalle 14 alle 20 è aperto in uscita”. Oggi sono 4 mila i transiti giornalieri registrati sul Ponte Vecchio, 1.500 in entrata e 2.500 in uscita.
Diversi i numeri del Ponte Kennedy (o Ponte Nuovo): inaugurato nel 1955 a due corsie di marcia, oggi tre (due in entrata e una in uscita), vede circa 28 mila transiti giornalieri, 14 mila in uscita e la stessa cifra stimata in entrata. “Il Ponte Nuovo ha problemi strutturali, i rilievi fatti di recente hanno indicato che l’assetto di carico ottimale sarebbe su due corsie – ha precisato l’ing. Crippa, ipotizzando un “ritorno alle origini” della viabilità sul Ponte Kennedy – l’attuale assetto a tre corsie era stato introdotto per supportare la chiusura del ponte vecchio in entrata, oggi che il ponte invece è percorribile in tutti e due i sensi, pur a fasce orarie, non serve più”.

Infine il più recente dei tre ponti, il Ponte Manzoni (il Terzo Ponte per i lecchesi), inaugurato nel 1985 per collegare Milano, Lecco e la Valtellina lungo la Statale 36. Un’infrastruttura fondamentale quanto delicata, soprattutto con le odierne condizioni di traffico, ben diverse da quelle di 40 anni fa: “Al 2022, ultima rilevazione disponibile in seguito al danneggiamento di un pannello a messaggio variabile, urtato da un camion, e dei connessi sensori del traffico, le auto in entrata a Lecco dal Terzo Ponte erano 33.894 e quelle in uscita 46.804, per un totale di 80.700 transiti giornalieri. Un numero notevole, che oggi è verosimilmente più grande e che fa ben capire come mai basti un tamponamento sul terzo ponte o nel tunnel del Barro perché Lecco, o il tratto della Statale prima del Barro, a seconda della direzione in cui avviene l’incidente, si paralizzino” ha rammentato Gattinoni.
Così si arriva al cosiddetto Quarto Ponte, ‘cugino’ del Ponte Manzoni. Progettato e approvato a una corsia da Pescate a Lecco, per ‘snellire’ dunque la viabilità in entrata, finito poi nell’elenco delle opere strategiche in vista delle Olimpiadi Invernali del 2026 per favorire i flussi di traffico da Milano alla Valtellina.

“Da che ho preso in mano la questione del Quarto Ponte, nel mio mandato, da subito mi è parso assurdo che quest’opera, che per altro impatta fortemente sulla città e su diversi servizi ai cittadini, per citarne alcuni i parcheggi, la piazzola ecologica, il centro sportivo, l’ingresso della sede del Soccorso Alpino e della Protezione Civile, non avesse una corsia in uscita – ha ricordato Gattinoni – nell’ottobre 2021 ho convocato un consiglio comunale straordinario che ha espresso chiaramente all’unanimità questa posizione e da allora il nostro impegno non si è mai fermato. Abbiamo assentito all’avvio del cantiere nonostante i numerosi disagi che naturalmente avrebbe comportato, progettato il maxi svincolo del Bione che è in corso di realizzazione (4 milioni di euro il valore dell’opera, finanziati da Regione Lombardia, ndr) e che predispone già una bretella per imboccare la futura doppia corsia del Quarto Ponte e nel contempo abbiamo sollecitato Regione e Anas, insieme ai Sindaci del Circondario lecchese, indicando una serie di priorità per il territorio che però, trascorsi ormai 4 anni, sono rimasti lettera morta. Uno stallo tecnico e politico di cui, a fare le spese, saranno gli automobilisti in coda la sera e i fine settimana e i lecchesi”.
ll progetto per il raddoppio del ponte in realtà c’è, come ricordato, quasi 20 milioni di euro ancora non finanziati, almeno 3 anni per la sua realizzazione. “La Provincia di Lecco ha scritto una lettera a Regione perché si impegni ad inserire l’opera nel contratto di programma tra il Ministero dei Trasporti e l’Anas come opera strategica per il territorio e quindi da finanziare” ha ricordato Gattinoni “la lettera è stata inviata lo scorso aprile, ad oggi però il nulla”.

Sul punto specifico hanno preso parola il Sottosegretario regionale Mauro Piazza e il vicepresidente della Provincia Mattia Micheli che hanno ribadito come l’impegno di entrambi gli enti nei confronti dell’opera non sia mai venuto meno né si sia fermato: “Sono stati necessari diversi passaggi legittimi tra i tanti enti coinvolti, non solo il Comune di Lecco ma anche i comuni limitrofi, Anas, la Provincia, la Regione – ha detto Piazza – non è vero che oggi è il nulla, Regione si è presa un impegno, che manterrà: a gennaio 2026 il contratto di programma verrà aggiornato con questa richiesta, ricordo solo che il contratto in questione viene aggiornato annualmente, ci sono delle tempistiche da rispettare. Ripeto, non sono procedure facili e immediate”.

Durante la serata è intervenuta l’assessore Zuffi che ha fatto un breve excursus sul ripristino ambientale e rinaturalizzazione della foce del Bione (progetto finanziato per 1,5 milioni di euro), quindi spazio ad alcune domande del pubblico.
Lorenzo Bodega, ex sindaco di Lecco, ha chiesto novità sui rilevamenti di velocità nel Barro e nell’attraversamento di Lecco: “Posto che la maggior parte degli incidenti avviene per eccesso di velocità e distrazione, quando verranno installati i controlli?”. “La soluzione ottimale valutata dalla Polstrada sono i tutor che consentirebbero un monitoraggio costante, contrariamente all’autovelox che invece comporta rallentamenti solo in prossimità del rilevatore – ha fatto sapere Gattinoni – nel Barro oggi vige il limite di 90km/h mentre nell’attraversamento di 70. Vorremmo venissero installati in entrambi i tunnel, la competenza è del gestore della strada, quindi Anas, che poi dividerebbe i proventi con la Polizia Stradale: lo dico per precisare che il Comune non ne trarrà alcun vantaggio economico, ma certamente questo potrebbe dissuadere dal premere troppo sull’acceleratore”. Corrado Valsecchi, Appello per Lecco, ha chiesto al sindaco se una volta che il Quarto Ponte sarà a due corsie ci sarà l’impegno a riaprire il Ponte Vecchio in uscita 24 ore su 24. “Faremo ciò che sarà necessario a suo tempo” la risposta del sindaco.



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