Il direttore di ATS Brianza sulla riduzione dei centri vaccinali per la Fase 2
Casazza: “Piano ricomposto da Regione in un’ottica di sistema”
MANDELLO / MOLTENO – In origine avrebbero dovuto essere predisposti cinque centri vaccinali per la fase ‘massiva’ sul territorio lecchese, ma il piano definitivo di Regione ne ha esclusi due, quello di Mandello al centro sportivo (già operativo per gli over80) e a Molteno che avrebbe dovuto aprire nella palestra comunale.
Una decisione che ha sollevato il malumore dei sindaci ma anche dei cittadini dei rispettivi territori: Mandello avrebbe dovuto essere il centro di riferimento per l’area del lago, Molteno per la Brianza oggionese.
“Regione ha chiesto di fare una pianificazione dei centri vaccinali sulla base del territorio delle Ats, il piano è stato poi rivisto in un’ottica più ampia, ricomponendo i centri in un’ottica regionale con l’obiettivo di avere la maggior parte della popolazione ad una distanza non superiore ai 10-15 km dal più vicino centro vaccinale” ci spiega il direttore Silvano Casazza di ATS Brianza, intervistato sul tema.
“Un’analisi che è stata fatta andando a combinare i centri vaccinali più vicini. Noi avevamo individuato Molteno ma essendo nelle vicinanze il più grosso centro di LarioFiere, la popolazione di quei territori sarà fatta afferire lì. E’ una logica di sistema – spiega il direttore di Ats – la nostra azienda sanitaria aveva dato una visione di territorio, Regione ha usato una lente di ingrandimento più ampia andando a rivedere i centri vaccinali in modo che non ce ne fossero due confinanti”.
Cascasca a ricordato l’obiettivo raggiunto di garantire un punto vaccinale a Barzio che eviterà di muovere i valsassinesi verso Lecco, e nel meratese a Cernusco.
L’obiettivo di concentrare le vaccinazioni in meno centri “permetterà di fare più vaccinazioni e in sicurezza – spiega il direttore di ATS – l’azienda ospedaliera fornirà un anestesista al Palataurus quando inizierà la campagna massiva che sarà presente per le urgenze. Se moltiplicassimo i centri non sarebbe possibile avere queste figure ovunque. Fare economie di scala nei centri più grossi è più facile”.
“C’è anche un terzo elemento, la popolazione che sarà interessata nelle prossime settimane ha più facilità di spostamento rispetto agli anziani, per i quali sarebbe stato invece più problematico” aggiunge Casazza.
La decisione sembra definitiva e non sarà rivista: “Le scelte sono fatte e si partirà il 12 aprile – conclude il direttore di Ats – il lavoro di individuazione dei centri è partito a febbraio e Regione lo ha completato”.