I tre benemeriti omaggiati e applauditi in sala consiliare
La consegna dei riconoscimenti da parte del sindaco Riccardo Fasoli, alla presenza dell’Amministrazione comunale e dei cittadini
MANDELLO – Una sala consiliare gremita ha reso omaggio ai nuovi benemeriti di Mandello. Sono Adriana Pasut, Michele Zucchi, e Leardo Callone i prescelti dalla cittadinanza, per le loro opere e le loro virtù mostrate in svariati campi o circostanze, tutte doti che gli hanno permesso di mettere in risalto la cittadina di Mandello, oltre che la loro persona.
Riconoscimento postumo, quello di Adriana Pasut, ritirato dai figli Nikos ed Eros Maggi. “Ringraziamo per aver proposto nostra madre, speriamo che dall’alto possa vedere il segno di stima che ha ricevuto”, hanno commentato i due al momento del ritiro. Pasut, scomparsa nel settembre 2022, fu partigiana e mise a repentaglio la propria vita per aiutare nella lotta contro il nazi-fascismo. Riuscì a perdonare anche gli assassini di suo fratello Domenico, anch’egli partigiano. Credeva profondamente nella libertà e nella giustizia.
E’ toccato poi a Michele Zucchi ricevere dalle mani di Riccardo Fasoli, sindaco di Mandello, la civica benemerenza. Visibilmente entusiasta e arzillo a dispetto dei cent’anni d’età compiuti a marzo, è lui la ragione per cui la consegna dei riconoscimenti si è svolta nel tardo pomeriggio di ieri, lunedì, in un orario più consono invece che, come vuole la tradizione, durante il Concerto di Natale del 23 dicembre. In quell’occasione comunque i tre benemeriti saranno ricordati. Unico superstite ancora in vita dell’eccidio della Divisione Acqui a Cefalonia, finì prigioniero in Russia e continua tutt’oggi a raccontare ai giovani la sua storia. Esempio di resistenza e di attaccamento ai valori di libertà, giustizia e pace è modello per tutta la comunità.
Da ultimo si è alzato Leardo ‘Leo’ Callone: il suo soprannome, il ‘Caimano del Lario’, precede le sue imprese da natatore, su tutte quella di essere stato primatista italiano per 25 anni della traversata della Manica. Sportivo, ma anche benefattore: dalla morte del figlio Nicola è riuscito a trattare del bene, costruendo una parrocchia e una clinica in Guatemala, portando un esempio di altruismo e resilienza. “Sono orgoglio di essere mandellese – il commento a caldo di Callone – la benemerenza ricevuta significa che qualcosa di buono, anche per questo paese, l’ho fatto”.