Le attuali criticità dell’associazione mandellese a livello umano, organizzativo e contributivo
Oltre alla carenza di volontari per ricoprire i servizi, presenti una burocrazia poco propensa al confronto tra le parti e istituzioni incapaci di considerare l’attuale crisi economica
MANDELLO – Carenza di volontari e burocrazia sempre più impersonale sono due delle problematiche che stanno riguardando il mondo delle associazioni, compreso il Soccorso degli Alpini di Mandello, una realtà che dal 1979 dà supporto alla comunità non solo mandellese, ma anche di Abbadia e di Lierna, convertendosi negli anni in un servizio imprescindibile.
Per reclutare nuovi aspiranti volontari, l’associazione organizza con cadenza annuale corsi di primo soccorso, che per la stagione 2022/2023 avranno inizio martedì 11 ottobre con il primo modulo, e ora più che mai ci tiene a sottolineare quanto sia urgente trovare nuove persone per svolgere i servizi.
“I volontari sono sempre meno e manca un ricambio generazionale – spiega il presidente del Soccorso Giancarlo Alippi – inoltre le nuove normative disposte dalla Regione non ci aiutano, perché hanno predisposto che dai 71 anni in poi non sarà più possibile guidare l’ambulanza, e tanti degli operatori che abbiamo a disposizione hanno raggiunto o stanno raggiungendo questo limite di età, lasciando inevitabilmente scoperti dei buchi”.
Volontari assenti tra crisi di vocazione e normative
Al momento nella sede di Mandello risultano esserci 150 volontari, dei quali effettivamente operativi per i servizi d’urgenza come il 118 una settantina, parecchi dei quali però si apprestano, per le motivazioni anagrafica appena enunciate, ad abbandonare queste mansioni.
“Vista la situazione attuale – prosegue Alippi – siamo stati costretti ad assumere due dipendenti per continuare a garantire il servizio, anche se è un’azione contraria ai valori che ci contraddistinguono, prettamente legati al volontariato, ma non abbiamo potuto far altro che cedere. Solo fino a poco tempo fa eravamo una mosca bianca in Lombardia, in quanto una delle poche associazioni a continuare a offrire un servizio h24 con soli volontari, ma le regolamentazioni introdotte ci hanno messo in ginocchio. È comprensibile che arrivati a una certa età non si faccia più svolgere attività di 118, ma non è giusto non far guidare un’ambulanza nemmeno per compiere i servizi secondari. Attualmente dai 71 ai 76 anni è possibile fare solo l’accompagnatore e praticare unicamente il servizio sanitario semplice“.
A scoraggiare è anche lo squilibrio tra i numeri di iscritti ai corsi confrontata con l’effettiva disponibilità data dai partecipanti al termine degli stessi, come sottolinea il presidente: “All’ultimo corso siamo partiti in 25: alcuni si sono fermati al primo modulo di 42 ore e di questi possono contare sulla disponibilità di sole due persone, mentre dei 12 che hanno proseguito col livello più avanzato posso fare affidamento su 5. La realtà del Soccorso è diversa da tutte le altre di volontariato: bisogna avere un certo livello di preparazione ed essere costantemente aggiornati, altrimenti meglio lasciar perdere. Io stesso mi aspetto, in caso di necessità, di venire aiutato da personale qualificato, ma se già non si fanno i turni diventa difficile esserlo”.
La ricerca di nuove leve potrebbe avvenire anche nell’ambito del servizio civile, come fanno tante associazioni situate nel milanese, ma in un contesto come quello mandellese risulterebbe infattibile e impegnativo per diverse ragioni, che il presidente sottolinea con fermezza:
“Innanzitutto bisogna trovare persone che abbiano voglia di farlo, e avendo già un bacino d’utenza ridotto non è così semplice, e in più c’è poco tempo per formarli a dovere: in un mese e mezzo dovrebbero apprendere quanto al momento si impara in un corso che parte a metà ottobre e finisce a metà febbraio, e solo considerando il primo modulo. Peraltro potrebbero svolgere solo i servizi secondari e non le urgenze”.
Burocrazia: manca il contatto umano e con la realtà
A sommarsi al già complesso tema connesso alla mancanza di volontari, subentrano i problemi amministrativi e burocratici, magari meno visibili dall’esterno ma altrettanto letali per l’associazione, che si ritrova sempre meno ad avere un confronto personale con le istituzioni.
“Ormai non si riesce più a parlare con nessuno – prosegue il presidente – le convenzioni con Areu e 118 le stipuliamo tramite Sintel, portale di Arca che consente alle pubbliche amministrazioni di interfacciarsi con la Regione e presentare la documentazione prevista per il bando una volta effettuato l’accesso, ma se si sbaglia qualcosa in fase di compilazione la richiesta viene annullata e non c’è nessuno che ti contatta per risolvere il problema o si viene invitati a rivolgersi all’assistenza, a meno che si trovi un interlocutore coscienzioso. Si va avanti da soli, prima invece quando c’era Rotasperti (Roberto, il primo direttore dell’azienda ospedaliera di Lecco ndr) si riusciva ad avere un dialogo e a chiedere delucidazioni o consigli”.
Dulcis in fundo, la batosta provocata dagli aumenti di benzina, luce e gas, che non vedono una pari ascesa dei contributi erogati per portare avanti l’operato dell’associazione. Ne è un esempio la convenzione stipulata dal Soccorso con ATS lo scorso anno di 11 mila euro, che in caso di rinnovo vedrà la cifra offerta rimanere invariata anche nel 2023.
“Con questa entrata copriamo l’affitto dei locali e i costi delle bollette e della macchina, ma ora tutto si è alzato e diventa quasi impossibile proseguire il prossimo anno con le stesse condizioni economiche, anche perché adesso Mandello deve coprire il servizio di guardia medica fino a Esino. Attraverso la convenzione infatti affittiamo ad ATS il locale per l’operatore adibito a questo ruolo e mandiamo l’autista con la macchina ad accompagnare il medico per le visite domiciliari”, sottolinea il presidente del Soccorso.
Due anni fa il Soccorso mandellese era riuscito a strappare 13 mila euro, ma 2 mila sono serviti per pagare la pulizia dei locali, e si è quindi tornati al punto di partenza. Oltre che da ATS, il Soccorso riceve versamenti anche da Areu pari a 104 mila euro l’anno, ora diventati 183 mila per via dell’assunzione di due dipendenti, pagati 37 mila euro l’uno. Altrettanto critica la spesa per la benzina, raddoppiata negli ultimi tempi: “Ogni macchina dispone di una tessera Agip, e se prima venivano fatti 1000 euro ogni quindici giorni, adesso se ne sborsano tra i 1700-1800 a mezzo“, prosegue Alippi.
“E queste sono le entrate sicure – rincara il presidente – perché il resto proviene dalle donazioni e basta. Peraltro, come scelta politica, abbiamo deciso di non applicare una tariffa regionale sui trasporti sanitari normali con i cittadini di Abbadia, Mandello e Lierna, lasciandoli liberi di fare un’offerta. In caso di spostamenti lunghi più di 15 km attribuiamo una tariffa pari a 0.97 centesimi al km, senza il diritto di chiamata che ammonterebbe a 46 euro. Se c’è qualche famiglia o persone in difficoltà non chiediamo soldi, anche se spesso sono i primi a voler dare ugualmente un contributo, e questi gesti ci toccano sempre il cuore”.