La mostra “HeArt of Gaza” è promossa dalla Tavola meratese per la pace
Flash mob prima dell’inaugurazione nell’atrio del Comune: al taglio del nastro presente anche una psicologa per spiegare i traumi, non solo fisici, lasciati dalle guerre
MERATE – Un flash mob per inaugurare la mostra “HeArt of Gaza. Children’s Art from the Genocide”, promossa dalla Tavola meratese per la Pace con il patrocinio del Comune di Merate. L’appuntamento è per sabato 29 novembre alle 10.30 in piazza Prinetti con un’iniziativa che arriva a pochi giorni di distanza dal 20 novembre, giornata internazionale per i diritti dell’infanzia e l’adolescenza e che punta a mantenere alta l’attenzione sulla condizione dei bambini che crescono in contesti di guerra, ed in particolare nella Striscia di Gaza.
Proprio per questo all’inaugurazione interverrà anche la psicologa Gaia Marinoni, che condividerà alcune riflessioni nate anche dalla propria esperienza con bambini segnati da conflitti recenti, evidenziando come la guerra imprima ferite non solo nei corpi ma anche nella memoria e personalità dei bambini, lasciando traumi legati all’esperienza della violenza, della paura e del lutto.
La mostra, il cui titolo gioca con le parole inglesi “cuore” e “arte”, resterà nell’atrio del Comune fino all’8 dicembre, esponendo disegni di bambini di Gaza realizzati nella “Tenda degli artisti”: un progetto nato nell’ottobre 2023 su iniziativa del palestinese Mohammed Timraz, finalizzato a creare spazi sicuri dove i bambini possano esprimersi attraverso attività artistiche e ritrovare, almeno per qualche ora, la gioia e la serenità di un’infanzia negata.
L’amicizia nata su Whatsapp tra Mohammed Timraz e l’irlandese Féile Butler ha dato visibilità al progetto, favorendo l’allestimento di questa mostra itinerante attraverso l’Europa: solo in Italia è già stata esposta in oltre 150 località tra musei, università, scuole, biblioteche, eventi pubblici. Grazie al sostegno ricevuto, il progetto si è poi esteso dal cuore della Striscia, a Deir al Balah (luogo di residenza di Mohammed), ad altre 17 tende o spazi a Khan Yunis, al Mawasi, Deir al Balah, Nuseirat e Gaza City, passando dai primi venti di bambini coinvolti a oltre 2.000. Attualmente, con il peggiorare della situazione, sono rimaste aperte solo sei tende-laboratori artistici, ma il lavoro prosegue grazie ad un team di psicologi, formatori, un fotografo e alcuni volontari.
Attraverso la forza e la purezza della creatività, la mostra HeArt of Gaza restituisce le emozioni profonde di questi giovani artisti: i sogni spezzati, le paure, i traumi ma anche il desiderio di un futuro migliore, espresso da bambini e ragazzi che da oltre due anni vivono sotto bombardamenti continui, hanno perso la casa, gli affetti, la possibilità di andare a scuola. Alcuni, purtroppo, sono stati uccisi durante il protrarsi del conflitto.
L’iniziativa porta la firma delle associazioni riunite nella Tavola Meratese per la pace, ovvero Anpi Merate-Lecco, AleG – Lomagna, Dietrolalavagna onlus, L’altra metà del cielo -Telefono donna- Merate, Punto Rosso Cernusco Lombardone, Progetto Osnago, Azione Cattolica decanato di Merate, Circolo Arci Pintupi – Verderio, Emergency Merate-Lecco, Fondazione PIME onlus, Legambiente circolo meratese, Officina Donna – Sportello informativo antiviolenza Olgiate Molgora, Circolo ARCI LaLoCo – Osnago.
Spiegano gli organizzatori: “Secondo l’ultimo rapporto realizzato da Save the children, “Stop the War on Children: security for whom?”, attualmente i bambini che vivono in zone di conflitto sono 520 milioni. “Nel 2024 i crimini contro i bambini nei conflitti sono aumentati del 30%, raggiungendo il livello peggiore di sempre. Il rapporto mette in discussione l’approccio mondiale alla sicurezza, evidenziando che meno del 2% della spesa globale in questo ambito sia destinato al peacebuilding o al peacekeeping, nonostante i budget militari record. Ma i dati schiaccianti del rapporto dimostrano che l’attenzione globale alla sicurezza militare e statale non è riuscita a proteggere i bambini dai danni più gravi. La vera sicurezza non riguarda le armi o i muri. Si tratta di sapere se i bambini sono al sicuro, imparano e sono liberi dalla paura”.

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