Merate. La Nostra Mela prova a ripartire: “Serve unione tra i commercianti”

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La nostra mela Merate
Il nuovo direttivo de La Nostra mela

La Nostra Mela va avanti: eletto ieri sera, giovedì, all’unanimità il nuovo direttivo

Le parole della presidente dimissionaria uscente Vitali: “Serve, anzi è indispensabile, condivisione e partecipazione alle attività. Purtroppo ciò non sempre è avvenuto”

MERATE – Ripartire dall’unione tra i commercianti della città, provando a proporre iniziative comuni e fare rete, gli uni con gli altri, per ridare a Merate l’attrattività perduta. E’ sotto questi auspici che ieri sera, giovedì, è stato eletto, all’unanimità, il nuovo direttivo de La nostra mela, l’associazione dei commercianti meratesi, nata anni fa per rivitalizzare il commercio cittadino con iniziative e proposte tese a incentivare gli acquisti sotto la Torre.

A candidarsi, dicendosi pronti a mettersi in gioco e affrontare la sfida alla grande distribuzione e all’e-commerce Diego Consonni, ex direttore della piscina di Merate, proprietario insieme alla famiglia di un’attività commerciale in via Bergamo; Ettore Galbussera, titolare del negozio di articoli da lavoro sempre in via Bergamo; Michela D’Emanuele, da 7 anni in piazza Prinetti, angolo via Trento con l’attività di abbigliamento da donna; Andrea Valtorta, commerciante da 4 anni in via Trento, specializzato in articoli maschili e Carlo Porro, fotografo di via Roma, che garantirà la continuità tra il direttivo uscente e quello nuovo. “Mi sono battuto in questi mesi per non fare terminare l’esperienza de La nostra mela perchè credo che sia molto più difficile aprire che chiudere un’attività. Mi auguro unione e collaborazione in questo primo anno e che anche ognuno di noi tiri fuori forza e idee”.

L’assemblea de La nostra mela convocata giovedì sera nella sede della Pro Loco

Tra le idee snocciolate di fronte ai colleghi, presenti in buon numero all’appuntamento convocato nella sede della Pro Loco, quello di tornare ad abbellire le vetrine dei negozi, puntando su estro, fantasia e creatività. L’idea potrebbe essere quella di provare con delle bici o con delle ruote da appendere fuori dai negozi, così da incuriosire e spronare la gente a sbirciare tra le vie della città. L’attenzione è stata posta anche sui negozi sfitti, vuoti e polverosi, chiedendo di valutare la possibilità di abbellire anche quelle vetrine per non mettere in ombra le altre.

Non solo. Tra le proposte quella di fare fronte comune in occasione di particolari manifestazioni, come i giovedì estivi, restando tutti aperti nella stessa fascia oraria, ipotizzata dalle 21 alle 23. Necessaria però una programmazione adeguata e comunicata in anticipo in modo da fornire a tutti la possibilità di prepararsi e pianificare la propria attività. Non sono mancati, nella discussione, accenni alla questione della Ztl in via Manzoni (con la richiesta di alcuni di eliminare la chiusura dalle 10 di sabato in assenza di manifestazioni o iniziative particolari), alla penuria di parcheggi e alla sosta a pagamento e alla pulizia delle vie del centro.

 

Il nuovo direttivo ha poi voluto evidenziare la necessità di allargare lo sguardo dal centro alla periferia, puntando a fare rete per tutta una città che deve riuscire a coccolare il cliente, facendolo sentire parte della comunità.
Un po’ come quando era nata l’associazione La nostra mela, con un entusiasmo e una vitalità che si sono, con il passare del tempo, sempre più spenti, fino ad arrivare, un anno fa circa, alle dimissioni della presidente uscente Simona Vitali, (presidente anche della Pro Loco) rimasta in carica, seppur dimissionaria, fino a ieri per traghettare il sodalizio verso quello che si spera possa essere un nuovo inizio.

Merate La nostra mela
Carlo Porro, Simona Vitali e Simona Martini

E’ stata proprio lei a tracciare un bilancio della sua presidenza, parlando di tre anni non facili, contraddistinti dall’emergenza Covid, in cui il mondo del commercio è cambiato. “Essere iscritti ad una associazione però non può limitarsi al pagamento annuale della quota e stop. Serve, anzi è indispensabile, condivisione e partecipazione alle attività. Purtroppo ciò non sempre è avvenuto”.

Gli esempi? L’ultimo Natale oppure l’Estate a Merate con troppe serrande abbassate e tante vetrine spente. “Credo a questo punto che serva una forte autocritica: non basta più avere un negozio, perché le persone entrino dobbiamo tenere la.porta aperta, cioè vuol dire che dobbiamo cambiare l’approccio, dobbiamo specializzarci, rinnovarci, puntare su servizi che fidelizzano il cliente.Troppo spesso per abitudine si dà la colpa del non lavoro a fattori esterni come l’organizzazione di un l’evento i parcheggi, le condizioni climatiche, non è così, serve rimettersi in gioco. E voglio dirvi che associarsi significa unire le proprie forze, confrontandosi e cercando una linea progettuale comune,non è restare chiusi nelle nostra attività”.