Stamattina a Cernusco la toccante cerimonia in memoria dei fratelli partigiani Angelo e Ferruccio Valagussa
Un cippo, posizionato all’ingresso della cascina Moscoro dove erano nati e dove avevano trovato rifugio durante la guerra, ricorderà per sempre il loro sacrificio
CERNUSCO – Sono tornati simbolicamente a casa in quella cascina al Moscoro dove erano nati e dove erano tornati, durante la guerra, cercando rifugio dai parenti. Era palpabile questa mattina, lunedì, l’emozione delle persone presenti alla cerimonia di svelamento del cippo in memoria di Angelo e Ferruccio Valagussa.
L’Anpi di Lecco insieme alla rete delle alternative Punto Rosso ha voluto che anche a Cernusco si ricordasse, per sempre, il sacrificio dei due fratelli partigiani antifascisti posizionando una targa che rappresenti non solo il profondo legame con il territorio de fratelli Valagussa, ma anche la volontà di ricordare e fare memoria affinché tragedie come quella che hanno visto protagonisti due ragazzi ventenni non si debbano ripetere.

A dare il benvenuto alle tante persone accorse, stipate sotto il portico per via della pioggia battente, è stata Liliana Rota (Punto Rosso) che ha ringraziato Beatrice e Anna Ancarani per l’ospitalità, gli amministratori comunali presenti, a partire dal sindaco di Cernusco Gennaro Toto, di Lomagna Cristina Citterio e di Montevecchia Ivan Pendeggia (impossibilitato a partecipare per via di un concomitante evento per la giornata della memoria il primo cittadino di Osnago Felice Rocca) e la professoressa Cinzia Aquilino presente con gli studenti di 3^ D delle vicine scuole medie.
Una menzione è stata tributata anche ai professori Soglio e Cereda che nel 2004 si attivarono per l’intitolazione del comprensivo ad Antonio Bonfanti e Angelo Valagussa, entrambi deportati a Mathausen.
Rota ha poi tratteggiato il profilo dei fratelli Valagussa, ricordando il trasferimento dal Moscoro a Milano Affori per via del lavoro del padre e il ritorno poi a Cernusco per trovare rifugio dello zio Tommaso. Una “tana” che non durò molto: Angelo venne catturato a Milano e portato al carcere di San Vittore: da qui venne trasferito a Fossoli e poi a Mathausen, dove venne ucciso nel marzo del 1945 a soli 22 anni. Non andò meglio a Ferruccio che, unitosi alla Brigata Valdossola, cadde in una retata e venne fucilato a Baveno a soli 20 anni, nel 1944.
“Porre un cippo con indicati i loro nomi e una sintesi della loro storia è un modo per ricordare sempre chi ha scelto di lottare per quei valori da cui sono nati le nostre libertà e la nostra democrazia” ha chiosato Rota, rivolgendosi agli studenti di terza media auspicando che possano loro “vigilare affinché non si ripeta questo periodo buio della storia”.
A prendere parola è stata anche Beatrice Ancarani che ha sottolineato come la cascina del Moscoro abbia significato un microcosmo di Cernusco, ospitando tante famiglie e le loro vite. “Oggi con questa targa celebriamo il ritorno a casa di questi ragazzi e dobbiamo conservare la loro testimonianza oggi e domani”.
Un concetto ribadito anche dal giovane Marco Iacoianni, nipote di Roberto Valagussa, fratello dei due partigiani uccisi, che ha ricordato anche la posa di una pietra di inciampo ad Affori in memoria di Angelo.
“Parlare di Resistenza e di partigiani sembra molto lontano da noi, ma il significato di questi termini ci è invece molto vicino. Stiamo parlando di persone normali che hanno deciso di combattere per tenere fede ai loro principi. Ci insegnano che è possibile opporsi quando qualcosa va contro ai nostri principi: e questa è una piccola cosa che possiamo fare tutti”.
Anche il sindaco di Cernusco Toto è intervenuto per evidenziare il “dovere di ricordare che queste persone hanno dato la vita per la nostra libertà” spronando gli studenti a credere in valori “sani”.
Sono stati poi quest’ultimi, dopo il canto collettivo di “O bella ciao” a scoprire la targa leggendo un piccolo testo con le parole di Calamandrei e Giuseppe Ungaretti.